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Omeopatia - Rimedi della Nonna - Cure Omeopatiche

Risultati della ricerca per: carote

Curiamo piaghe, ferite, ulcere

Curiamo piaghe, ferite, ulcere - image  on https://rimediomeopatici.comLa piaga è una lesione della pelle o di una mucosa di origine non traumatica, di data antica, che tende alla guarigione per cicatrizzazione. La cosiddetta piaga da decubito è la conseguenza di una elevata o prolungata pressione su di una parte del corpo che, determinando la strozzatura dei vasi sanguigni, comporta la necrosi dei tessuti. Interessa l’epidermide, il derma e gli strati sottocutanei, fino a raggiungere, nei casi più gravi, muscoli ed ossa.

La ferita è un’interruzione di continuità della pelle e/o delle altre strutture molli del corpo, di data recente, prodotta da un agente vulnerante. In relazione al percorso ed alla profondità le ferite possono essere distinte in: superficiali, se interessano esclusivamente lo strato cutaneo e sottocutaneo; profonde, se coinvolgono anche il muscolo e le strutture sottostanti; penetranti, se si aprono su una delle grandi cavità dell’organismo (cranio, torace, addome); interne, se riguardano organi interni. A seconda del mezzo vulnerante si possono distinguere in: ferite da taglio, ferite da punta, ferite lacere (dovute ad un’azione di strappamento o stiramento, oltre che di taglio), ferite contuse (ove l’azione vulnerante è quella di contusione con la formazione di ecchimosi), ferite lacero-contuse (tra le più ricorrenti), ferite da arma da fuoco ed altre ancora. I fattori da controllare sono l’emorragia ed il rischio di infezioni. Le ferite hanno tendenza alla guarigione spontanea che avviene mediante la cicatrizzazione. I tempi e gli esiti della guarigione, sotto l’aspetto estetico e funzionale, sono legati all’entità ed alle tipologie summenzionate.

L’ulcera è una lesione della pelle o di una mucosa che non tende a guarire spontaneamente, cioè è a lenta o difficoltosa o assente cicatrizzazione.

I rimedi della nonna qui proposti risultano utilissimi per curare piaghe, ferite e ulcere della pelle, accelerandone la cicatrizzazione e quindi la guarigione.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

□ Aceto di vino: messo con cotone idrofilo sulle ferite sanguinanti ferma il sangue e accelera la cicatrizzazione. A tal fine l’aceto si può anche diluire in acqua precedentemente bollita.

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□ Achillea: le foglie pestate applicate sui tagli e sulle ferite le disinfetta ed arresta la fuoriuscita di sangue. Si può utilizzare anche l’infuso acquoso (50 g di foglie fresche sminuzzate in 200 ml d’acqua bollente) o vinoso nel quale si imbeve del cotone idrofilo o una garza con cui tamponare la ferita.

Curiamo piaghe, ferite, ulcere - image  on https://rimediomeopatici.com□ Alchemilla (o Erba stella o Erba ventaglia): la pianta possiede molteplici virtù, ha proprietà astringente, antisettica, antinfiammatoria, antispasmodica, antiemorragica, cicatrizzante, diuretica e depurativa. Si utilizzano le foglie o le parti aeree. L’infuso (2 –4 g di foglie essiccate in una tazza d’acqua bollente), di cui se ne bevono fino a 3 tazze al dì lontano dai pasti, è indicato nei casi di dismenorrea, ipermenorrea, emicrania, dolori reumatici, febbre, forme lievi di diarrea e di coliti con tendenza diarroica, Il decotto (1 g di parti aree essiccate in una tazza d’acqua) può essere utilizzato per fare sciacqui o gargarismi nei casi di infiammazioni del cavo orale (gengiviti, tonsilliti, faringite, raucedine) oppure per fare impacchi allo scopo di frenare emorragie, detergere ferite, donare elasticità alla pelle e combattere le smagliature. La pomata di alchemilla, per uso esterno, può servire per calmare le irritazioni degli organi genitali femminili.

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□ Aloe: il gel delle foglie guarisce le ferite, tanto vecchie che recenti, perché ne facilita la cicatrizzazione. Non è mai nocivo, in qualunque caso venga usato, a meno che non si è allergici alla pianta.

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□ Bardana (o Lappa): cataplasmi con le foglie bollite in acqua o applicate direttamente sulla ferita, da rimuovere mattina e sera, facilitano la cicatrizzazione.

Curiamo piaghe, ferite, ulcere - image  on https://rimediomeopatici.com□ Borragine (o Consolida): la polpa di radice e foglie fresche, ridotte in poltiglia, oppure le lavande o gli impacchi di queste, entrambi preparati con l’infuso (30 – 100 g di radice e foglie, anche secche, in 1 litro d’acqua bollente), si applicano più volte al dì su ferite, lesioni, graffi, piaghe, ustioni, scottature, gonfiori gottosi. L’azione è ancora più efficace se, oltre alle applicazioni esterne, si assume l’infuso alla dose di 1 cucchiaio 3 volte al dì. Il decotto non si usa perché con l’ebollizione il tannino (polifenolo presente in molte piante vascolari) con la mucillagine (sostanza che aiuta la pianta a trattenere l’acqua) formano un precipitato inutile.

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□ Cardo santo: il decotto concentrato di foglie e rami (3 –4 g in 150 – 200 ml d’acqua) può essere utilizzato per praticare impacchi sulla parte lesa. E’ possibile usare direttamente le foglie fresche.

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□ Carote: la nonna consiglia altresì di preparare un decotto con le foglie delle carote e di applicare lo stesso sulla parte lesa utilizzando delle garze.

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□ Cavolo cappuccio, Broccoli, Cavolfiore: procurarsi le foglie del cavolo cappuccio o dei broccoli o del cavolfiore. Lavarle bene, privarle delle nervature più sporgenti, schiacciarle e metterle a macerare per qualche ora in acqua boricata. Porre sulla parte lesa delle garze imbevute di questo liquido, rinnovando le stesse 2 – 3 volte al dì. Il trattamento dà subito una sensazione di sollievo ed in poco tempo guarisce la piaga.

Curiamo piaghe, ferite, ulcere - image  on https://rimediomeopatici.com□ Echinacea: la radice di questa pianta ha una marcata attività immunostimolante (favorisce i meccanismi di difesa mediante una maggiore produzione di anticorpi), antinfiammatoria e cicatrizzante (combatte le infezioni e rigenera le cellule per la guarigione delle ferite), antitossica (aiuta le funzionalità di fegato e reni per l’eliminazione delle tossine), antibiotica e antivirale (combatte la proliferazione dei batteri e dei virus), per cui i suoi preparati sono particolarmente indicati nella cura di raffreddori, bronchiti, influenza, febbre, infezione delle vie aeree, dermatiti, herpes, infezioni del tratto urinario. In commercio sono reperibili diverse prodotti di tale pianta (radice), quali: estratto secco, tintura, capsule, pomata, crema, triturato di radice secca, ecc. La nonna preparava il decotto (30 –50 g di radice secca triturata in1 litro d’acqua), da assumere alla dose di 2 – 3 tazze al dì. Le applicazioni di pomata o di crema sono utilissime per il trattamento delle affezioni cutanee di tipo infiammatorio con rischio di infezioni, come ulcere, ferite, ustioni, dermatiti, herpes, punture di insetti (aiutano a neutralizzare il veleno e ne evitano la diffusione) ed hanno un’efficace azione cosmetica sulla pelle in quanto sono depurative, rassodanti, antirughe, antismagliature. Sempre per uso esterno, vanno bene anche gli impacchi e le lozioni che utilizzano il decotto preparato per uso interno.

