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Cipolla

FAMIGLIA: Liliaceae                                GENERE: Allium                                     SPECIE: Allium cepa

DESCRIZIONE

La Cipolla, il cui nome latino è Allium cepa, è una pianta erbacea bulbosa appartenente alla famiglia delle Liliaceae, anche se una classificazione più recente ne attribuisce l’appartenenza, insieme all’aglio, alla nuova famiglia delle Alliaceae. Ha origini antichissime ed oggi è coltivata in tutto il mondo. E’ utilizzata prevalentemente quale alimento e condimento, per le sue qualità organolettiche e nutritive, ma è anche adoperata a scopo terapeutico per le numerose proprietà benefiche e curative.

CipollaE’ una pianta a ciclo biennale, che diventa annuale in coltivazione. Le radici sono fascicolate e superficiali, crescono nel terreno non oltre i 30-40 cm di profondità sviluppandosi per lo più in orizzontale per 20-25 cm dal fusto. Il fusto della cipolla, che si trova sottoterra, è molto corto e fortemente appiattito, largo 1 – 2 cm e per questo è denominato girello o disco. Attorno al girello crescono molto strette le foglie che sono cilindriche, alterne ed opposte. Esse nella parte basale si ingrossano, si ispessiscono, divengono carnose, a forma di guaina, bianche o leggermente colorate, formando il bulbo, che è la parte edule (commestibile) della pianta. Le guaine fogliari più esterne però rimangono sottili, cartacee, variamente colorate, dal bianco al dorato, al rosso, a seconda delle varietà di cipolla, ed hanno la funzione di protezione della parte interna.

 Il bulbo, in sostanza, è la grossa gemma sotterranea (quella che noi chiamiamo cipolla) formata dall’ingrossamento della parte basale delle foglie, dette tuniche. Invece la parte alta delle tuniche forma una sorta di strozzatura, denominata collo o colletto, che costituisce il punto di passaggio tra il bulbo ed i tratti di foglie che proseguono fuori dal terreno (parte aerea) a forma di lamine tubolari.

Nel secondo anno di vita della pianta, dal centro del girello nasce uno stelo fiorale, vuoto all’interno, alto dai 40 ai 100 cm, che porta un’infiorescenza ad ombrella con fiori di colore bianco, giallo-verdognolo o roseo. Il frutto è una capsula trilobata con 2-3 semi per lobo, che sono piatti, angolosi e di colore nero.

VARIETA’

Esistono diverse varietà di cipolle, circa sessanta, che si differenziano tra di loro essenzialmente per le seguenti caratteristiche:

□      colore delle tuniche esterne, che può variare dal bianco, al dorato, al rosso;

□      forma del bulbo, che può essere sferico, ovoidale, allungato, appiattito, ecc.;

□      periodo di raccolta, che può essere primaverile-estivo o autunno-invernale;

□      utilizzo finale, che può essere il consumo fresco (in genere si usano i cipollotti, che sono cipolle bianche raccolte quando il bulbo è ancora immaturo, o le varietà primaverili),  lo stoccaggio (si usano le varietà tardive, raccolte a fine estate e in autunno-inverno, che si conservano fino alla primavera successiva), la produzione industriale per sottaceti (si usano bulbi di piccolo diametro che si raccolgono spesso immaturi).

La classificazione più tipica è quella relativa al colore e riguarda le tre varietà:

■        Cipolla Bianca: si distingue per un bulbo di grandi dimensioni e tuniche esterne di colore bianco. Ha sapore dolce con un retrogusto piccante che la rende ancora più appetitosa. La raccolta inizia a fine aprile e continua per buona parte dell’estate.

■        Cipolla Dorata: presenta diversi strati di tuniche esterne, molto consistenti, dal colore giallo dorato. Il bulbo è di forma regolare, ovoidale ed il gusto è più pungente e deciso. La raccolta solitamente è autunnale. Le variètà precoci, la cui raccolta inizia a maggio, mostrano un colore giallo paglierino ed hanno un sapore più dolce.

■        Cipolla Rossa: ha come segni distintivi le tuniche esterne di colore rosso intenso e quelle interne di colore bianco ramato. Il gusto è straordinariamente dolce e più delicato rispetto alle altre varietà. Si presta per essere consumata a crudo anche per l’alta digeribilità. Contiene una maggiore quantità di sostanze aromatiche rispetto a quella bianca, ma dal punto di vista nutrizionale non vi sono differenze sensibili. Il periodo di raccolta è invernale.

Tra le varietà più rinomate e commercializzate troviamo la cipolla rossa di Tropea (colore rosso più o meno intenso), la cipolla di Suasa (colore rosso-dorato), la cipolla di Breme (colore rosso), la cipolla ramata di Montoro (color rame), la cipolla Borettana (colore paglierino), la cipolla di Barletta (colore bianco).

La cipolla, com’è facilmente immaginabile, è un ortaggio di larghissimo consumo. La produzione mondiale si aggira intorno ai 3 milioni di tonnellate l’anno, di cui il 65% proviene dall’Asia e dall’Europa. I principali produttori sono Cina e India e, per quanto riguarda i paesi europei, troviamo in ordine Spagna, Polonia, Olanda, Italia e Francia. Nel nostro paese la produzione annua si attesta sulle 450.000 tonnellate, provenienti in buona parte dall’Emilia e Romagna (circa il 30%), ma anche da Campania, Sicilia e Puglia. Le cipolle italiane sono disponibili sul mercato tutto l’anno. Occorre sceglierle ben sode, compatte, prive di macchie e senza germogli verdi.

UN PO’ DI STORIA

La cipolla è uno degli ortaggi più antichi utilizzati dall’uomo. Probabilmente è originaria dell’Asia occidentale e la sua coltivazione risale agli Egizi già nel IV millennio a.c. Fu introdotta più tardi in Europa dai Greci. Anche i Romani ne apprezzarono presto le proprietà e le virtù. Cristoforo Colombo la portò in America con il viaggio del 1493 ad Haiti.

Gli Egizi raffiguravano la cipolla nelle tombe dei faraoni e la usavano come oggetto di culto, in quanto ritenevano che la forma sferica ed i cerchi concentrici prodotti dalle tuniche fossero simbolo di vita eterna. Sembra che durante le costruzioni delle piramidi la cipolla costituì l’alimento principale degli schiavi addetti ai lavori. Era anche parte del salario dei soldati. I Greci ed i Romani la consumavano cruda per favorire la diuresi, cotta come lassativo e soprattutto sottoforma di decotti e macerati alcolici in quanto le attribuivano marcate proprietà afrodisiache. Inoltre gli atleti greci mangiavano grandi quantità di cipolle perché ritenevano che “alleggerissero” il sangue. I gladiatori romani usavano strofinarsi il corpo con cipolle per rassodare i muscoli. Nel medioevo la cipolla assumeva grande importanza come alimento, tanto che veniva utilizzata per pagare i fitti e per fare doni. I medici la prescrivevano per curare il mal di testa, la caduta dei capelli ed i morsi di serpente. Veniva altresì considerata un efficace rimedio contro la peste ed il colera. Nel XVI secolo veniva utilizzata per curare l’infertilità.

Dopo tale periodo la cipolla subì un declino, probabilmente perché la classe sacerdotale ne proibì il consumo nei giorni non festivi. Nell’Europa orientale invece se ne è continuato a fare un largo consumo, tant’è che ancora oggi, specialmente nei Balcani, in Polonia, in Bulgaria ed in Russia, la cipolla costituisce l’ingrediente principale della cucina locale. Studi condotti su tali popolazioni mostrerebbero l’influenza di tale tipo di alimentazione sull’allungamento della vita media e su una significativa riduzione dei casi di  cancro.

Attualmente in molte parti d’Italia ogni anno vengono dedicate alla cipolla sagre e manifestazioni che hanno lo scopo di celebrare e di valorizzare le innumerevoli virtù di questo meraviglioso ortaggio, non solo dal punto di vista organolettico e gastronomico, ma anche dal punto di vista nutrizionale e terapeutico.

HABITAT, RACCOLTA E CONSERVAZIONE

La pianta di cipolla predilige un clima temperato, anche se è abbastanza resistente alle basse temperature. Ama terreni leggeri, di medio impasto, molto fertili, cioè ricchi di sostanze organiche come fosforo e potassio, con valori di pH tra 6 e 7 , cioè leggermente acidi o neutri. Richiede appropriate condizioni di luminosità che devono andare da un minimo di 10 – 12 ore di luce al giorno per le varietà primaverili – estive (precoci), ad un massimo di 14 – 16 ore per le varietà autunnali – invernali (tardive). Ha bisogno inoltre di discrete quantità di acqua, ma teme i ristagni d’acqua per cui è poco adatta a zone eccessivamente piovose. Dalla semina alla raccolta trascorrono circa 4 – 6 mesi.

Cipolla - image  on https://rimediomeopatici.comLa cipolla viene raccolta quando le foglie che fuoriescono dal terreno appassiscono, divenendo gialle e ricurve, prima che la pianta fiorisca. I bulbi vengono estirpati con apposite macchine escavatrici, lasciati sul posto una settimana per completare l’essiccazione delle radici e della parte aerea, quindi recuperati con una macchina raccoglitrice e messi in contenitori. Le cipolle così raccolte possono essere destinate al consumo fresco, alle industrie di trasformazione o alla conservazione. In genere le varietà tardive sono quelle che meglio si conservano.

La conservazione delle cipolle deve avvenire in magazzini o in luoghi bui e ben ventilati, per evitare marciumi e l’insorgere di malattie. La temperatura di stoccaggio deve essere inferiore ai 25°C per rallentare il processo di germogliazione, ma superiore agli 0°C per scongiurare i danni del gelo. In queste condizioni il periodo di conservazione arriva ai 60 – 90 giorni.

VALORI NUTRITIVI E PROPRIETA’ TERAPEUTICHE

La cipolla ha un consistente valore nutritivo, grazie alla sua composizione fatta essenzialmente di:

◊      Acqua (90%)

◊      Carboidrati (6%)

◊      Grassi (0,2%)

◊      Proteine (1%)

◊      Fibre (2%)

◊      Vitamine, come le vitamine A, C, E che esplicano un’importante attività antiossidante (aumentano, cioè, le difese immunitarie, proteggono le cellule dell’organismo dall’azione nociva dei radicali liberi, prevengono i rischi delle malattie cardiovascolari e di molti tumori); le vitamine del gruppo B che aiutano e proteggono il sistema nervoso e l’apparato gastrointestinale.

◊      Oligoelementi, come calcio, ferro e fosforo, che sono indispensabili per combattere la stanchezza fisica e mentale; potassio, sodio e zinco, che mantengono i tessuti elastici ed il colorito sano.