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□ Equiseto: preparare un decotto con 5 g di rami giovani e foglie in 200 ml d’acqua e lavare con il liquido, ottenuto per filtrazione, le ferite. Si rimarginano presto ed in modo meraviglioso.

□ Fagiolini: gli impacchi fatti con una garza imbevuta nell’acqua di cottura dei fagiolini sono utili per guarire le ulcere.

Curiamo piaghe, ferite, ulcere - image  on https://rimediomeopatici.com□ Iperico (o Hypericum perforatum o Erba di San Giovanni): l’oleolito con tale pianta è utile nel trattamento di ulcere, piaghe, ferite, punture di insetti, scalfiture della pelle, ustioni, bruciature. La nonna lo preparava così. Mettere 2 pugni di sommità fiorite, insieme ai semi della pianta, in un recipiente di vetro trasparente con coperchio e versare olio di oliva fino a coprire. Esporre al sole per 3 settimane. Filtrare avendo cura di spremere bene la parte solida. Versare in altro contenitore di vetro però scuro, tappare e conservare in luogo fresco e buio. Le applicazioni con tale olio leniscono il dolore, moderano l’infiammazione, proteggono i tessuti lesi, evitano la suppurazione e favoriscono la rimarginazione.

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□ Issopo: per facilitare l’assorbimento di lividi, sono utili gli impacchi fatti con l’infuso di foglie e fiori (2 g in 100 ml d’acqua bollente).

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□ Piantaggine: sia la varietà major che quella lanceolata sono efficaci per la cura delle ferite, per le proprietà antinfiammatorie, astringenti, cicatrizzanti, batteriostatiche. La nonna racconta che i contadini quando nel loro lavoro si ferivano, mettevano subito sulla ferita un po’ del suo succo, oppure una fascia pulita imbevuta con esso, ottenendo una guarigione rapida senza suppurazione. Tale pratica veniva utilizzata anche per guarire dai morsi di cani, di serpenti (non velenosi), di insetti.

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□ Salvia: lavare localmente la parte lesa 3 – 4 volte al dì con acqua in cui sia stata bollita della salvia. Per un effetto più rapido bere anche l’infuso di salvia: è tonica, antisettica, cicatrizzante.

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□ Scolopendrio: le foglie fresche pestate ed applicate localmente facilitano la cicatrizzazione.

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□ Tormentilla (o Potentilla): va bene il decotto di radice (4 g in 200 ml d’acqua) per le lavande ed il filtrato per cataplasmi da usare localmente e da rinnovare 3 – 4 volte al dì.

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□ Verbasco: gli impacchi con il decotto delle foglie bollite in acqua o latte, applicati sulla parte di pelle interessata, sono utilissimi nei casi di scottature, foruncoli, ulcere, flebiti (queste ultime com’è noto sono infiammazioni che colpiscono soprattutto le vene superficiali, in particolare delle gambe), ecc.

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□ Verbena: curano le piaghe, ulcere ed i gonfiori in genere, i cataplasmi che si ottengono cuocendo in aceto le foglie sminuzzate della pianta. Vanno bene anche gli impacchi con il decotto di radice (5 g in 200 ml d’acqua), da rinnovare più volte al dì, che disinfettano ed accelerano la cicatrizzazione di piaghe, ulcere e ferite.

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Fermiamo la diarrea

La diarrea, com’è noto, è l’eliminazione, con frequenza al di sopra della norma, del materiale fecale. Di per sé non è una malattia, ma un sintomo di altre patologie. Difatti si riscontra in numerose affezioni intestinali (enteriti, coliti, ecc.) ed epatiche.

Curiamo piaghe, ferite, ulcere - image  on https://rimediomeopatici.comLa forma acuta è scatenata principalmente da agenti infettivi (batteri, virus e parassiti) che possono diffondersi a causa di scarse condizioni di igiene veicolate tramite l’acqua o i cibi contaminati (purtroppo sono eventi alquanto frequenti nei Paesi in via di sviluppo). Tipica è la cosiddetta “diarrea del viaggiatore” causata dal batterio campylobacter jejuni, le cui tossine possono essere distrutte solo con un’adeguata cottura. Generalmente in estate sono molto più comuni le forme batteriche, mentre in inverno quelle virali.

La diarrea può essere dovuta anche a condizioni non patologiche, quali intolleranze alimentari, situazioni di stress, assunzione di farmaci, ecc.

Le feci subiscono un’alterazione di quantità e qualità, presentandosi poco formate di consistenza liquida o semiliquida. Se le manifestazioni si complicano fino ad espellere ripetutamente soltanto liquidi, senza più caratteristiche fecali, allora si parla di dissenteria.

La diarrea può manifestarsi come sintomo isolato oppure essere accompagnata da disturbi più o meno lievi, quali dolori addominali, flatulenza, bruciori all’ano, perdite ematiche ed a volte febbre e vomito. Può diventare particolarmente pericolosa per bambini ed anziani, specie se cronica, a causa del rischio di disidratazione.

Durante il periodo in cui si verificano gli episodi di diarrea è importante adottare alcune precauzioni, specie nella dieta, come ad es. bere molta acqua per mantenere idratato l’organismo, non fare uso di bevande ghiacciate e di alcool, evitare l’uso di caffè e di tè forte, evitare gli alimenti ricchi di grassi e quindi difficili da digerire, limitare gli alimenti ricchi di fibre come frutta e verdura, ecc.

I rimedi della nonna qui proposti consentono di fornire, in modo del tutto naturale, un efficacissimo contributo per contrastare le manifestazioni diarroiche e per ricondurre l’organismo alla normalizzazione.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

 

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□ Agrimonia: si dimostra particolarmente efficace per la diarrea, anche per quella dei bambini, l’infuso di foglie e fiori (2 – 4 g in 200 ml d’acqua bollente) alla dose di 3 – 4 tazze al dì (tazzine per i bambini). E’ utile l’associazione con Alchemilla e Rabarbaro.

 

 

 

Curiamo piaghe, ferite, ulcere - image  on https://rimediomeopatici.com□ Alchemilla (o Erba stella o Erba ventaglia): la pianta possiede molteplici virtù, ha proprietà astringente, antisettica, antinfiammatoria, antispasmodica, antiemorragica, cicatrizzante, diuretica e depurativa. Si utilizzano le foglie o le parti aeree. L’infuso (2 – 4 g di foglie essiccate in una tazza d’acqua bollente), di cui se ne bevono fino a 3 tazze al dì lontano dai pasti, è indicato nei casi di dismenorrea, ipermenorrea, emicrania, dolori reumatici, febbre, forme lievi di diarrea e di coliti con tendenza diarroica, Il decotto (1 g di parti aree essiccate in una tazza d’acqua) può essere utilizzato per fare sciacqui o gargarismi nei casi di infiammazioni del cavo orale (gengiviti, tonsilliti, faringite, raucedine) oppure per fare impacchi allo scopo di frenare emorragie, detergere ferite, donare elasticità alla pelle e combattere le smagliature. La pomata di alchemilla, per uso esterno, può servire per calmare le irritazioni degli organi genitali femminili.