◊      Flavonoidi, come antocianine e quercetina, che sono sostanze antiossidanti ad azione diuretica. Le antocianine conferiscono la colorazione alle diverse varietà di cipolla rossa, mentre la quercetina a quelle dorate. Tali pigmenti vegetali sono molto meno presenti nelle cipolle bianche. La loro concentrazione comunque diminuisce dalle tuniche più esterne a quelle più interne.

◊      Altre sostanze benefiche, quali le prostaglandine che sono utilissime per controllare la pressione arteriosa ed il colesterolo e per l’azione antinfiammatoria; alcuni enzimi che stimolano la secrezione dei succhi gastrici, favorendo la digestione e l’assimilazione del cibo; l’adenosina che insieme ad altre sostanze agisce sulle piastrine e stimola la disgregazione dei coaguli di sangue (azione anticoagulante); la glucochinina che possiede una forte azione antidiabetica in quanto stimola il pancreas a produrre insulina e quindi abbassa il livello di glucosio nel sangue; sostanze sulfuree (contenenti uno o più atomi di zolfo) alle quali si devono le proprietà antinfiammatorie e antibiotiche, che rendono la cipolla molto utile nella cura delle infiammazioni delle vie respiratorie e delle influenze in genere, un valido disinfettante e cicatrizzante, un efficace rimedio per alleviare le irritazioni cutanee e vitalizzare il cuoio capelluto.

◊      Olio essenziale dall’azione lassativa e regolatrice delle funzioni intestinali, maggiormente concentrato nella cipolla cotta.

100 g di cipolla fresca forniscono 26 Calorie.

La cipolla, pertanto, oltre ad avere un importante contenuto nutritivo, possiede innumerevoli proprietà terapeutiche, per cui agisce con i seguenti effetti:

■        ANTIBIOTICO: è sufficiente applicare il succo sulla parte da disinfettare per evitare l’uso di alcool o di altre sostanze disinfettanti. Inoltre il consumo di cipolle elimina i parassiti dannosi presenti nell’intestino e contemporaneamente favorisce la crescita della flora batterica intestinale.

■        ANTINFIAMMATORIO: ad es. in caso di puntura d’insetto se si strofina la parte lesa con una fetta di cipolla cruda si riesce ad alleviare o addirittura eliminare il prurito e l’infiammazione.

■        ESPETTORANTE: lo sciroppo di cipolla con il miele è efficace per le affezioni respiratorie; invece i gargarismi con il decotto decongestionano la faringe e combattono le tonsilliti.

■        ANTITUMORALE: previene la formazione di alcuni tumori, specie quelli del colon e del retto.

■        DIURETICO E ANTIREUMATICO: favorisce la diuresi, cioè aumenta la produzione di urina facilitando l’eliminazione delle scorie, combattendo il fenomeno della ritenzione idrica e stimolando l’attività dei reni. Cotta o bollita si rivela un ottimo rimedio contro i dolori reumatici.

■        IPOTENSORE: abbassa la pressione arteriosa del sangue, in quanto esercita un’azione vasodilatatrice.

■        IPOGLICEMIZZANTE: abbassa il livello di glucosio nel sangue, per cui consente di ridurre le dosi di farmaci specifici come l’insulina.

■        FLUIDIFICANTE DEL SANGUE: rende il sangue più fluido facilitandone la circolazione, specie quella periferica.

■        REGOLATORE DEL COLESTEROLO: abbassa quello cattivo LDL ed aumenta quello buono HDL.

■        PROTETTORE DEL SISTEMA CARDIOVASCOLARE: mantiene l’elasticità delle arterie e protegge dalle malattie cardiovascolari, tra cui le più temute sono l’ictus e l’infarto.

■        ANTIANEMICO: stimola la produzione dei globuli rossi nel sangue, apportando ferro ed altri oligoelementi.

■        DEPURATIVO: stimola la funzionalità del fegato e ne esercita un’azione disintossicante.

■        DIGESTIVO: la cipolla cruda aiuta la digestione e l’assimilazione del cibo, anche se è sconsigliata a chi soffre di gastrite o di ulcera gastroduodenale; protegge e tonifica l’apparato gastro-intestinale.

■        LASSATIVO: mangiata cotta diventa un ottimo lassativo regolando l’attività intestinale.

■        VERMIFUGO: il suo consumo a crudo è efficace contro i piccoli vermi intestinali dei bambini.

■        COSMETICO: in uso esterno ammorbidisce e rende più bella la pelle, combatte le irritazioni cutanee di tipo infiammatorio, cura foruncoli, ascessi, geloni, scottature, punture d’insetti e acne, stimola la crescita dei capelli.

 

CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE E CUCINA

La cipolla per il suo gusto particolare, facilmente riconoscibile (del resto come l’aglio, che appartiene alla stessa famiglia), aggiunge alle pietanze un aroma ed un sapore gradevole ed insostituibile. Viene utilizzata in cucina in moltissimi modi (è sicuramente tra gli aromi più adoperati al mondo) e funge sia da condimento che da alimento a sé stante. Infatti può servire come ingrediente per la preparazione di numerose pietanze (minestre, sughi, soffritti, carni, insalate, ecc.), ma anche da sola in molte ricette ormai diventate notissime come la zuppa di cipolle, le cipolle ripiene, la frittata di cipolla, gli anelli di cipolla fritti in pastella, le cipolle crude o lesse in insalata, le cipolline in agrodolce, la marmellata di cipolle che si va sempre più diffondendo. Per sfruttare però al meglio tutte le proprietà ed i benefici della cipolla, occorrerebbe mangiarla cruda: un ottimo modo per farlo è tagliarla a fettine e condirla con olio extravergine di oliva e limone.

In genere le cipolle rosse (in modo particolare la pregiatissima cipolla rossa di Tropea) sono più adatte per essere mangiate crude e per le insalate, sia per il loro gusto più dolce, che soprattutto per il maggior contenuto di flavonoidi che la cottura, specie se drastica, contribuisce a ridurre. Le cipolle bianche invece sarebbero più indicate per essere cotte.

Per le persone che soffrono di iperacidità, di gastrite o di ulcera gastroduodenale è preferibile che la cipolla venga mangiata cotta, in quanto la cottura la rende per tali soggetti più tollerabile.

Sarebbe opportuno accompagnare sempre i pranzi che fanno uso di molti grassi con contorni di cipolle (meglio se crude), le quali contrastano la trasformazione degli stessi in un aumento di colesterolo.

UN RIMEDIO NATURALE

□      Decotto di cipolla. E’ un  ottimo diuretico, utile anche nel caso di reumatismo e di dolore articolare. I gargarismi sono efficaci per faringiti e tonsilliti. Con l’aggiunta di miele diventa un valido espettorante. Sbucciare alcune cipolle (ossia togliere le tuniche esterne), affettarle e farle bollire per circa 15 min in una pentola d’acqua, lasciare intiepidire e filtrare. Berne tre tazze al giorno, possibilmente lontano dai pasti.

□      Cataplasma di cipolla: E’ utile per curare pelli secche e rovinate, ascessi, geloni, smagliature ed altro. Tritare una cipolla ed applicarla tramite una garza sulla parte interessata.

□      Succo di cipolla. E’ utilizzato nella cosmesi a mo’ di frizione per stimolare il bulbo pilifero e ritardare la caduta dei capelli. Strizzare pezzi di cipolla sbucciata con un telo fino a farne uscire la parte acquosa. Lo stesso risultato si ottiene adoperando una centrifuga. Utilizzare il succo appena fatto.

□      Vino di cipolla. Costituisce una bevanda indicata per coloro che soffrono di affezioni urinarie e di diabete. Tagliare a fettine 500 g di cipolle e metterle a macerare per 3 giorni in 1 litro di vino bianco, quindi filtrare. Berne 2 bicchierini al giorno lontano dai pasti.

CURIOSITA’

☺     L’odore caratteristico della cipolla, che si sprigiona quando viene tagliata, è dovuto all’abbondanza di composti contenenti zolfo, chiamati solfossidi, che si combinano con un enzima sprigionato dal taglio, chiamato alliinasi, per formare un composto aromatico (volatile) percepito dal nostro olfatto.

☺     Ma non solo. Quando affettiamo una cipolla cruda i nostri occhi lacrimano perché il composto aromatico di cui in precedenza, raggiungendo gli occhi si combina con il velo acquoso presente dando luogo alla formazione di acido solforico. L’occhio perciò si difende lacrimando, ma ciò fa aumentare la produzione di acido solforico in una sorta di reazione a catena. Si tratta comunque di un acido molto blando e quindi per niente dannoso. Per evitare l’inconveniente basta tagliare la cipolla sotto l’acqua corrente.

☺     Per eliminare l’alito sgradevole che può determinarsi dopo aver mangiato le cipolle crude, basta masticare del caffè in chicchi o in polvere oppure qualche chiodo di garofano. Nessun problema se vengono mangiate cotte.

☺     Per togliere dalle mani l’odore pungente delle cipolle basta strofinarle con del limone e lavarle con acqua fredda e non calda che altrimenti contribuirebbe a fissare l’odore.

☺     I vecchi orologi con catena, quelli da taschino, venivano chiamati “cipolle” per la loro struttura: infatti si aprivano proprio come i veli di una cipolla.

☺     Anche il modo di abbigliarsi indossando più indumenti sovrapposti viene detto “vestirsi a cipolla”, in quanto è fatto a strati e consente di potersi alleggerire, in caso di aumento delle temperature, o viceversa appesantirsi.

☺     Il succo di cipolla ridona brillantezza agli oggetti di cuoio. Le macchie di mosche dall’ottone possono essere eliminate passandoci sopra pezzi di cipolla.

La cipolla non è solo “la regina della cucina” ma un eccezionale rimedio naturale per il benessere, la bellezza e la salute. Verrebbe da dire: una cipolla al giorno …

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Glossario R

NOTA: i termini con l’asterisco costituiscono altrettante voci del Glossario e quindi sono eventualmente consultabili nelle sottosezioni alfabeticamente corrispondenti.

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Rachialgia: dolore del rachide, cioè della colonna vertebrale.

Raffreddore o Rinite acuta: infezione di tipo virale che interessa le prime vie respiratorie, in particolar modo naso e gola*. I sintomi della sua comparsa sono naso chiuso cui segue la fuoriuscita di muco* (rinorrea), che all’inizio è chiaro ed acquoso e nel giro di qualche giorno diventa denso e giallastro. Questa tipica manifestazione del raffreddore altro non è che la risposta di difesa dell’organismo all’infiammazione* della mucosa nasale, verso la quale si concentra una maggiore produzione di muco per effetto della relativa dilatazione dei vasi sanguigni, che così diventa catarro*. Spesso si accompagnano starnuti, tosse*, raucedine*, bruciore alla gola, gonfiore dei linfonodi del collo, stato febbrile, lacrimazione degli occhi, incapacità di percepire gli odori (anosmia), ecc. La malattia colpisce prevalentemente nella stagione invernale, in quanto l’aria fredda respirata dal naso e dalla bocca, provocando una perdita di mobilità delle ciglia vibratili con conseguente ristagno di muco, determina una riduzione dell’attività di pulizia delle vie aeree e quindi le condizioni per la proliferazione del virus* del raffreddore.