 

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□ Amamelide (o Hamamelis virginiana): per le sue proprietà astringenti e antispasmodiche (cui si aggiungono quelle antinfiammatorie, antisettiche, antiemorragiche, cicatrizzanti, vasocostrittrici, lenitive), questa pianta è impiegata come coadiuvante in caso di diarrea. Se ne prepara l’infuso di foglie (2 – 3 g in 150 ml d’acqua bollente), da assumere 2 – 3 volte al dì lontano dai pasti.

 

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□ Carciofo: in caso di diarrea, il consumo di carciofi riduce efficacemente l’evacuazione intestinale per le proprietà astringenti ed aiuta l’eliminazione delle tossine per le proprietà diuretiche e depurative.

 

 

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□ Cardo santo: contro la diarrea atonica si dimostra utile l’infuso fatto con 5 g di fiori e foglie in 200 ml d’acqua bollente. E’ consigliabile non superare l’assunzione di 3 – 4 tazze al dì, in quanto il principio amaro contenuto (cnicina) ad alte dosi può causare conati di vomito. Da evitare nei casi di infiammazione intestinale (diarrea cronica).

 

 

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□ Carote: il passato di carote è un ottimo rimedio per la diarrea, in particolare nei bambini, poiché aiuta a ricompattare le feci.

 

 

 

 

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□ Carrubo: eccellente antidiarroico, antisettico e riequilibrante della flora batterica intestinale. Se ne prepara l’infuso di fiori, frutti e foglie (5 g in 150 ml d’acqua bollente), di cui se ne assumono 2 – 3 cucchiai al dì, se adulti, o 2 – 3 cucchiaini, se bambini.

 

 

 

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□ Fave secche: fave secche o farina di fave non setacciata, bollita a mo’ di minestra, arresta la diarrea, anche quella ribelle ad altri medicamenti.

 

 

Curiamo piaghe, ferite, ulcere - image  on https://rimediomeopatici.com□ Lichene d’Islanda: il decotto con la parte aerea della pianta (10 – 20 g in 1 litro d’acqua, far bollire 1 h, fare intiepidire 10 min, filtrare e aggiungere zucchero o meglio miele a piacere), assunto alla dose di 3 – 5 cucchiai al dì prima dei pasti, è utile per la dispepsia e per i disturbi intestinali di origine nervosa, compresa la diarrea. Funziona anche come blando sedativo e quindi, assunto il pomeriggio-sera, può essere utilizzato nelle forme leggere d’insonnia. Inoltre risulta utile anche nelle manifestazioni spasmodiche delle vie respiratorie, come tosse stizzosa e asma.

 

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□ Limone: il succo di un limone spremuto in un bicchiere d’acqua con l’aggiunta di un cucchiaino di miele al posto dello zucchero è efficacissimo contro la diarrea. Si ottiene un’ottima bevanda reidratante sciogliendo in un litro d’acqua due cucchiai di zucchero, mezzo cucchiaino di sale e mezzo cucchiaino di bicarbonato, cui si aggiunge il succo di un limone. Il limone esplica una preziosa attività battericida.

 

 

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□ Mela: in caso di diarrea, il consumo di mele crude (meglio con la buccia) ha un’azione normalizzante per le proprietà astringenti e favorisce l’eliminazione delle sostanze tossiche per le proprietà depurative.

 

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□ Mirtillo: mangiare mirtilli freschi aiuta a combattere la diarrea.

 

 

 

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□ Ortica: il decotto con foglie di ortica (5 g di foglie per 200 ml di acqua), da assumere a piacere, risulta utile in caso di diarrea.

 

 

 

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□ Piantaggine:è indicato il decotto di foglie (5 g in 200 ml d’acqua), da assumere alla dose di 1 tazza 2 volte al dì.

 

 

 

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□ Primula: si dimostra efficace il decotto di foglie e fiori (2 – 3 g in 200 ml d’acqua), da assumere alla dose di 1 cucchiaio da minestra secondo necessità, anche ogni ora.

 

 

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□ Riso: lessare il riso e bere a cucchiaiate l’acqua di cottura. Anche mangiare riso (ovviamente in bianco) aiuta a combattere la diarrea grazie alle proprietà astringenti di questo cereale ed alla sua buona digeribilità.

 

 

 

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□ Solidago (o Verga d’oro): il decotto di foglie e sommità fiorite (10 g in 1 tazza d’acqua), ha virtù diuretiche e astringenti ed esercita un’azione benefica sull’intestino e sul fegato. Le proprietà astringenti lo rendono indicato nella cura delle diarree in generale. Se ne assumono 2 – 3 bicchieri al giorno, se adulti, o 100 – 200 ml al giorno, se bambini.

 

 

 

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□ Tiglio: il decotto con i frutti di tiglio (5 g  di frutti in 200 ml di acqua), da assumere più volte al dì secondo necessità, è un valido rimedio contro la diarrea.

 

 

 

 

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□ Tormentilla (o Potentilla): il decotto della radice (4 g in 200 ml d’acqua, da bollire per 30 min), bevuto alla dose di 1 cucchiaio ogni 2 – 3 ore, è un ottimo depurativo del fegato. Poiché la pianta è ricca di tannini (polifenoli di sapore amaro e da spiccate proprietà astringenti), il preparato si dimostra molto utile anche per dolori al ventre, enteriti, diarree, anche con febbre.

 

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Ritorna la voce

Curiamo piaghe, ferite, ulcere - image  on https://rimediomeopatici.comL’afonia è l’abbassamento o perdita totale della voce dovuta ad un’infiammazione della mucosa laringea. Più semplicemente può essere causata da un uso improprio ed eccessivo della voce, come potrebbe succedere a cantanti, attori, insegnanti, oratori ed in genere a tutte quelle persone che svolgono mestieri comportanti sforzi prolungati della voce. E’ più frequente in tali casi la formazione di noduli o polipi alle corde vocali. Può essere anche di tipo funzionale, non dipendente da lesione agli organi vocali, ma dovuta a fattori di ordine psichico, quali ad es. l’isterismo.

La raucedine invece è una variazione del timbro di voce ed un abbassamento della stessa che può arrivare fino all’afonia totale. Si dice “aspra” se il suono emesso nel parlare è più stridulo e acuto, oppure “secca” se è più roco e velato. Di solito è associata alle affezioni del cavo orale dovute a stati di raffreddamento. L’abuso o l’uso scorretto della voce, anche in tal caso, può portare alla raucedine in quanto sono fattori in grado di causare infiammazioni croniche della mucosa della laringe ed in particolare delle corde vocali. 

I rimedi qui consigliati dalla nonna danno sempre un buon risultato per un ritorno rapido della voce.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

 

Curiamo piaghe, ferite, ulcere - image  on https://rimediomeopatici.com□ Agrimonia, prepararne un decotto: 100 g di foglie secche sminuzzate in 1 l di acqua, far bollire fino a che il liquido non si riduce di 1/3, filtrare spremendo la parte solida, dolcificare con miele nella quantità desiderata. Bere alla dose di 1 cucchiaio 3 volte al dì ed effettuare gargarismi 4 – 5 volte al dì.