Raffreddore da fieno: V. Rinite allergica.

Rame: (simbolo chimico Cu) è un oligoelemento* metallico antiossidante* che costituisce un componente essenziale di vari enzimi* (proteine). E’ essenziale per la crescita e lo sviluppo del corpo umano, nel metabolismo per l’attività del cervello, del sistema nervoso, cardiovascolare e immunitario, per il trasporto del ferro*, per la protezione delle cellule dall’ossidazione, per rafforzare le ossa. Insieme al ferro è fondamentale per la sintesi dell’emoglobina* (proteina del sangue che trasporta l’ossigeno alle cellule). Il fabbisogno procapite di rame è fissato in 1,2 mg/die. Sono considerati normali  i valori di rame nel sangue pari a 60 – 160 microgrammi/dl. Gli alimenti a maggior contenuto sono ostriche, granchi, aragoste, agnello, anatra, maiale, manzo, ma anche vegetali come mandorle, nocciole, germe di grano, crusca, semi di girasole e di soia.

Raucedine: variazione del timbro di voce e/o suo abbassamento fino all’afonia* totale. Si dice aspra se il suono emesso nel parlare è più stridulo e acuto, oppure secca se è più roco e velato. Di solito è associata alle affezioni del cavo orale dovute a stati di raffreddamento. Anche l’abuso o l’uso scorretto della voce può portare alla raucedine in quanto sono fattori in grado di causare infiammazioni* croniche della mucosa della laringe ed in particolare delle corde vocali. Ciò può riguardare cantanti, attori, insegnanti, oratori ed in genere tutte quelle persone che svolgono mestieri che comportano sforzi prolungati della voce.

Resine: sono sostanze odorose e appiccicose prodotte da alcune piante*.

Retinolo: V. Vitamina A.

Reumatismo: termine non specializzato che indica vari disturbi relativi a organi interni, muscoli, ossa e articolazioni. In genere per reumatismi si intendono le malattie che interessano le articolazioni (artrosi, reumatismi extra articolari che riguardano tendini e muscoli, artrite reumatoide, ecc.). I reumatismi sono quasi sempre cronici (V. anche Artrite e Artrosi).

Riboflavina: altra denominazione della vitamina B2 (V. Vitamina B).

Rimedio omeopatico: denominato anche prodotto o farmaco omeopatico, è il farmaco adoperato in omeopatia* che trae origine da sostanze appartenenti esclusivamente ai tre regni della natura: vegetale, animale e minerale. Per la preparazione dei rimedi omeopatici si utilizza una particolare tecnica che si deve al medico tedesco Samuel Hahnemann (1755–1843), considerato il fondatore della Medicina Omeopatica. La sostanza attiva di base subisce un trattamento preventivo, per formare il cosiddetto ceppo omeopatico*, che viene poi sottoposto ai processi di diluizione* (diluizioni in soluzione idroalcolica nei rapporti decimali, contrassegnati dalla sigla D, e centesimali, contrassegnati da CH) e di dinamizzazione* (forte agitazione e percussione della provetta ad ogni diluizione). I rimedi omeopatici basano le loro proprietà terapeutiche sulla Legge di Similitudine, secondo la quale una sostanza naturale assunta a grandi dosi da un individuo sano provoca una serie di sintomi che la stessa sostanza, assunta a dosi omeopatiche (infinitesimali), è in grado di curare nell’individuo malato (V. anche Omeopatia e Cura omeopatica). Ciascun rimedio omeopatico possiede delle caratteristiche proprie che lo distinguono dagli altri e lo rendono esclusivo. Tali caratteristiche sono indicative non solo della malattia che il rimedio è in grado di curare in relazione ai sintomi fisici, ma di un quadro molto più ampio ed articolato, che comprende le modalità di comparizione dei sintomi, la loro localizzazione, le sensazioni, gli aggravamenti ed i peggioramenti, le manifestazioni tipiche, gli aspetti psicologici ed emotivi, i comportamenti, la sfera di azione, la compatibilità con altri rimedi ed altro ancora. I rimedi omeopatici più utilizzati sono sotto forma di granuli*, gocce*, pomate*, creme*. Esistono anche fiale orali, globuli, compresse, capsule, ovuli, colliri, supposte, ecc.

Rimedio omeopatico acuto: dicesi acuto un rimedio omeopatico* che è in grado di curare meglio i sintomi di una malattia che inducono reazioni forti e/o improvvise, tipiche degli stati acuti, rispetto ad un altro rimedio ugualmente indicato che è il suo cronico. Il rimedio omeopatico acuto in genere ha un’azione rapida e breve e per questo nelle cure precede il suo cronico. I due rimedi in effetti sono dei sinergici (V. Rimedio omeopatico sinergico), cioè che si completano vicendevolmente e l’azione dell’uno migliora quella dell’altro. Ad es. Aconitum napellus è l’acuto di Sulphur, Apis è l’acuto di Natrum muriaticum. Viceversa Sulphur è il cronico di Aconitum napellus, Natrum muriaticum è il cronico di Apis.

Rimedio omeopatico ad azione locale: V. Rimedio omeopatico sintomatico.

Rimedio omeopatico antidoto: dicesi antidoto un rimedio omeopatico* che ha la proprietà di controllare l’azione del rimedio somministrato in precedenza, attenuandone o eliminandone le manifestazioni esagerate. Si ricorre al rimedio antidoto per contrastare gli effetti disturbanti del primo rimedio quando ci si trova di fronte o ad un eccesso di uso o ad un aggravamento omeopatico, del tutto naturale ma non sopportabile dal paziente, che possono entrambi tradursi in una condizione di tracollo generale, fisico e psichico. Questo in genere si verifica con le alte diluizioni. Si ricorre altresì ad un rimedio antidoto quando nel corso della terapia omeopatica compaiono nuovi sintomi fastidiosi e sgradevoli che è opportuno attenuare o eliminare. In tal caso il rimedio antidoto sarà individuato tra quelli in grado di curare questi nuovi sintomi. L’antidoto omeopatico non annulla l’azione del rimedio precedente, ma incanala correttamente le reazioni del malato e per questo ne rafforza lo stato generale. I rimedi omeopatici antidoti appartengono alla categoria degli asinergici (V.).

Rimedio omeopatico asinergico: dicesi asinergico un rimedio omeopatico* che ha la caratteristica di controllare o annullare l’azione di un altro rimedio. I rimedi omeopatici asinergici si dividono nelle due categorie antidoti e incompatibili (V. Rimedio omeopatico antidoto e Rimedio omeopatico incompatibile).

Rimedio omeopatico complementare: dicesi complementare un rimedio omeopatico che agisce completando o migliorando l’azione del rimedio che lo precede, con il quale possiede un elevato grado di sinergia. I rimedi omeopatici complementari appartengono alla categoria dei sinergici (V.).

Rimedio omeopatico costituzionale: dicesi costituzionale un rimedio omeopatico* le cui caratteristiche principali corrispondono ai caratteri morfologici, fisiologici e psicologici propri della costituzione* del paziente. La scelta del rimedio viene fatta analizzando, oltre il quadro sintomatologico, tutte le altre manifestazioni del soggetto che consentono di individuare la sua costituzione ma anche la sua datesi*, verificando quindi le sue tendenze morbose acquisite e congenite, le malattie pregresse, le modalità proprie di reazione, gli aspetti mentali ed altro. Viene osservato quindi quello che è chiamato il terreno* del paziente. In genere si tratta di rimedi somministrati per curare le malattie croniche e solitamente hanno un’alta diluizione: la loro azione è più generale, più profonda, anche se non completamente sistemica, ma più lenta. Il rimedio costituzionale è pertanto un rimedio di fondo.

Rimedio omeopatico cronico: dicesi cronico un rimedio omeopatico* che è in grado di curare meglio i sintomi di una malattia quando questi hanno superato la fase acuta, rispetto ad un altro rimedio ugualmente indicato che è il suo acuto. Il rimedio omeopatico cronico in genere ha un’azione lenta e lunga e per questo nelle cure segue il suo acuto. I due rimedi in effetti sono dei sinergici (V. Rimedio omeopatico sinergico), cioè che si completano vicendevolmente e l’azione dell’uno migliora quella dell’altro. Ad es. Sulphur è il cronico di Aconitum napellus, Natrum muriaticum è il cronico di Apis. Viceversa Aconitum napellus è l’acuto di Sulphur, Apis è l’acuto di Natrum muriaticum.

Rimedio omeopatico di fondo: V. Rimedio omeopatico costituzionale.

Rimedio omeopatico incompatibile: dicesi incompatibile un rimedio omeopatico* del tutto opposto ad un altro rimedio, cioè che ha una patogenesi diametralmente opposta. Un rimedio è incompatibile con un altro rimedio quando è in grado di attenuare o annullare l’azione di quest’ultimo. Pertanto è di fondamentale importanza conoscere l’incompatibile di ciascun rimedio omeopatico se la cura omeopatica prescrive più rimedi (Scuola Medica Omeopatica Pluralista e Complessista). Anche alcuni alimenti possono avere tali caratteristiche. Ad es. gli incompatibili generali sono caffè, tisane di menta e di camomilla, caramelle a menta, aceto, spezie dal profumo molto forte. I rimedi omeopatici incompatibili appartengono alla categoria degli asinergici (V.).

Rimedio omeopatico policresto: dicesi policresto un rimedio omeopatico* ad ampia azione, cioè un rimedio che ha un’azione generale riequilibrante utilizzabile per curare varie patologie. I rimedi policresti sono i grandi rimedi della Materia Medica Omeopatica.

Rimedio omeopatico simillimum: dicesi simillimum un rimedio omeopatico* per la cui scelta si è avuto scrupoloso riguardo alla globalità delle manifestazioni del paziente, cioè oltre al quadro sintomatologico si sono analizzate tutte le altre caratteristiche individuali (somatiche, psichiche, ereditarie, acquisite, ecc.) di cui al processo di individualizzazione. Si tratta in sostanza di un rimedio altamente personalizzato, cioè simile al paziente e per questo può essere somministrato alle alte ed altissime diluizioni. La sua azione terapeutica è sistemica, profonda e veloce. La Scuola Medica Omeopatica Unicista, rimasta fedele al pensiero di Hahnemann, che prescrive un solo rimedio alla volta, fa uso proprio del simillimum.

Rimedio omeopatico sinergico: dicesi sinergico un rimedio omeopatico* che agisce completando o migliorando l’azione del rimedio che lo precede. I rimedi sinergici usualmente vengono distinti nelle due categorie: Rimedi complementari, che sono quelli con grado di sinergia alto e Rimedi che seguono bene, che sono quelli con grado di sinergia medio e basso. I sinergici possono essere adoperati nelle cure omeopatiche che già si prevedono lunghe, come quelle per guarire completamente da un’affezione cronica. In tal caso il processo curativo va avanti per gradi ed ogni grado richiede un adattamento terapeutico particolare che avviene proprio con i sinergici (Scuola medica Omeopatica Pluralista e Complessista). V. anche Cura omeopatica.

Rimedio omeopatico sintomatico: dicesi sintomatico (o ad azione locale) un rimedio omeopatico* per la cui scelta si è avuto maggiore riguardo al quadro sintomatologico, pur considerando altri fattori quali la causalità, le modalità, le concomitanze, le sensazioni del paziente ed altro. In genere sono rimedi somministrati per gli eventi acuti e solitamente hanno una bassa diluizione: la loro azione è locale, di organo, più superficiale, non sistemica ma più veloce. Possono essere adoperati anche per le malattie croniche, in tal caso però occorre allungare i tempi ed il periodo di somministrazione.

Rinite acuta: V. Raffreddore.

Rinite allergica: infiammazione* della mucosa nasale dovuta a determinate sostanze allergizzanti presenti nell’aria. Il sintomo più caratteristico è la starnutazione ripetuta, prurito nasale e solletico faringeo, con lacrimazione e secrezione profusa a carattere acquoso (rinorrea acquosa), arrossamento delle congiuntive. Di solito segue dei cicli stagionali di comparsa legati alla presenza dell’allergene. Non è accompagnata da infezione delle vie respiratorie e questo è un indizio da utilizzare per diagnosticare la natura allergica dell’affezione. La rinite allergica acuta, che si verifica specie d’estate, causata dall’inalazione dei pollini è detta febbre da fieno o raffreddore da fieno.

Rinite cronica: processo infiammatorio a carico della mucosa nasale e dei seni paranasali che comporta una perdurante ostruzione nasale con o senza ipersecrezione di muco*. L’affezione in genere è secondaria ad altre patologie come rinite allergica*, sinusite*, deviazione del setto nasale, ingrossamento delle adenoidi.

Rinofaringite: infiammazione* acuta o cronica delle mucose del naso e della faringe*. Si manifesta con dolore*, tosse* e talora febbre*. Nella maggioranza dei casi è sostenuta da virus*, meno da batteri* (il più comune è lo streptococco), ma anche da altri fattori come l’azione prolungata di sostanze irritanti (polvere, tabacco, alcool, ecc.).

Rogna: V. Scabbia.

Rosolia: malattia virale contagiosa, più comune nell’età infantile, i cui sintomi comprendono febbre lieve e rigonfiamento doloroso delle ghiandole dietro al collo, cui segue un’eruzione cutanea, esantema, di breve durata fatta di piccole macchie rosa, prima dietro le orecchie, poi sulla fronte e su tutto il corpo.

Rubefacente: che irrita e arrossa la pelle.

Rutina: (comunemente nota anche come rutoside e da alcuni definita vitamina P) è un glicoside* del gruppo dei flavonoidi* che nell’organismo svolge un’importante funzione antiossidante* (evita la produzione di radicali liberi che danneggiano le cellule), di protezione da alcuni tipi di tumore, di rafforzamento delle pareti dei capillari, di riduzione del colesterolo* cattivo LDL. Essa è presente in numerose piante tra cui limone, uva, eucalipto, capperi, menta piperita, cipolla, carciofo, ecc.

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Glossario L-M

NOTA: i termini con l’asterisco costituiscono altrettante voci del Glossario e quindi sono eventualmente consultabili nelle sottosezioni alfabeticamente corrispondenti.

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Laringe: tratto della gola* che inizia appena sotto la faringe* e termina nella trachea*. Nella laringe si trovano l’epiglottide*, che durante la deglutizione impedisce al cibo di accedere alle vie respiratorie, poi le corde vocali e la glottide*, che insieme partecipano alla fonazione.

Laringite: infiammazione, acuta o cronica, della laringe* che può essere di origine batterica o virale, ma anche causata dall’azione di sostanze allergizzanti e irritanti o da un cattivo uso della voce, come può succedere a cantanti e oratori.

Lassativo: che facilita l’evacuazione delle feci, aumentandone il volume e stimolando i movimenti peristaltici.

Lattosio: è il principale zucchero semplice contenuto nel latte di tutti i mammiferi. E’ un disaccaride* formato da glucosio e galattosio. Essendo uno zucchero semplice, è facilmente assimilabile e subito bruciato dall’organismo. V. Zuccheri.

Leucociti: V. Globuli bianchi.

Leucorrea: aumento patologico ed alterazione della normale secrezione delle mucose* uterina e vaginale, che può assumere aspetto più o meno vischioso, colore biancastro-trasparente o giallastro o giallo-verdastro ed odore sottile. Può essere causata da fenomeni infiammatori (vaginite) o dalla congestione della mucosa urogenitale. I sintomi che si associano sono prurito, bruciore, arrossamento, dolore. La prevenzione si attua con una normale igiene intima.

Lichen planus: malattia cronica infiammatoria (V. anche Infiammazione) su base immunitaria che può colpire sia la pelle che le mucose e nella maggioranza dei casi interessa le mucose della bocca. Molto spesso si presenta come un reticolo biancastro, una specie di ragnatela, ma può anche presentarsi con aree arrossate e con ulcere* (lesioni che non tendono a guarire spontaneamente). Le gengive, se coinvolte, appaiono arrossate e sanguinano con facilità. I sintomi possono essere fastidio, bruciore, dolore*, specie dopo l’assunzione di cibi o bevande irritanti (aceto, limone, superalcolici, spezie, ecc.).

Licopene: è un carotenoide (i carotenoidi sono una classe di pigmenti organici  presenti principalmente nelle piante) responsabile del colore rosso del pomodoro e del colore giallo e rosso anche di altri vegetali commestibili, come cocomero, albicocca, pompelmo rosa, uva rossa, papaia, ecc. A differenza del beta-carotene non è provitaminico A (o precursore della vitamina A), cioè non viene trasformato dall’organismo in vitamina A. Possiede un’elevatissima capacità antiossidante* (la più alta tra tutti i carotenoidi) e questo lo rende molto interessante dal punto di vista terapeutico. Per tale motivo rafforza le difese immunitarie, protegge le cellule dell’organismo dall’azione nociva dei radicali liberi (molecole che si formano dal metabolismo con i processi di ossidazione, che danneggiano le cellule e sono responsabili del loro invecchiamento), previene i rischi delle malattie cardiovascolari e di molti tumori. Vi sono delle evidenze scientifiche secondo cui il licopene aiuta anche ad abbassare i livelli di colesterolo* nel sangue*, è efficace nel contrastare i disturbi dell’età e protegge la pelle* dall’esposizione eccessiva ai raggi ultravioletti. L’organismo umano non è in grado di sintetizzare il licopene, per cui esso deve essere assunto con la dieta. L’alimento in assoluto a maggior contenuto di licopene è il pomodoro rosso maturo. La più alta concentrazione la si ritrova nel passato di pomodoro e nel ketchup. Le riserve di licopene nell’organismo si trovano nel fegato, nelle ghiandole surrenali, nei testicoli e nella prostata. Poiché è liposolubile (come del resto le vitamine A*, D*, E* ed il beta-carotene*), l’assorbimento del licopene è migliorato quando la dieta alimentare fa uso di olio.

Linfatico: V. Temperamento linfatico.

Linimenti: sono preparati fitoterapici* per uso esterno di consistenza liquida o semiliquida, costituiti da miscele di erbe con alcool o con aceto o con oli vegetali. Sono utilizzati per praticare massaggi di parti doloranti, per lenire il dolore causato da contusioni* o da traumi muscolari e più in generale nei casi di infiammazioni* di origine traumatica. Sono pertanto un ottimo rimedio esterno contro il dolore* . La basi vegetali usualmente adoperate sono farina di semi di lino, di senape, di peperoncino, di mirra.

Livido: V. Ecchimosi.

Lombaggine: lombalgia* acuta di origine muscolare, comunemente denominata colpo della strega, consistente in una contrattura dei muscoli paravertebrali con blocco dei movimenti. I sintomi principali sono dolore* e rigidità muscolare. Nella pratica lombaggine e lombalgia assumono lo stesso significato.

Lombalgia: comunemente chiamata mal di schiena, è il dolore* che colpisce la regione lombare e sacrale. Nel caso in cui il dolore si irradia anche alla gamba si parla di lombosciatalgia. Le cause possono essere le più diverse, quali ad es. uno sforzo eccessivo, una caduta, un trauma contusivo-distorsivo, patologie croniche e degenerative quali l’artrosi della colonna vertebrale, ecc. L’organismo risponde al dolore con la contrattura della muscolatura lombare che aumenta ulteriormente la sensazione dolorosa e comporta un aggravio della mobilità del tronco. La lombalgia acuta è caratterizzata da una lesione in sede (muscolare, legamentosa, articolare, ossea, ecc.) accompagnata da fenomeni infiammatori. La lombalgia può diventare cronica quando anche senza alcuna lesione il dolore si protrae a causa essenzialmente di uno stile di vita errato (scarsa attività fisica, sovrappeso, posture scorrette, movimenti scorretti, stress, ansia, ecc.).

Longilineo astenico: è il biotipo* caratterizzato da un aumentato funzionamento della tiroide* (ipertiroidismo) e della midollare del surrene* (ipermedullosurrenismo), ma da uno scarso funzionamento della corticale del surrene (ipocorticosurrenismo). Corrisponde alla costituzione fosforica* o al temperamento nervoso*.

Longilineo stenico: è il biotipo* caratterizzato da un aumentato funzionamento sia della midollare che della corticale del surrene* (ipersurrenismo). Corrisponde alla costituzione sulfo-fosforica* (sulfurico magro) o al temperamento bilioso*, anche se quest’ultima corrispondenza è un po’ forzata, è solo didattica, in quanto il biotipo bilioso può associarsi a qualsiasi costituzione.

Luesinico: V. Diatesi luesinica.

Luesinismo: V. Diatesi luesinica.