 

 

 

 

Curiamo piaghe, ferite, ulcere - image  on https://rimediomeopatici.com□ Alchemilla (o Erba stella o Erba ventaglia): la pianta possiede molteplici virtù, ha proprietà astringente, antisettica, antinfiammatoria, antispasmodica, antiemorragica, cicatrizzante, diuretica e depurativa. Si utilizzano le foglie o le parti aeree. L’infuso (2 – 4 g di foglie essiccate in una tazza d’acqua bollente), di cui se ne bevono fino a 3 tazze al dì lontano dai pasti, è indicato nei casi di dismenorrea, emicrania, dolori reumatici, febbre, forme lievi di diarrea e di coliti con tendenza diarroica, Il decotto (1 g di parti aree essiccate in una tazza d’acqua) può essere utilizzato per fare sciacqui o gargarismi nei casi di infiammazioni del cavo orale (gengiviti, tonsilliti, faringite, raucedine), utili per la voce di oratori e cantanti, oppure per fare impacchi allo scopo di frenare emorragie, detergere ferite, donare elasticità alla pelle e combattere le smagliature. La pomata di alchemilla, per uso esterno, può servire per calmare le irritazioni degli organi genitali femminili. 

 

Curiamo piaghe, ferite, ulcere - image  on https://rimediomeopatici.com□ Capelvenere, prepararne un infuso: 40 – 50 g di foglie sminuzzate in 1 l di acqua bollente, lasciare in infusione 10 min, filtrare comprimendo il residuo, dolcificare con miele a piacere. Assumere alla dose di 1 cucchiaio più volte al dì.

 

 

 

 

Curiamo piaghe, ferite, ulcere - image  on https://rimediomeopatici.com□ Carota, preparare un succo in questo modo: cuocere 3 – 4 carote tagliate a pezzi in poca acqua per 10 – 15 min, filtrare comprimendo le carote. Bere tale succo caldo in 5 – 6 volte al dì.

 

 

 

 

Curiamo piaghe, ferite, ulcere - image  on https://rimediomeopatici.com□ Erisimo, preparare l’infuso delle foglie: 1 parte di foglie in 12 parti di acqua bollente, tenere in infusione 15 min, filtrare comprimendo la parte solida, aggiungere 24 parti di zucchero. Assumere alla dose di 1 cucchiaio da minestra 3 – 4 volte al dì, per 8 – 15 giorni nei casi acuti, più a lungo nei casi cronici.. Gli effetti sono assicurati nei casi di laringite e di raucedine. Per la sua capacità di restituire la voce, la pianta di erisimo è chiamata anche “l’erba dei cantanti”. All’infuso si possono aggiungere dosi minori di Orzo, Uva essiccata, Cicoria, Liquirizia, Enula campana ed altre piante simili per avere anche un’azione espettorante su tutto l’apparato respiratorio.

 

 

Curiamo piaghe, ferite, ulcere - image  on https://rimediomeopatici.com□ Fichi secchi: la nonna ci ricorda che sono utili anche i fichi essiccati al sole, tagliuzzati e fatti bollire per qualche minuto nell’acqua o nel latte; si può aggiungere un pizzico si sommità di Issopo, da lasciare in infusione per 15 – 20 min. Questa bevanda dà enorme sollievo agli asmatici ed a coloro che soffrono di raffreddori di petto tenaci, tossi ribelli, bronchiti, tossi convulse, ecc. Con la cottura nel latte si ottiene un ottimo gargarismo utile nei casi di gola irritata e di raucedine.

 

 

Curiamo piaghe, ferite, ulcere - image  on https://rimediomeopatici.com□ Ginepro, preparare l’infuso con le bacche: 20 bacche schiacciate in 200 ml di acqua bollente, lasciare in infusione 10 – 15 min, filtrare e comprimere. Effettuare suffumigi o gargarismi 3 – 4 volte al dì.

 

 

 

Curiamo piaghe, ferite, ulcere - image  on https://rimediomeopatici.com□ Granturco: con le cariossidi (semi o acini di granturco) si prepara uno sciroppo utilissimo nei raffreddori di petto e nelle raucedini. Si fanno bollire 2 o 3 pugni di cariossidi frantumate in 2 litri di acqua, finché questa si riduce alla metà, agitando sempre con una spatola di legno; si lascia quindi raffreddare e se ne estrae il succo; a questo si aggiungono 150 grammi di zucchero o di miele e si riscalda a fuoco lento finché prende la consistenza di uno sciroppo.

 

 

 

 

Curiamo piaghe, ferite, ulcere - image  on https://rimediomeopatici.com□ Rapa: il decotto con il bulbo di rapa dolcificato con miele o zucchero, bevuto la sera prima di andare a letto, mitiga la tosse e riduce la raucedine.

 

 

 

Curiamo piaghe, ferite, ulcere - image  on https://rimediomeopatici.com□ Rosmarino, prepararne l’infuso: 2 – 3 g di foglie e fiori, entrambi sminuzzati, in 1 tazza di acqua bollente, lasciare in infusione 10 – 15 min, filtrare spremendo bene la parte solida. Fare gargarismi 3 – 4 volte al dì.

 

 

 

 

Curiamo piaghe, ferite, ulcere - image  on https://rimediomeopatici.com□ Salvia: infuso con 5 g di foglie in 100 ml di acqua per gargarismi nei casi di affezioni catarrali acute e croniche. E’ tonico, antisettico, cicatrizzante. Si usa anche nella raucedine.

 

 

 

 

 

Curiamo piaghe, ferite, ulcere - image  on https://rimediomeopatici.com□ Sedano, prepararne l’infuso: 40 – 50 g di gambo e foglie, entrambi sminuzzati, in 1 tazza di acqua bollente, tenere in infusione per 10 – 15 min, filtrare comprimendo la parte solida. Effettuare gargarismi 4 – 5 volte al dì.

 

 

 

 

Curiamo piaghe, ferite, ulcere - image  on https://rimediomeopatici.com□ Susino: preparare un infuso con le prugne essiccate e ridotte in frammenti: 10 g in 1 tazza di acqua bollente, lasciare in infusione 20 min, filtrare spremendo il residuo. Fare gargarismi 3 – 4 volte al dì.

 

 

 

 

 

Curiamo piaghe, ferite, ulcere - image  on https://rimediomeopatici.com□ Valeriana, prepararne l’infuso: 5 g di foglie sminuzzate in 250 ml di acqua bollente, tenere in infusione 10 min, filtrare comprimendo la parte solida. Effettuare gargarismi 3 – 4 volte al dì.

 

 

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Glossario V-Z

NOTA: i termini con l’asterisco costituiscono altrettante voci del Glossario e quindi sono eventualmente consultabili nelle sottosezioni alfabeticamente corrispondenti.

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Varicella: malattia infettiva acuta, contagiosa, dovuta al virus* Varicella zoster. Colpisce i bambini. Si manifesta con febbre* e con una tipica eruzione cutanea, esantema, su testa, tronco, viso e arti, costituita inizialmente da papule* (piccole chiazze rilevate) rosa pruriginose che evolvono in vescicole* (piccole tumefazioni con siero), poi in pustole* (lesioni rilevate con pus) ed infine in croste granulari destinate a cadere. Ha decorso benigno.

Varici: V. Vene varicose.

Vene varicose: (o varici) dilatazione permanente e patologica di alcune vene, soprattutto di quelle delle gambe, dovuta essenzialmente ad una perdita di tonicità delle loro pareti. I sintomi sono dolore*, bruciore, prurito, crampi, gambe pesanti, edema* (gonfiore) di piedi e caviglie, cui occorre aggiungere il disagio estetico che può diventare importante se si considera che le varici affliggono principalmente le donne. Le cause della patologia possono essere genetiche oppure riconducibili ad uno stile di vita errato. Le possibili complicazioni sono ulcere* (lesioni che non tendono a guarire spontaneamente), flebiti* (infiammazioni delle varici), emorragie, infezioni, ecc.