Lussazione: lesione della capsula e dei legamenti delle articolazioni*, dovuta ad un movimento brusco che comporta un allontanamento permanente dei capi articolari, andando al di là dei loro limiti fisiologici. E’ necessario un intervento esterno per riportare in sede le due superfici articolari fuoriuscite. Se dopo l’incidente i capi ossei ritornano spontaneamente nella loro posizione si parla allora di distorsione*. Le lussazioni interessano prevalentemente spalla, gomito, anca, dita e rotula. I sintomi sono dolore, impossibilità funzionale, deformazione articolare, gonfiore, calore, livido.

Macchia mediterranea: è quella particolare associazione vegetale, tipica delle terre costiere che si affacciano sul Mare Mediterraneo, formata da alberi* con portamento arbustivo e da arbusti* in prevalenza sempreverdi*. Il nome macchia deriva dal fatto che le piante* si dispongono sul terreno in modo non uniforme ma per l’appunto a macchie. La macchia mediterranea si è costituita come risultato della trasformazione del paesaggio ad opera dell’uomo nel corso dei millenni, attraverso incendi e disboscamenti, a discapito della primordiale foresta mediterranea*, caratterizzata da alberi secolari, poderosi, di alto fusto. Si classifica in macchia alta, costituita da boschi di alberi a portamento arbustivo, con altezze che mediamente raggiungono i 4 – 5 m, in macchia bassa, costituita da diverse specie di arbusti con altezze non superiori ai 2 – 3 m e nella gariga*, costituita da vegetazioni cespugliose e discontinue di altezza massima di 1 – 1,5 m, ma in genere inferiore ai 50 cm. In realtà la gariga è una formazione vegetale secondaria che rappresenta il successivo stadio involutivo della macchia mediterranea vera e propria dovuto ad un ulteriore degrado del territorio, in genere ad opera dell’uomo. La vegetazione della macchia è fatta da specie più adatte a resistere alla calura ed alla siccità estiva, come ad es. le piante sclerofille* e geofite*.

Magnesio: (simbolo chimico Mg) è un oligoelemento* implicato in diverse reazioni chimiche che avvengono nell’organismo, nella trasmissione degli impulsi muscolari e nervosi. La mancanza di questo minerale può portare a numerosi disturbi, quali nervosismo, agitazione, palpitazioni, insonnia, nausea e vomito, diarrea, crampi muscolari, ipertensione*, ridotta assimilazione del calcio. Il magnesio è contenuto in tutte le piante verdi, essendo un importante componente della clorofilla* (pigmento che conferisce il colore verde alle piante). Lo si trova in molti prodotti alimentari, come cereali (soprattutto integrali), noci, verdure verdi, ma anche carni, farinacei, prodotti e derivati del latte. Tuttavia la cottura dei cibi ne riduce sensibilmente la presenza.

Mal di gola: più che una malattia, è il sintomo di alcune malattie delle vie respiratorie: più precisamente è un’infiammazione* acuta o cronica della mucosa* della faringe* o della laringe*, od anche un’infezione a carico delle tonsille*. Le affezioni corrispondenti sono, rispettivamente, la faringite*, la laringite* e la tonsillite*. Sono malattie molto comuni, specialmente nei bambini, che si manifestano prevalentemente nella stagione invernale (ma possono verificarsi anche in estate quando si eccede con l’aria condizionata), sono contagiose e possono trasmettersi nei luoghi affollati attraverso tosse, starnuti, saliva. I sintomi in comune sono dolore, secchezza e bruciore alla gola, sensazione di avere un corpo estraneo all’altezza della laringe e delle tonsille, che risultano gonfie e arrossate, difficoltà di deglutizione ed a parlare, abbassamento della voce, a volte senso di soffocamento, raffreddore, tosse, febbre, malessere generale. Le cause del mal di gola sono maggiormente attribuibili a virus*, ma anche a batteri* (soprattutto allo streptococco, in tal caso la febbre è alta e le tonsille sono infiammate e con placche di pus), oppure a irritazioni delle vie respiratorie dovute all’azione di sostanze allergizzanti o irritanti (polveri, smog, fumo, agenti chimici, alcool, ecc.).

Medicina allopatica: V. Allopatia.

Medicina omeopatica: V. Omeopatia.

Membrana mucosa: (o semplicemente mucosa) membrana molle ed elastica che riveste le cavità interne dell’organismo che comunicano con l’esterno (es. bocca, stomaco, intestino, ecc.). E’ costituita da uno strato esterno di tessuto epiteliale* (tessuto costituito da cellule contigue, fittamente stipate tra loro) ed uno interno di tessuto connettivo* (tessuto che costituisce la struttura di appoggio e di riempimento). La maggior parte delle mucose contiene le ghiandole mucipare che secernono il muco* per la protezione e la lubrificazione delle membrane stesse.

Membrana sierosa: tessuto connettivo*, ricco di fibre elastiche, che riveste alcuni organi, la cui superficie è inumidita da un liquido trasparente incolore. Si chiama pleura la membrana sierosa che avvolge i polmoni, peritoneo quella che ricopre la cavità addominale e gran parte dei visceri, pericardio quella che avvolge il cuore e la prima porzione dei grandi vasi sanguigni collegati. Il rivestimento delle membrane sierose è detto mesotelio.

Membrana sinoviale: membrana connettivale, presente nelle articolazioni*, che riveste internamente la capsula articolare e i capi articolari delle ossa; contiene il liquido sinoviale o sinovia, che serve per la lubrificazione.

Meningite: infiammazione* delle meningi, che sono le tre membrane concentriche, dura madre, aracnoide e pia madre, che, all’interno del cranio, avvolgono l’encefalo ed il midollo spinale. La malattia è di origine infettiva e può essere causata da virus*, batteri* e da funghi*. La forma virale, detta anche meningite asettica, è la più comune e non ha conseguenze gravi.

Menometrorragia: condizione dell’ipermenorrea* in cui l’aumento delle perdite ematiche si manifesta con mestruazioni lunghe combinate con perdite intermestruali.

Menorragia: condizione dell’ipermenorrea* in cui l’aumento delle perdite ematiche si manifesta con mestruazioni lunghe.

Mesoblastico: V. Costituzione mesoblastica.

Mesoblasto: è il foglietto embrionale intermedio del disco germinativo*, da cui si originano cuore, vasi sanguigni, muscoli, polmoni, corticale del surrene, ipofisi anteriore, scheletro, ovaie, testicoli, elementi corpuscolati sia del sangue (globuli bianchi, globuli rossi e piastrine) che della linfa (linfociti), ecc.

Mesocarpo: è la parte intermedia del frutto* di una pianta*, la cosiddetta polpa quando si tratta di frutti carnosi. E’ lo strato mediano del pericarpo* (che avvolge e protegge i semi).

Meteorismo: è l’eccessiva produzione e accumulo di gas nel tratto digestivo, più usualmente nel tratto intestinale, che causa spasmo e distensione dell’addome.

Metrorragia: condizione dell’ipermenorrea* in cui l’aumento delle perdite ematiche si manifesta con perdite intermestruali.

Miasma: V. Diatesi.

Miceti: V. Funghi.

Micosi: infezione cutanea causata da funghi* microscopici (miceti), solitamente non grave ma fastidiosa, che può lasciare macchie e segni. Di solito si manifesta con macchie rossastre brune, con piccole bolle o croste che provocano bruciore o prurito. E’ contagiosa e si sviluppa con il caldo e l’umido. Quindi, i luoghi di contagio possono essere piscine, saune, spogliatoi, e le aree del corpo interessate sono ascelle, inguine, piedi (tipico è il cosiddetto piede dell’atleta). Una forma abbastanza diffusa è la candidosi*.

Midollare del surrene: V. Surrene.

Miorilassante: rilassa e riscalda i muscoli, calmandone le contrazioni.

Monosaccaride: zucchero semplice formato da una sola unità (molecola), quali il glucosio* ed il fruttosio*. Gli zuccheri semplici sono facilmente assimilabili e subito bruciati dall’organismo per il fabbisogno energetico. V. Zuccheri.

Morbillo: malattia virale contagiosa, che colpisce spesso i bambini, i cui sintomi sono in successione: raffreddore* con febbre* alta, puntini bianchi all’interno della bocca, eruzione cutanea caratteristica, esantema, fatta di puntini rossi prima dietro le orecchie e sul viso, poi sul resto del corpo.

Mucillagine: sostanza vischiosa presente in varie parti di quasi tutte le piante*, di aspetto simile alla gomma ma con composizione più complessa. La sua funzione è di aiutare le piante a trattenere l’acqua evitandone il disseccamento e rendendole quindi più resistenti alla siccità. Nelle piante è spesso associata ai tannini* (sostanze antiossidanti astringenti) ed agli alcaloidi* (sostanze organiche azotate dalle proprietà medicamentose o tossiche).

Muco: è il fluido bianchiccio, denso e filante, secreto dalle ghiandole mucipare (ghiandole esocrine delle membrane mucose), che ha la funzione di lubrificare e di proteggere le mucose degli apparati respiratorio, digerente, urinario e genitale (V. Membrana mucosa). Il muco viene secreto in maggiori quantità durante i processi infiammatori locali, ad es. nel corso delle malattie da raffreddamento, in tal caso dicesi catarro*.

Mucosa: V. Membrana mucosa.

Muriatico: V. Costituzione sulfo-fosforica.

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Glossario E

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Ecchimosi: chiamato comunemente livido, è un’infiltrazione di sangue* nei tessuti sottocutanei per rottura dei relativi capillari.  Il tipo più comune è dovuto ad un trauma contusivo (V. anche Contusione). Se il trauma è di più grave entità e quindi il travaso di sangue forma una vera e propria raccolta, si parla di ematoma. La manifestazione cutanea è inizialmente di colore rosso-blu, poi verde-blu ed infine giallo-oro.

Eccipiente: sostanza ausiliaria presente in molti rimedi omeopatici* e preparati fitoterapici*, quali pomate*, unguenti*, creme*, capsule*, pillole*, pasticche*, compresse*, ecc., che ha la funzione di fare da supporto al principio attivo avente le proprietà curative. Nel caso di pomate, unguenti e creme l’eccipiente completa anche l’azione del farmaco supportato. Esso infatti è costituito da una sostanza più o meno grassa che, per le sue proprietà occlusive, esplica una vantaggiosa azione emolliente* permettendo al principio attivo di agire in profondità ed assicura alla pelle un appropriato apporto lipidico, senza bloccarne la traspirazione e gli scambi di calore.

Ecosistema: si intende il luogo ove le forme di vita vegetale e animale presenti interagiscono tra di loro e con l’ambiente che li circonda.

Ectoblastico: V. Costituzione ectoblastica.

Ectoblasto: è il foglietto embrionale più esterno del disco germinativo*, da cui si originano pelle*, cervello, nervi, midollare del surrene*, ipofisi posteriore, retina, ecc.

Eczema: V. Dermatite.

Edema: gonfiore dovuto all’accumulo del liquido infiammatorio extravascolare, l’essudato, nel tessuto infiammato (V. anche Infiammazione).