Verruche: escrescenze della pelle*, di natura benigna, causate da virus*; spesso sono dolorose; sono contagiose ed interessano prevalentemente i piedi. Il contagio è più probabile in luoghi come piscine, saune o spogliatoi di palestre, perché la pelle macerata dall’acqua favorisce l’attecchimento del virus, oppure per contatto diretto delle verruche altrui laddove la propria pelle presenta un’abrasione nel punto di contatto.

Vescicola: piccola tumefazione, contenente liquido chiaro, al di sotto dello strato esterno dell’epidermide* (strato più superficiale della pelle). Il liquido deriva da un travaso di siero proveniente dai vasi sanguigni sottocutanei circostanti la lesione.

Vie urinarie: è il complesso degli organi cavi e dei condotti attraverso cui defluisce l’urina, che è il prodotto della escrezione dei reni con la quale vengono eliminate dall’organismo le scorie dannose presenti nel sangue*, soprattutto l’urea (V. Uremia), generate dal metabolismo. Le vie urinarie iniziano all’interno del seno renale, con il sistema dei calici (minori e maggiori) che confluiscono nella pelvi renale o bacinetto renale di ciascun rene. Da qui, tramite un restringimento ad imbuto, si prosegue nell’uretere, che è il condotto che convoglia l’urina, continuamente prodotta dal rene, all’interno della vescica dove viene raccolta prima di essere espulsa. Dalla vescica parte l’ultimo condotto, l’uretra, di lunghezza maggiore negli uomini (in media 16 cm conto i 3 cm delle donne), che convoglia l’urina verso l’esterno con l’atto della minzione. Per basse vie urinarie si intendono la vescica e l’uretra.

Virus: particelle submicroscopiche capaci di vivere e moltiplicarsi solo all’interno delle cellule, che così vanno incontro alla morte. Sono formati da una o più molecole di acido nucleico (DNA o RNA) protette da un involucro di proteine. Alcuni sono rivestiti da una membrana simile a quella delle cellule. Sono ad es. malattie virali l’influenza*, il morbillo*, la rosolia*, la varicella* ed altre.

Vitamina A: le vitamine sono composti organici indispensabili alla vita; non sono prodotte dall’organismo, per cui devono essere introdotte quotidianamente con la dieta; inoltre sono poco resistenti al calore, per cui i cibi cotti perdono gran parte del loro contenuto vitaminico. La vitamina A (o retinolo) è una vitamina liposolubile antiossidante*, che si trova in natura sotto varie forme. Con lo stesso termine vengono indicati sia il retinolo che i suoi analoghi detti retinoidi. La vitamina A svolge diverse funzioni biologiche, come favorire la rigenerazione cellulare e proteggere le cellule dall’azione nociva dei radicali liberi (molecole che si formano dal metabolismo con i processi di ossidazione, che danneggiano le cellule e sono responsabili del loro invecchiamento), aiutare la vista, ridurre il rischio di vari tipi di tumore, prevenire le malattie cardiache, proteggere le mucose*. E’ presente maggiormente negli alimenti di origine animale e poi in latte e uova, che però sono ricchi di colesterolo* cattivo LDL, per cui è preferibile assumerla dalla frutta a colorazione giallo-arancione e dalla verdura a foglia (V. anche Betacarotene). Una carenza di vitamina A comporta inibizione della crescita, deformazione delle ossa, modifiche ai tessuti epiteliali* ed agli organi riproduttivi.

Vitamina B: le vitamine sono composti organici indispensabili alla vita; non sono prodotte dall’organismo, per cui devono essere introdotte quotidianamente con la dieta; inoltre sono poco resistenti al calore, per cui i cibi cotti perdono gran parte del loro contenuto vitaminico. Più che di vitamina B è più corretto parlare di vitamine del gruppo B, in quanto esse sono diverse e precisamente quelle propriamente dette sono otto (B1, B2, B3, B5, B6, B8, B9 e B12). Sono vitamine idrosolubili che intervengono nel metabolismo cellulare. Agiscono principalmente sul sistema nervoso, sull’apparato gastrointestinale, su cute, capelli, ma anche su bocca, occhi, fegato, e soprattutto convertono i carboidrati in glucosio*, utilizzato dall’organismo per produrre energia (V. anche Zuccheri), e sono fondamentali per l’assorbimento dei lipidi (o grassi) e delle proteine. La vitamina B1 (o anche tiamina) facilita la digestione, aiuta il sistema nervoso e quello cardiovascolare, protegge le mucose della bocca. La vitamina B2 (o anche riboflavina) regola la crescita, protegge le mucose e i tessuti dell’occhio, della bocca, della cavità nasale, dell’apparato respiratorio e gastrointestinale, rinforza capelli e unghie. La vitamina B3 (o vitamina PP o niacina) esplica una funzione molto importante nelle attività del sistema nervoso, nella produzione degli ormoni sessuali e nella salute della pelle*. La vitamina B9 (o anche acido folico) è essenziale per l’organismo in quanto regola la crescita e la riproduzione delle cellule, in particolare quelle sanguigne. Le vitamine del gruppo B si trovano in diversi alimenti di origine vegetale, quali lievito di birra, grano intero, riso intero, erba medica, ortica, legumi, noci, nocciole, patate, ortaggi verdi freschi. Una carenza di vitamine B comporta sintomi quali secchezza e ruvidità della pelle, mancanza d’appetito, stitichezza*, insonnia, acne*.

Vitamina C: le vitamine sono composti organici indispensabili alla vita; non sono prodotte dall’organismo, per cui devono essere introdotte quotidianamente con la dieta; inoltre sono poco resistenti al calore, per cui i cibi cotti perdono gran parte del loro contenuto vitaminico. La vitamina C (o acido ascorbico) è una vitamina idrosolubile antiossidante* che svolge nell’organismo molteplici funzioni tra le quali si ricordano: aumenta le difese immunitarie e protegge dall’azione nociva dei radicali liberi (molecole che si formano dal metabolismo con i processi di ossidazione, che danneggiano le cellule e sono responsabili del loro invecchiamento); aiuta a combattere le infezioni da virus* e da batteri*; facilita l’assorbimento del ferro* da parte dell’intestino e quindi favorisce la formazione dei globuli rossi*; riduce lo stress e la stanchezza; risulta indispensabile per la formazione del collagene* che, insieme alle fibre elastiche (o  di elastina*), conferisce alla pelle tonicità ed elasticità; è utile per il ricambio del calcio*, magnesio* e zinco*, che hanno diverse proprietà biologiche.. Gli alimenti ricchi di vitamina C sono ortaggi e verdure come peperoni, peperoncini rossi piccanti, prezzemolo, radicchio, spinaci, cetrioli, piselli, rape, cavoli, cavolfiori, asparagi, cipolle, carote, pomodori, vegetali di colore rosso-arancio in genere e frutta come arance, mandarini, limoni, cedri, pompelmi, ribes, mirtilli, lamponi, fragole, banane, frutta acidula in genere. L’acido ascorbico è utilizzato nell’industria alimentare come conservante con la sigla E300. La carenza di vitamina C può determinare sanguinamento delle gengive, fragilità capillare, dolori articolari, perdita dell’appetito, senso di debolezza.