Efelidi: macchie brune che compaiono in alcuni individui per accumulo di pigmento dopo esposizione al sole, soprattutto sul volto.

Efflorescenze: bollicine pruriginose che compaiono spesso sul viso.

Elastina: insieme di fibre proteiche contenute nel tessuto connettivo*, particolarmente elastiche, che permettono ai tessuti di tornare alla loro forma originale dopo essere stati sottoposti a distensione o contrazione. Nel derma* (strato intermedio della pelle) le fibre di elastina (o elastiche) sono responsabili della morbidezza ed elasticità della pelle*.

Ematocrito: è la misura della parte corpuscolata del sangue* cioè del volume occupato dai globuli bianchi*, dai globuli rossi* e dalle piastrine*. I valori normali sono 42 – 50% per l’uomo e 37 – 46% per la donna.

Ematoma: V. Ecchimosi.

Ematuria: è la presenza di sangue* nelle urine. Si parla di microematuria se il quantitativo di sangue è modesto e non modifica la colorazione delle urine, per cui è rilevabile unicamente con le strisce reattive o con l’esame microscopico. Si parla invece di macroematuria se il quantitativo di sangue è tale da conferire alle urine una colorazione che va dal marrone al rosso. Le cause possono essere di natura benigna, quali ad es. infezioni dell’apparato urinario, oppure molto più gravi, quali ad es. malattie renali o tumori.

Emazie: V. Globuli rossi.

Emetico: che provoca il vomito.

Emicrania: è il tipo più frequente di cefalea* che colpisce solo una parte del cranio, generalmente il lobo frontale, temporale o orbitale.

Emmenagoga: capacità di regolazione delle mestruazioni rare o scarse ed eventuali disturbi connessi.

Emocromo: analisi del sangue* che serve a valutare il numero dei globuli bianchi*, globuli rossi* e piastrine* presenti nel sangue periferico.

Emoglobina: è una proteina di colore rosso che costituisce il componente essenziale dei globuli rossi* del sangue*. E’ formata da una proteina vera e propria (globina) e da un gruppo proteico colorato contenente ferro* (emocromogeno). Ha la funzione importantissima di trasportare l’ossigeno alle cellule. I valori normali sono 14 – 18 g/l per l’uomo e 12 – 16 g/l per la donna. Una riduzione dei livelli di emoglobina o dei globuli rossi nel sangue è causa di anemia*.

Emolitico: in grado di aiutare il processo fisiologico di rinnovamento dei globuli rossi* (eritrociti) nel sangue*, che avviene nella milza ed in misura minore nel fegato e nel midollo osseo. Se tale processo supera i limiti fisiologici possono subentrare patologie quali l’anemia* e l’itterizia.

Emolliente: esplica un’azione calmante sulla pelle* e sulle mucose* quando sono infiammate (V. anche Infiammazione).

Emopoiesi o Ematopoiesi: processo di produzione e di maturazione di tutti i tipi di cellule del sangue* a partire dai loro precursori. Gli organi del sistema linfatico preposti a ciò sono il midollo osseo, le ghiandole linfatiche (in particolare per i leucociti*) e la milza, nell’individuo adulto. Per la loro funzione sono detti organi emopoietici (o ematopoietici).

Emorroidi: dilatazioni (varici) delle vene presenti nel rivestimento cutaneo dell’ano che si presentano sottoforma di una o più tumefazioni dolorose di colore rosso. Si dicono esterne se sono situate vicino all’apertura anale e visibili dall’esterno, oppure interne se sono situate all’inizio del canale anale. Le cause del disturbo sono le stesse delle vene varicose*, riconducibili cioè ad una debolezza venosa di origine genetica oppure a fattori che aumentano la pressione sanguigna addominale, quali lo stile di vita e le abitudini alimentari. Anche le disfunzioni intestinali, come stitichezza* e diarrea* croniche, possono costituire un importante fattore di rischio.

Emostatico: sostanza o mezzo che arresta le perdite di sangue*.

Emottisi: emissione orale di sangue*, di solito con un colpo di tosse.

Endoblastico: V. Costituzione endoblastica.

Endoblasto: è il foglietto embrionale più profondo del disco germinativo*, da cui si originano bocca, esofago, stomaco, intestino tenue, intestino crasso, retto, ano, fegato, pancreas, timo, prostata, epitelio dei bronchi, mucose degli organi interni, ecc.

Endocarpo: è la parte interna del frutto* di una pianta* che avvolge i semi. Può assumere sviluppo e consistenza varia a seconda delle specie: polposo nelle bacche (pomodori, cachi, ecc.), membranoso nei pomi (mela, pera, ecc.), legnoso nelle drupe (pesca, ciliegia, ecc.). E’ lo strato interno del pericarpo*.

Endotelio: è il tessuto epiteliale* che riveste le cavità del corpo che non comunicano con l’esterno (es. cavità cardiache, ventricoli cerebrali). E’ costituito da un unico strato di cellule appiattite e strettamente unite tra loro.

Enterite: è l’infiammazione* dell’intestino tenue (che è il primo tratto dell’intestino). I sintomi possono essere dolori addominali, diarrea*, presenza di sangue nelle feci, disidratazione, febbre*, eruzioni cutanee. La forma acuta è in genere dovuta a batteri* o virus*, ma anche ad allergie alimentari, assunzione di bevande molto fredde, intossicazione per ingestione di cibo avariato. La forma cronica può essere dovuta a patologie molto più gravi.

Enzimi: sono proteine che determinano o accelerano le reazioni chimiche all’interno delle cellule. Sono ad azione altamente specifica per ogni tipo di reazione. In genere sono classificati in: idrolasi che favoriscono le reazioni idrolitiche, desmolasi che favoriscono le reazioni ossido-riduttive, idratasi che favoriscono l’idratazione. A seconda della sede di produzione e di azione si dividono anche in enzimi intracellulari, che agiscono all’interno della cellula che li ha prodotti ed in enzimi extracellulari, che agiscono al di fuori di essa.

Epatico: che aiuta le funzioni del fegato e della colecisti, in particolare la secrezione e l’evacuazione della bile.

Epicarpo: è la parte più esterna del frutto* di una pianta*, la cosiddetta buccia. E’ lo strato esterno del pericarpo*.

Epidermide: tessuto epiteliale* (tessuto costituito da cellule contigue, fittamente stipate tra loro) che insieme al derma* ed all’ipoderma* forma la pelle*, di cui ne costituisce lo strato più superficiale. A sua volta è fatta da più strati di cellule, dette cheratinociti (produttrici di cheratina*, proteina filamentosa ricca di zolfo), che presentano livelli di cheratina via via crescenti e precisamente, partendo dal fondo, da: strato basale detto anche germinativo, strato spinoso, strato granuloso, strato lucido e strato corneo, quest’ultimo formato prevalentemente da cellule morte contenenti molta cheratina e poca acqua. Sono da considerarsi appartenenti all’epidermide i peli e le unghie.

Epiglottide: lamina cartilaginea della laringe*, articolata alla base della lingua, appena sopra le corde vocali, che ribattendosi all’indietro al momento della deglutizione copre l’accesso laringeo impedendo il passaggio del cibo nelle vie respiratorie e indirizzandolo nell’esofago verso lo stomaco.

Epilessia: condizione cronica neurologica caratterizzata da crisi epilettiche, dovute all’iperattività di alcune cellule nervose cerebrali, i neuroni, che si manifestano con una varietà di sintomi quali brevi episodi di perdita di conoscenza e/o alterazioni sensitive, psichiche e motorie accompagnate da spasmi* o da convulsioni*.

Epistassi: fuoriuscita di sangue* dal naso.

Epitelio: V. Tessuto epiteliale.

Equilibrio idrogeologico: è la condizione di stabilità del sistema suolo-acque di un territorio, in relazione al regime di deflusso delle acque che lo interessano (pioggia, fiumi, ecc.), nel quale non intervengono cambiamenti se non per cause esterne. Se il sistema non è in grado di “assorbire” tali cambiamenti, allora si parla di dissesto idrogeologico. E’ il caso ad es. del degrado dell’ambiente procurato dalle attività antropiche* (disboscamenti, ostruzione o deviazione degli alvei naturali, ecc.) che possono provocare eccessivo dilavamento ed erosione del suolo, crolli strutturali, frane, alluvioni. 

Eretismo cardiaco: palpitazioni e dolori al torace, in corrispondenza del cuore, nei soggetti emotivi che spesso non presentano alcuna patologia cardiaca.

Erisipela: infezione acuta della pelle* che si manifesta con febbre* e con chiazze calde, rosse, dolenti, tendenti alla diffusione, specie su braccia, gambe e volto.

Eritema: irritazione cutanea consistente in un arrossamento della pelle* determinato da un aumento di apporto di sangue* nei vasi sanguigni del derma* (strato intermedio della pelle) superficiale. Il tipo più comune è l’eritema solare dovuto ad una sovraesposizione ai raggi del sole. I sintomi sono bruciore e dolore.

Eritrociti: V. Globuli rossi.

Eruttazione: espulsione rumorosa, attraverso la bocca, dei gas presenti nello stomaco. Può essere una manifestazione tipica dell’aerofagia* oppure essere associata ad una indigestione o ad altri disturbi gastrici.

Esantema: eruzione cutanea caratteristica delle malattie dell’infanzia, cosiddette esantematiche, quali morbillo*, rosolia*, scarlattina*, varicella*. Il termine è adoperato anche per indicare in generale ogni eruzione cutanea fatta di eritemi* (irritazioni cutanee con arrossamento), papule* (piccole chiazze rosse rilevate), pustole* (lesioni rilevate purulenti contenenti pus), vescicole* (piccole tumefazioni contenenti siero).

Esofago: condotto che dalla gola* perviene allo stomaco.

Esperidio: è un frutto* considerato un tipo particolare di bacca*, tipico degli agrumi (arancia, limone, mandarino, ecc.), con epicarpo* (è la parte più esterna, la cosiddetta buccia) sottile, colorato e ricco di oli essenziali* profumati, con mesocarpo* (è la parte bianca chiamata albedo) e con endocarpo* (è la parte interna che avvolge i semi), diviso in spicchi a mezzo di membrane, contenente un tessuto succoso ed i semi.

Espettorante: favorisce l’espulsione dell’espettorato (V. Catarro), cioè delle secrezioni bronchiali e faringee.

Espettorato: V. Catarro.

Essudato: liquido infiammatorio extravascolare che si forma nel tessuto infiammato causando il gonfiore o edema (V. anche Infiammazione).