Vitamina D: con il termine vitamina D si intende un gruppo di vitamine liposolubili che presentano l’attività biologica del calciferolo. Si conoscono due importanti composti ad azione vitaminica: l’ergocalciferolo (o vitamina D2) che è la forma sintetica che si ha a seguito all’esposizione alla luce ultravioletta dell’ergosterolo (forma provitaminica di origine vegetale) e il colecalciferolo (o vitamina D3) che è la forma naturale presente in tutti i mammiferi e quindi anche nell’uomo, molto più attiva della precedente. Questa è molto presente nell’olio di fegato dei pesci grassi ed in particolare nell’olio di fegato di merluzzo. La vitamina D è indispensabile all’organismo per la crescita e la salute delle ossa, infatti essa agisce favorendo l’assorbimento del calcio a livello intestinale, il riassorbimento del calcio e del fosforo nei reni e la deposizione del calcio a livello del tessuto osseo. Essa è altresì preziosa per la stabilità del sistema nervoso, per la normale funzionalità del cuore e del processo di coagulazione del sangue, che sono funzioni tutte legate all’utilizzo di calcio e fosforo. Gli alimenti contengono una scarsa quantità di vitamina D, ma questo non preoccupa in quanto la maggior parte della vitamina D necessaria al corpo umano è approvvigionata con l’esposizione alla luce solare, mediante un processo di sintesi cutanea . La vitamina così introdotta però deve subire due modificazioni per diventare attiva: la prima nel fegato dove si forma il calcidiolo, composto intermedio non ancora attivo e la seconda nei reni dove il calcidiolo è convertito in calcitriolo, la forma attiva. Una carenza di vitamina D nelle situazioni più gravi può portare rachitismo nei bambini, debolezza muscolare e deformazione delle ossa.

Vitamina E: le vitamine sono composti organici indispensabili alla vita; non sono prodotte dall’organismo, per cui devono essere introdotte quotidianamente con la dieta; inoltre sono poco resistenti al calore, per cui i cibi cotti perdono gran parte del loro contenuto vitaminico. La vitamina E (o tocoferolo) è una vitamina liposolubile antiossidante* (è la vitamina antiossidante per eccellenza) formata da un gruppo di componenti chiamati tocoferoli. Svolge anch’essa, come le altre vitamine, diverse funzioni importanti nell’organismo: protegge le membrane cellulari nervose e muscolari; protegge dall’azione nociva dei radicali liberi (molecole che si formano dal metabolismo con i processi di ossidazione, che danneggiano le cellule e sono responsabili del loro invecchiamento); previene le malattie cardiovascolari; è fondamentale nella prevenzione dei tumori; risulta indispensabile per il corretto funzionamento dei muscoli; migliora il sistema immunitario; aiuta il sistema riproduttivo; protegge la pelle dai danni indotti dagli UV solari. Sono ricchi di vitamina E gli alimenti di origine vegetale, in particolare i semi e quindi gli oli da essi derivati quali l’olio di canapa, ma anche l’olio di oliva, i cereali (germe di grano), frutta e ortaggi. La carenza di vitamina E è difficile che si sviluppi in quanto è depositata in abbondanza nell’organismo, soprattutto nel fegato.

Vitamina P: altra denominazione dei flavonoidi*.

Vitamina PP: altra denominazione della vitamina B3 (V. Vitamina B).

Vitiligine: alterazione della pigmentazione dovuta a carenza di melanina. E’ caratterizzata da macchie bianche sulla pelle*, localizzate prevalentemente a mani, gomiti e volto. E’ indolore ed innocua.

Vulnerario: che aiuta a cicatrizzare le ferite, le piaghe ed a guarire le contusioni*.

Zinco: è un oligoelemento* antiossidante* presente nell’organismo in quantità inferiori solo al ferro*. E’ essenziale alla vita in quanto esplica una serie di funzioni biologiche fondamentali: è indispensabile per la crescita corporea, per la riparazione dei tessuti, per la normale risposta immunitaria, per la formazione delle proteine; è importante per la digestione dei carboidrati*, per il metabolismo del fosforo*, per l’assorbimento delle vitamine in particolare quelle del gruppo B (V. Vitamina B), per la produzione di sperma nei maschi; contribuisce al funzionamento della vista, dell’olfatto, del tatto e della memoria. Nel corpo umano si trova soprattutto nelle ossa, nei denti, nella pelle*, nel fegato, nei muscoli e nei capelli. Gli alimenti più ricchi di zinco sono ostriche, carne, noccioline, fagioli, pane integrale, semi di zucca e semi di girasole. Una carenza di zinco provoca sempre disturbi gravi.

Zuccheri: (o glucidi o carboidrati o saccaridi) sono sostanze indispensabili alla vita in quanto da esse l’organismo attinge la gran parte dell’energia per svolgere le proprie funzioni. La quantità di zucchero contenuta nel sangue* è mantenuta costante ed è chiamata glicemia. Dal punto di vista chimico, gli zuccheri sono composti di carbonio, idrogeno e ossigeno. Si dicono monosaccaridi se sono formati da una sola unità (molecola), quali il glucosio* o il fruttosio*; si dicono disaccaridi se sono formati da due unità, quali il saccarosio* (glucosio + fruttosio), che è il comune zucchero usato in cucina, o il lattosio* (glucosio + galattosio). Sono questi gli zuccheri semplici. Si dicono polisaccaridi gli zuccheri complessi, cioè composti da più unità (molecole) di glucosio legate insieme, quali l’amido* o la cellulosa. Gli zuccheri semplici sono facilmente assimilabili e subito bruciati dall’organismo. Gli zuccheri complessi invece per poter essere utilizzati dall’organismo devono essere ridotti, tramite la digestione, in unità semplici di glucosio. Difatti la digestione degli zuccheri inizia nella bocca, dove la ptialina* (enzima*) presente nella saliva incomincia a scindere l’amido, per poi proseguire nello stomaco e nell’intestino, dove si arriva all’unità più semplice (molecola), il glucosio, che viene quindi portato, tramite il sangue, a tutte le cellule alle quali fornisce energia. Una parte di glucosio viene trasformata in glicogeno, che si accumula nel fegato e nei muscoli per costituire una prima riserva energetica. Un’eventuale ulteriore eccedenza viene trasformata in grassi, che costituiscono il magazzino di energia da utilizzare in caso di necessità. La regolazione del livello di glucosio nel sangue (glicemia) e delle scorte di glicogeno è effettuata dall’insulina (ormone prodotto dal pancreas).

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Glossario L-M

NOTA: i termini con l’asterisco costituiscono altrettante voci del Glossario e quindi sono eventualmente consultabili nelle sottosezioni alfabeticamente corrispondenti.

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Laringe: tratto della gola* che inizia appena sotto la faringe* e termina nella trachea*. Nella laringe si trovano l’epiglottide*, che durante la deglutizione impedisce al cibo di accedere alle vie respiratorie, poi le corde vocali e la glottide*, che insieme partecipano alla fonazione.

Laringite: infiammazione, acuta o cronica, della laringe* che può essere di origine batterica o virale, ma anche causata dall’azione di sostanze allergizzanti e irritanti o da un cattivo uso della voce, come può succedere a cantanti e oratori.

Lassativo: che facilita l’evacuazione delle feci, aumentandone il volume e stimolando i movimenti peristaltici.

Lattosio: è il principale zucchero semplice contenuto nel latte di tutti i mammiferi. E’ un disaccaride* formato da glucosio e galattosio. Essendo uno zucchero semplice, è facilmente assimilabile e subito bruciato dall’organismo. V. Zuccheri.

Leucociti: V. Globuli bianchi.