Estivazione: è il fenomeno secondo cui le piante* concentrano la fase di maggiore attività vegetativa nel periodo invernale o primaverile (ove si verifica il massimo della piovosità), mentre rallentano la loro attività fino a cadere in una condizione di stasi vegetativa durante il periodo estivo (ove fa caldo e si verifica il massimo della siccità). Per gran parte di esse, quindi, la produzione di nuove foglie, la fioritura e la fruttificazione avvengono durante i mesi invernali e primaverili. Il fenomeno dell’estivazione è tipico delle zone sub-tropicali, come quelle in cui ricade la macchia mediterranea*.

Eupeptico: V. Digestivo.

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Glossario A

NOTA: i termini con l’asterisco costituiscono altrettante voci del Glossario e quindi sono eventualmente consultabili nelle sottosezioni alfabeticamente corrispondenti.

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Achenio: è un frutto* secco indeiscente* (a maturazione non si apre spontaneamente per far uscire i semi) con un solo seme non aderente al pericarpo* (parte esterna che avvolge e protegge i semi), spesso con apparato piumoso atto alla disseminazione detto pappo (es. arnica montana, tarassaco).

Acido ascorbico: V. Vitamina C.

Acido citrico: è un acido organico antiossidante* assai diffuso nel regno vegetale, specie negli agrumi ed in modo particolare nel limone che ne contiene il 5 – 8%, ma è presente anche nei funghi, nel vino e nel latte. A temperatura ambiente si presenta come una polvere bianca cristallina solubile in acqua. E’ molto usato dall’industria alimentare come conservante e correttore di acidità, ove assume la sigla E330. Dal punto di vista nutrizionale favorisce l’assorbimento del ferro* e quindi facilita la produzione dei globuli rossi*, ostacola la formazione dei calcoli renali, stimola e facilita la digestione. Un eccessivo consumo può ledere lo smalto dei denti.

Acido clorogenico: è un antiossidante* naturale che previene le malattie arteriosclerotiche e cardiovascolari ed interviene nella regolazione dei livelli di glucosio* nel sangue*. E’ contenuto nel cuore del carciofo e nel caffè, anche se la tostatura ne riduce sensibilmente la presenza.

Acido folico: altra denominazione della vitamina B9 (V. Vitamina B).

Acido urico: è un prodotto di scarto dell’organismo che viene espulso nelle urine dai reni. Se ciò non dovesse avvenire con la dovuta regolarità, nel sangue si riscontra un aumento del tasso di acido urico. Con il termine uricemia si indica il parametro che esprime la quantità di acido urico nel sangue. I valori normali sono 3,2 – 8,1 mg/dl per gli uomini e 2,2 – 7,1 mg/dl per le donne. Valori superiori possono essere determinati da alcolismo, diabete*, gotta*, insufficienza renale cronica, leucemia, ecc. Valori inferiori da anemia*, epatite acuta, da gravidanza, ecc.

Acne: è una dermatosi che colpisce il viso, raramente il tronco. E’ caratterizzata dalla formazione di comedoni* (punti neri o bianchi che sono piccole masse di sebo e cheratina all’interno dei follicoli), papule* (piccole chiazze rosse rilevate), pustole* (lesioni rilevate purulenti contenenti pus) che si formano allo sbocco delle ghiandole pilo-sebacee per ristagno della secrezione e che possono lasciare anche delle cicatrici. E’ un tipo di malattia della pelle molto comune nell’adolescenza e si ipotizza che possa essere provocata dall’aumento di ormoni, da predisposizione genetica e dallo stress.

Acuto: V. Rimedio omeopatico acuto.

Adenite tubercolare: infezione delle ghiandole linfatiche, in particolare quelle del collo, causata dallo stesso batterio della tubercolosi. Un tempo era nota con il termine, ormai in disuso, di scrofola. Il sintomo caratteristico è l’ingrossamento dei linfonodi consistente in tumefazioni nodulari dolorose che tendono a trasformarsi in ascessi  freddi e poi in fistole. Spesso è accompagnata da febbre, brividi e malessere.    

Adenosina: è una molecola fisiologica che ha effetti benefici sul sistema cardiocircolatorio. E’ la sostanza che il cuore produce quando si trova in difficoltà per difendersi dall’infarto. Possiede la proprietà di indurre vasodilatazione, che aumenta l’irrorazione del sangue nel cuore e nel corpo e determina l’abbassamento della pressione arteriosa (V. Ipertensione), di fluidificare il sangue* in quanto antiaggregante piastrinica, riducendo il rischio di trombosi, di contenere il colesterolo* ed i trigliceridi* in eccesso, di rinforzare i vasi sanguigni esercitando un’azione protettiva e anti-arterosclerosi*. L’adenosina è particolarmente contenuta nel fungo Auricularia. Nelle piante l’adenosina trifosfato (o ATP) si forma con la conversione degli zuccheri* semplici (ottenuti con la fotosintesi), in presenza di ossigeno (proveniente dalle radici), durante il processo di respirazione. Si tratta di un composto ad alta energia indispensabile allo sviluppo delle stesse.

Aerofagia: difficoltà digestiva consistente nella eccessiva deglutizione di aria durante i pasti che provoca un rigonfiamento gassoso dell’addome, il più delle volte doloroso, con conseguente meteorismo* e frequenti eruttazioni* e flatulenze*. Spesso è semplicemente la conseguenza di cattive abitudini alimentari, come l’uso eccessivo di bevande gassate, di bicarbonato e di chewingum, o il consumo troppo frettoloso dei pasti.

Afonia: abbassamento o perdita totale della voce dovuta ad un’infiammazione* della mucosa* laringea. Più semplicemente può essere causata da un uso improprio ed eccessivo della voce, come potrebbe succedere a cantanti, attori, insegnanti, oratori ed in genere a tutte quelle persone che svolgono mestieri comportanti sforzi prolungati della voce. Può essere anche di tipo funzionale, non dipendente da lesione agli organi vocali, ma dovuta a fattori di ordine psichico, quali ad es. l’isterismo.

Afte: sono lesioni dolorose della mucosa della bocca caratterizzate da ulcerazioni rotondeggianti, dal contorno rossastro, del diametro di 2 – 5 mm o superiore nei casi più gravi. Possono essere singole o presentarsi a gruppi. Normalmente guariscono spontaneamente in 1 o 2 settimane, ma tendono a recidivare.

Agarofobia: paura di frequentare luoghi pubblici o non familiari, da cui si teme di non potersi allontanare per portarsi in luogo sicuro come la propria abitazione.

Albero: è una pianta* capace di svilupparsi in altezza, tramite un fusto legnoso, detto tronco, che di solito inizia a ramificarsi a qualche metro dal suolo, a differenza dell’arbusto* ove il tronco inizia a ramificarsi quasi subito.

Albumina: è una proteina prodotta dal fegato presente nel plasma* del sangue*. Ha molti compiti tra cui il più importante è quello di mantenere costante il livello dei liquidi nei comparti intervascolari. Funziona come una calamita d’acqua, ossia richiama nei vasi sanguigni i liquidi contenuti negli spazi intercellulari e consenta al rene una più efficace azione diuretica. Quando i livelli di albumina nel sangue sono bassi, i liquidi si diffondono nei tessuti causando gonfiore. Sono normali valori di 3,5–5,5 g/dl. Il suo nome deriva dall’albume d’uovo dove è particolarmente contenuta.

Albuminuria: elevata concentrazione di albumina* nelle urine. I valori normali sono 5 – 15 mg/die, ma può essere anche assente. E’ dovuta essenzialmente ad un’alterazione dei reni.

Alcaloidi: sono sostanze organiche azotate che posseggono proprietà medicamentose o tossiche a seconda del tipo e della dose (per es. morfina, caffeina, cocaina, stricnina), per cui le piante ad alcaloidi devono essere utilizzate a dosaggi ridotti; hanno sapore amaro; sono sostanze basiche; non sono molto solubili in acqua ma lo sono in alcool; sono sostanze altamente reattive con le attività biologiche e per questo sono le più studiate ed utilizzate in farmacologia; esplicano numerose azioni sull’organismo tra le quali si ricordano quella sul sistema neuromuscolare, di penetrare facilmente la barriera emato-encefalica, di esercitare effetti depressivi (morfina) o stimolanti (caffeina, cocaina) sul sistema nervoso centrale, di interagire con vari recettori neurotrasmettitori ed altro; alcune classi di alcaloidi vengono utilizzate in chemioterapia. Servono anche per difendere la pianta dall’attacco di microrganismi, insetti ed erbivori.

Alcamidi: sono sostanze contenute nelle piante che hanno essenzialmente proprietà antibatteriche ed antimicotiche.

Alitosi: alito cattivo che può avere diverse cause, tra cui le principali sono i problemi digestivi e quelli di denti e gengive. Recenti studi hanno dimostrato che il cattivo odore generalmente si forma per la  proliferazione di alcuni tipi di batteri* che si depositano sulla lingua.

Allergizzante: sostanza capace di provocare nell’uomo reazione allergiche, più o meno violente.

Allopatia: detta anche medicina allopatica (il termine fu coniato proprio da Hahnemann e deriva dal greco allos = diverso e pathos = malattia, cioè malattia del diverso, del contrario), è la medicina tradizionale che, a differenza dell’omeopatia*, adopera sistemi di cura che sfruttano l’azione dei principi contrari a quelli che hanno provocato la malattia, con l’obiettivo di sopprimere la sintomatologia che caratterizza la malattia. E’ quindi una medicina che identifica la malattia nei sintomi della malattia stessa. Di solito viene prescritto un farmaco per ogni sintomo, che ha un’azione contrapposta al sintomo stesso, cioè provoca effetti direttamente contrari a quelli della malattia (es. in caso di febbre si somministra un antipiretico, in caso di pressione alta un antipertensivo o un diuretico, in caso di diarrea un astringente, in caso di cefalea un analgesico e così via). Se il paziente presenta più malattie dovrà assumere più farmaci. Il più delle volte le varie malattie, sia che si presentino contemporaneamente che in successione, vengono considerate ognuna a sé stante, senza cercare alcuna correlazione tra di loro.

Alofila o Alofita: V. Pianta alofila o alofita.

Alopecia: (al posto del termine generico calvizie) fenomeno configurante la perdita dei capelli, che interessa zone più o meno ampie della testa. Essa può avere diverse cause, tra cui ricordiamo i fattori genetici di tipo ereditario, gli abbassamenti delle difese immunitarie, gli stati di stress, l’effetto di medicinali, ecc. La forma più comune e innocua di perdita di capelli è l’alopecia androgenetica o calvizie comune. E’ prevalente negli uomini (riguarda circa l’80% dei maschi entro i 60 anni), dove inizia dalla regione fronto-occipitale o dal vertice della testa per poi estendersi progressivamente, a seconda della gravità, fino alla quasi totale calvizie. Nelle donne il fenomeno è sempre meno aggressivo e consiste per lo più in un diradamento dei capelli.