Leucorrea: aumento patologico ed alterazione della normale secrezione delle mucose* uterina e vaginale, che può assumere aspetto più o meno vischioso, colore biancastro-trasparente o giallastro o giallo-verdastro ed odore sottile. Può essere causata da fenomeni infiammatori (vaginite) o dalla congestione della mucosa urogenitale. I sintomi che si associano sono prurito, bruciore, arrossamento, dolore. La prevenzione si attua con una normale igiene intima.

Lichen planus: malattia cronica infiammatoria (V. anche Infiammazione) su base immunitaria che può colpire sia la pelle che le mucose e nella maggioranza dei casi interessa le mucose della bocca. Molto spesso si presenta come un reticolo biancastro, una specie di ragnatela, ma può anche presentarsi con aree arrossate e con ulcere* (lesioni che non tendono a guarire spontaneamente). Le gengive, se coinvolte, appaiono arrossate e sanguinano con facilità. I sintomi possono essere fastidio, bruciore, dolore*, specie dopo l’assunzione di cibi o bevande irritanti (aceto, limone, superalcolici, spezie, ecc.).

Licopene: è un carotenoide (i carotenoidi sono una classe di pigmenti organici  presenti principalmente nelle piante) responsabile del colore rosso del pomodoro e del colore giallo e rosso anche di altri vegetali commestibili, come cocomero, albicocca, pompelmo rosa, uva rossa, papaia, ecc. A differenza del beta-carotene non è provitaminico A (o precursore della vitamina A), cioè non viene trasformato dall’organismo in vitamina A. Possiede un’elevatissima capacità antiossidante* (la più alta tra tutti i carotenoidi) e questo lo rende molto interessante dal punto di vista terapeutico. Per tale motivo rafforza le difese immunitarie, protegge le cellule dell’organismo dall’azione nociva dei radicali liberi (molecole che si formano dal metabolismo con i processi di ossidazione, che danneggiano le cellule e sono responsabili del loro invecchiamento), previene i rischi delle malattie cardiovascolari e di molti tumori. Vi sono delle evidenze scientifiche secondo cui il licopene aiuta anche ad abbassare i livelli di colesterolo* nel sangue*, è efficace nel contrastare i disturbi dell’età e protegge la pelle* dall’esposizione eccessiva ai raggi ultravioletti. L’organismo umano non è in grado di sintetizzare il licopene, per cui esso deve essere assunto con la dieta. L’alimento in assoluto a maggior contenuto di licopene è il pomodoro rosso maturo. La più alta concentrazione la si ritrova nel passato di pomodoro e nel ketchup. Le riserve di licopene nell’organismo si trovano nel fegato, nelle ghiandole surrenali, nei testicoli e nella prostata. Poiché è liposolubile (come del resto le vitamine A*, D*, E* ed il beta-carotene*), l’assorbimento del licopene è migliorato quando la dieta alimentare fa uso di olio.

Linfatico: V. Temperamento linfatico.

Linimenti: sono preparati fitoterapici* per uso esterno di consistenza liquida o semiliquida, costituiti da miscele di erbe con alcool o con aceto o con oli vegetali. Sono utilizzati per praticare massaggi di parti doloranti, per lenire il dolore causato da contusioni* o da traumi muscolari e più in generale nei casi di infiammazioni* di origine traumatica. Sono pertanto un ottimo rimedio esterno contro il dolore* . La basi vegetali usualmente adoperate sono farina di semi di lino, di senape, di peperoncino, di mirra.

Livido: V. Ecchimosi.

Lombaggine: lombalgia* acuta di origine muscolare, comunemente denominata colpo della strega, consistente in una contrattura dei muscoli paravertebrali con blocco dei movimenti. I sintomi principali sono dolore* e rigidità muscolare. Nella pratica lombaggine e lombalgia assumono lo stesso significato.

Lombalgia: comunemente chiamata mal di schiena, è il dolore* che colpisce la regione lombare e sacrale. Nel caso in cui il dolore si irradia anche alla gamba si parla di lombosciatalgia. Le cause possono essere le più diverse, quali ad es. uno sforzo eccessivo, una caduta, un trauma contusivo-distorsivo, patologie croniche e degenerative quali l’artrosi della colonna vertebrale, ecc. L’organismo risponde al dolore con la contrattura della muscolatura lombare che aumenta ulteriormente la sensazione dolorosa e comporta un aggravio della mobilità del tronco. La lombalgia acuta è caratterizzata da una lesione in sede (muscolare, legamentosa, articolare, ossea, ecc.) accompagnata da fenomeni infiammatori. La lombalgia può diventare cronica quando anche senza alcuna lesione il dolore si protrae a causa essenzialmente di uno stile di vita errato (scarsa attività fisica, sovrappeso, posture scorrette, movimenti scorretti, stress, ansia, ecc.).

Longilineo astenico: è il biotipo* caratterizzato da un aumentato funzionamento della tiroide* (ipertiroidismo) e della midollare del surrene* (ipermedullosurrenismo), ma da uno scarso funzionamento della corticale del surrene (ipocorticosurrenismo). Corrisponde alla costituzione fosforica* o al temperamento nervoso*.

Longilineo stenico: è il biotipo* caratterizzato da un aumentato funzionamento sia della midollare che della corticale del surrene* (ipersurrenismo). Corrisponde alla costituzione sulfo-fosforica* (sulfurico magro) o al temperamento bilioso*, anche se quest’ultima corrispondenza è un po’ forzata, è solo didattica, in quanto il biotipo bilioso può associarsi a qualsiasi costituzione.

Luesinico: V. Diatesi luesinica.

Luesinismo: V. Diatesi luesinica.

Lussazione: lesione della capsula e dei legamenti delle articolazioni*, dovuta ad un movimento brusco che comporta un allontanamento permanente dei capi articolari, andando al di là dei loro limiti fisiologici. E’ necessario un intervento esterno per riportare in sede le due superfici articolari fuoriuscite. Se dopo l’incidente i capi ossei ritornano spontaneamente nella loro posizione si parla allora di distorsione*. Le lussazioni interessano prevalentemente spalla, gomito, anca, dita e rotula. I sintomi sono dolore, impossibilità funzionale, deformazione articolare, gonfiore, calore, livido.

Macchia mediterranea: è quella particolare associazione vegetale, tipica delle terre costiere che si affacciano sul Mare Mediterraneo, formata da alberi* con portamento arbustivo e da arbusti* in prevalenza sempreverdi*. Il nome macchia deriva dal fatto che le piante* si dispongono sul terreno in modo non uniforme ma per l’appunto a macchie. La macchia mediterranea si è costituita come risultato della trasformazione del paesaggio ad opera dell’uomo nel corso dei millenni, attraverso incendi e disboscamenti, a discapito della primordiale foresta mediterranea*, caratterizzata da alberi secolari, poderosi, di alto fusto. Si classifica in macchia alta, costituita da boschi di alberi a portamento arbustivo, con altezze che mediamente raggiungono i 4 – 5 m, in macchia bassa, costituita da diverse specie di arbusti con altezze non superiori ai 2 – 3 m e nella gariga*, costituita da vegetazioni cespugliose e discontinue di altezza massima di 1 – 1,5 m, ma in genere inferiore ai 50 cm. In realtà la gariga è una formazione vegetale secondaria che rappresenta il successivo stadio involutivo della macchia mediterranea vera e propria dovuto ad un ulteriore degrado del territorio, in genere ad opera dell’uomo. La vegetazione della macchia è fatta da specie più adatte a resistere alla calura ed alla siccità estiva, come ad es. le piante sclerofille* e geofite*.

Magnesio: (simbolo chimico Mg) è un oligoelemento* implicato in diverse reazioni chimiche che avvengono nell’organismo, nella trasmissione degli impulsi muscolari e nervosi. La mancanza di questo minerale può portare a numerosi disturbi, quali nervosismo, agitazione, palpitazioni, insonnia, nausea e vomito, diarrea, crampi muscolari, ipertensione*, ridotta assimilazione del calcio. Il magnesio è contenuto in tutte le piante verdi, essendo un importante componente della clorofilla* (pigmento che conferisce il colore verde alle piante). Lo si trova in molti prodotti alimentari, come cereali (soprattutto integrali), noci, verdure verdi, ma anche carni, farinacei, prodotti e derivati del latte. Tuttavia la cottura dei cibi ne riduce sensibilmente la presenza.

Mal di gola: più che una malattia, è il sintomo di alcune malattie delle vie respiratorie: più precisamente è un’infiammazione* acuta o cronica della mucosa* della faringe* o della laringe*, od anche un’infezione a carico delle tonsille*. Le affezioni corrispondenti sono, rispettivamente, la faringite*, la laringite* e la tonsillite*. Sono malattie molto comuni, specialmente nei bambini, che si manifestano prevalentemente nella stagione invernale (ma possono verificarsi anche in estate quando si eccede con l’aria condizionata), sono contagiose e possono trasmettersi nei luoghi affollati attraverso tosse, starnuti, saliva. I sintomi in comune sono dolore, secchezza e bruciore alla gola, sensazione di avere un corpo estraneo all’altezza della laringe e delle tonsille, che risultano gonfie e arrossate, difficoltà di deglutizione ed a parlare, abbassamento della voce, a volte senso di soffocamento, raffreddore, tosse, febbre, malessere generale. Le cause del mal di gola sono maggiormente attribuibili a virus*, ma anche a batteri* (soprattutto allo streptococco, in tal caso la febbre è alta e le tonsille sono infiammate e con placche di pus), oppure a irritazioni delle vie respiratorie dovute all’azione di sostanze allergizzanti o irritanti (polveri, smog, fumo, agenti chimici, alcool, ecc.).

Medicina allopatica: V. Allopatia.

Medicina omeopatica: V. Omeopatia.

Membrana mucosa: (o semplicemente mucosa) membrana molle ed elastica che riveste le cavità interne dell’organismo che comunicano con l’esterno (es. bocca, stomaco, intestino, ecc.). E’ costituita da uno strato esterno di tessuto epiteliale* (tessuto costituito da cellule contigue, fittamente stipate tra loro) ed uno interno di tessuto connettivo* (tessuto che costituisce la struttura di appoggio e di riempimento). La maggior parte delle mucose contiene le ghiandole mucipare che secernono il muco* per la protezione e la lubrificazione delle membrane stesse.

Membrana sierosa: tessuto connettivo*, ricco di fibre elastiche, che riveste alcuni organi, la cui superficie è inumidita da un liquido trasparente incolore. Si chiama pleura la membrana sierosa che avvolge i polmoni, peritoneo quella che ricopre la cavità addominale e gran parte dei visceri, pericardio quella che avvolge il cuore e la prima porzione dei grandi vasi sanguigni collegati. Il rivestimento delle membrane sierose è detto mesotelio.

Membrana sinoviale: membrana connettivale, presente nelle articolazioni*, che riveste internamente la capsula articolare e i capi articolari delle ossa; contiene il liquido sinoviale o sinovia, che serve per la lubrificazione.

Meningite: infiammazione* delle meningi, che sono le tre membrane concentriche, dura madre, aracnoide e pia madre, che, all’interno del cranio, avvolgono l’encefalo ed il midollo spinale. La malattia è di origine infettiva e può essere causata da virus*, batteri* e da funghi*. La forma virale, detta anche meningite asettica, è la più comune e non ha conseguenze gravi.

Menometrorragia: condizione dell’ipermenorrea* in cui l’aumento delle perdite ematiche si manifesta con mestruazioni lunghe combinate con perdite intermestruali.

Menorragia: condizione dell’ipermenorrea* in cui l’aumento delle perdite ematiche si manifesta con mestruazioni lunghe.

Mesoblastico: V. Costituzione mesoblastica.

Mesoblasto: è il foglietto embrionale intermedio del disco germinativo*, da cui si originano cuore, vasi sanguigni, muscoli, polmoni, corticale del surrene, ipofisi anteriore, scheletro, ovaie, testicoli, elementi corpuscolati sia del sangue (globuli bianchi, globuli rossi e piastrine) che della linfa (linfociti), ecc.

Mesocarpo: è la parte intermedia del frutto* di una pianta*, la cosiddetta polpa quando si tratta di frutti carnosi. E’ lo strato mediano del pericarpo* (che avvolge e protegge i semi).

Meteorismo: è l’eccessiva produzione e accumulo di gas nel tratto digestivo, più usualmente nel tratto intestinale, che causa spasmo e distensione dell’addome.

Metrorragia: condizione dell’ipermenorrea* in cui l’aumento delle perdite ematiche si manifesta con perdite intermestruali.

Miasma: V. Diatesi.

Miceti: V. Funghi.

Micosi: infezione cutanea causata da funghi* microscopici (miceti), solitamente non grave ma fastidiosa, che può lasciare macchie e segni. Di solito si manifesta con macchie rossastre brune, con piccole bolle o croste che provocano bruciore o prurito. E’ contagiosa e si sviluppa con il caldo e l’umido. Quindi, i luoghi di contagio possono essere piscine, saune, spogliatoi, e le aree del corpo interessate sono ascelle, inguine, piedi (tipico è il cosiddetto piede dell’atleta). Una forma abbastanza diffusa è la candidosi*.

Midollare del surrene: V. Surrene.

Miorilassante: rilassa e riscalda i muscoli, calmandone le contrazioni.

Monosaccaride: zucchero semplice formato da una sola unità (molecola), quali il glucosio* ed il fruttosio*. Gli zuccheri semplici sono facilmente assimilabili e subito bruciati dall’organismo per il fabbisogno energetico. V. Zuccheri.

Morbillo: malattia virale contagiosa, che colpisce spesso i bambini, i cui sintomi sono in successione: raffreddore* con febbre* alta, puntini bianchi all’interno della bocca, eruzione cutanea caratteristica, esantema, fatta di puntini rossi prima dietro le orecchie e sul viso, poi sul resto del corpo.

Mucillagine: sostanza vischiosa presente in varie parti di quasi tutte le piante*, di aspetto simile alla gomma ma con composizione più complessa. La sua funzione è di aiutare le piante a trattenere l’acqua evitandone il disseccamento e rendendole quindi più resistenti alla siccità. Nelle piante è spesso associata ai tannini* (sostanze antiossidanti astringenti) ed agli alcaloidi* (sostanze organiche azotate dalle proprietà medicamentose o tossiche).

Muco: è il fluido bianchiccio, denso e filante, secreto dalle ghiandole mucipare (ghiandole esocrine delle membrane mucose), che ha la funzione di lubrificare e di proteggere le mucose degli apparati respiratorio, digerente, urinario e genitale (V. Membrana mucosa). Il muco viene secreto in maggiori quantità durante i processi infiammatori locali, ad es. nel corso delle malattie da raffreddamento, in tal caso dicesi catarro*.

Mucosa: V. Membrana mucosa.

Muriatico: V. Costituzione sulfo-fosforica.

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