Amaro: che stimola l’appetito ed attiva le funzioni gastriche.

Amenorrea: termine con il quale si identifica la mancanza di mestruazioni. Si parla di amenorrea primaria se interessa ragazze che, pur avendo superato l’età della pubertà, non hanno ancora avuto la prima mestruazione (menarca). Si parla invece di amenorrea secondaria se riguarda donne che, pur avendo avuto una funzione mestruale regolare, hanno un ritardo delle mestruazioni che si protrae per almeno 3 mesi. Le cause sono sempre patologiche e vanno indagate.

Amido: polisaccaride (zucchero complesso), formato da molte molecole di glucosio* unite tra loro, che si trova nei cereali (grano, orzo, riso), nei legumi (fagioli, piselli, fave, lenticchie, ceci), nei tuberi (patata), in alcuni frutti (noce, castagna). Gli zuccheri complessi per essere utilizzati dall’organismo, devono essere prima ridotti, tramite la digestione, in unità semplici di glucosio. Difatti la digestione degli zuccheri inizia nella bocca, dove la ptialina* (enzima*) presente nella saliva incomincia a scindere l’amido, per poi proseguire nello stomaco e nell’intestino, dove si arriva all’unità più semplice (molecola), il glucosio, che viene quindi portato, tramite il sangue*, a tutte le cellule alle quali fornisce energia. V. anche Zuccheri.

Analgesico: che allevia il dolore* riducendolo, senza però intervenire sulle cause.

Anemia: malattia del sangue* caratterizzata da diminuzione dei globuli rossi* (eritrociti) o dell’emoglobina* (proteina che trasporta l’ossigeno alle cellule) in essi contenuta. In generale il mantenimento dei valori normali dei globuli rossi e dell’emoglobina si basa su un equilibrio dinamico tra produzione e distruzione degli eritrociti, per cui una qualsiasi alterazione del processo di produzione o di formazione degli eritrociti può causare anemia. La malattia può quindi dipendere da ipofunzione midollare, da fattori transitori (emorragie, infezioni acute) o da gravi malattie (cancro, tubercolosi). L’anemia dovuta a un deficit di ferro* è detta anemia sideropenica. L’anemia si manifesta con astenia, pallore, tachicardia, svenimento, mancanza di appetito, nausea, dispnea* (respirazione difficile) dopo uno sforzo, diminuzione della concentrazione e della memoria, fragilità delle unghie.

Anestetico: che elimina la sensibilità; se l’azione è generale può anche diminuire o annullare la coscienza.

Angina di gola: processo infiammatorio (V. anche Infiammazione) doloroso a carico della gola*, che interessa faringe* e tonsille*.

Antalgico: V. Analgesico.

Antidispeptico: che facilita la digestione, ossia combatte la dispepsia*; leggasi digestivo.

Antidoto: V. Rimedio omeopatico antidoto.

Antiecchimotica: capacità di favorire il riassorbimento dei coaguli sottocutanei.

Antielmintica: capacità di uccidere i vermi parassiti intestinali.

Antiemetico: che previene e reprime nausea e vomito.

Antiemorragico: che arresta l’emorragia favorendo la chiusura dei vasi capillari e la coagulazione del sangue*.

Antiflogistico: antinfiammatorio (V. anche Infiammazione).

Antinevralgico: che combatte i dolori localizzati lungo i nervi sensitivi (V. anche Nevralgia).

Antiossidante: in grado di rallentare o impedire il processo di ossidazione di alcune sostanze presenti nell’organismo, al fine di ridurne o annullarne la nocività. Le reazioni di ossidazione, dovute al metabolismo, anche se fondamentali per la vita possono essere altrettanto dannose. Esse infatti possono produrre radicali liberi, che sono molecole che danneggiano le cellule e sono responsabili del loro invecchiamento. Le sostanze antiossidanti esercitano perciò una benefica azione sul sistema cardiocircolatorio e sulle malattie neurodegenerative, nonché aumentano le difese immunitarie. Sono utilizzate anche nei cibi e nei cosmetici come conservanti.

Antipiretico: combatte la febbre* e ne previene gli eccessi.

Antisettico: che impedisce o rallenta lo sviluppo dei microbi; leggasi disinfettante.

Antispasmodico: V. Antispastico.

Antispastico: che riduce lo spasmo* muscolare; riduce la contrazione prolungata di un muscolo o di una parte di esso; mitiga o fa cessare le convulsioni*; allevia e fa diminuire il dolore*.

Antocianine: dette anche antociani, sono tra i più importanti pigmenti presenti nei vegetali, appartenenti alla famiglia dei flavonoidi*. Si trovano soprattutto nei fiori e nei frutti, ma si possono riscontrare anche nelle foglie e nelle radici. Il colore può variare dal rosso al blu, a seconda del pH dei tessuti e della formazione di sali con i metalli pesanti presenti. Nelle piante svolgono l’importante funzione di proteggere le stesse dai danni causati dalle radiazioni ultraviolette. Nell’uomo l’assunzione di tali sostanze, grazie alla loro marcata attività antiossidante*, rafforza le difese immunitarie, protegge le cellule dell’organismo dall’azione nociva dei radicali liberi (molecole che si formano dal metabolismo con i processi di ossidazione, che danneggiano le cellule e sono responsabili del loro invecchiamento), previene i rischi delle malattie cardiovascolari e di molti tumori. Gli alimenti particolarmente ricchi di antocianine sono ribes, ciliegie, cavolo rosso, uva rossa, fragola, sambuco, bacche. Le antocianine sono impiegate nell’industria alimentare come additivi con la sigla E163 (colorante rosso antociano). Industrialmente si ricavano dalla buccia dell’uva rossa.

Aperitivo: contiene principi amari che stimolano l’appetito e predispongono la digestione.

Arbusto: a differenza dell’albero*, è una pianta* i cui rami si separano dal tronco centrale in posizione molto vicina al terreno o il cui tronco non è presente del tutto ed in genere ha un’altezza non superiore ai 4 – 5 m.

Arteriosclerosi: indurimento (sclerosi) delle pareti delle arterie che solitamente compare con il progredire dell’età. Tale indurimento è dovuto all’accumulo di tessuto connettivale fibroso in sostituzione di quello elastico.

Articolazione: è la struttura anatomica di connessione tra due o più ossa tramite il tessuto connettivo*. Le articolazioni del corpo umano sono tantissime e talvolta molto complesse; esse servono allo scheletro per poter espletare la sua funzione di sostegno e di mobilità. Dal punto di vista strutturale, a seconda della natura del tessuto connettivo, possono suddividersi in: articolazioni fibrose, articolazioni cartilaginee e articolazioni sinoviali (V. anche Cartilagine articolare e Membrana sinoviale). Invece dal punto di vista funzionale possono suddividersi in: articolazioni immobili o sinartrosi, articolazioni ipomobili o anfiartrosi e articolazioni mobili o diartrosi che sono le più numerose. Esempi: le articolazioni delle ossa del cranio sono sinartrosi e fibrose, le articolazioni delle vertebre sono anfiartrosi e cartilaginee, l’articolazione della spalla è diartrosi e sinoviale.

Artrite: è un’infiammazione* articolare caratterizzata da calore, tumefazione, arrossamento, dolore, rigidità, che colpisce prevalentemente le articolazioni dotate di maggiore movimento (ginocchia, polsi, gomiti, dita di mani e piedi, anche, spalle). Le cause possono essere di origine metabolica, traumatica, infettiva ed altro. Una forma particolare è l’artrite reumatoide che è un tipo di artrite autoimmune, cioè dovuta ad attacchi del sistema immunitario nei confronti delle articolazioni. Colpisce a tutte le età e può riguardare tutte le articolazioni. Il dolore si avverte anche a riposo.

Artrosi: è la lenta degenerazione della cartilagine articolare*. A differenza dell’artrite raramente sono presenti gonfiore e calore, il dolore subentra con il movimento e cala con il riposo, le articolazioni più colpite sono quelle che sostengono il peso del corpo, come anche e ginocchia. Interessa prevalentemente le persone anziane, ove la malattia si manifesta a seguito dell’usura della cartilagine di un’articolazione, che diventa sottile fino a scomparire del tutto, con il risultato che le superfici ruvide delle ossa strofinano una contro l’altra procurando dolore e rigidità. Nei casi più gravi può subentrare la deformazione dell’articolazione. La patologia può essere anche dovuta ad un eccesso di movimenti specifici ed a contusioni o ripetuti microtraumi.

Ascesso: è una raccolta di pus in una cavità, cutanea o sottocutanea, formatasi per necrosi colliquativa dei relativi tessuti, cioè per un processo degenerativo che comporta la fluidificazione dei tessuti. E’ l’espressione di un processo infiammatorio locale, determinato quasi sempre da batteri*. Si manifesta con tutte le caratteristiche dell’infiammazione*: tumefazione, calore, rossore, dolore e limitazione funzionale della parte colpita. Se la cavità non si svuota naturalmente, è necessario l’intervento chirurgico. Nel caso di mancato svuotamento, l’ascesso di modesta entità può essere riassorbito con la formazione di una cicatrice altrimenti si avrà la formazione di una cisti.

Asinergico: V. Rimedio omeopatico asinergico.

Asma: infiammazione* delle vie respiratorie causata da diversi fattori tra cui un ruolo sempre più importante assumono le sostanze allergizzanti presenti nell’aria come acari e pollini. I sintomi sono difficoltà di respirazione, che si accentua durante il cosiddetto attacco d’asma dove si verifica una vera e propria ostruzione dei bronchi, tosse*, respiro sibilante, difficoltà ad espellere il catarro* accumulatosi nei bronchi infiammati.

Astringente: capacità di ridurre le secrezioni dei tessuti infiammati; dicesi anche di farmaci che riducono l’evacuazione intestinale.

Atassia: perdita della coordinazione muscolare, dovuta a lesione del sistema nervoso, che rende difficile l’esecuzione dei movimenti volontari.

Aterosclerosi: è una forma di arteriosclerosi* consistente nella formazione sulle pareti interne delle arterie di placche, dette ateromi o placche aterosclerotiche, costituite dai grassi presenti nel sangue (colesterolo*, trigliceridi*) che poi si trasformano in tessuto fibroso e connettivale, quindi calcificano ed infine degenerano andando in necrosi . L’aterosclerosi comporta gravi rischi per la salute tra cui i più gravi sono l’ictus cerebrale e l’infarto del miocardio.

Attività antropiche: sono le attività dell’uomo che hanno incidenza sull’ambiente.

Aurantiamarina: olio essenziale* contenuto nell’arancia amara, cui si deve il caratteristico gusto amarognolo, adoperato per liquori, canditi e marmellate.

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