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Rimedi Omeopatici

Omeopatia - Rimedi della Nonna - Cure Omeopatiche

Risultati della ricerca per: prezzemolo

Aglio

L’Aglio comune è una pianta erbacea perenne la cui specie botanica è Allium sativum e appartiene alla famiglia delle Liliaceae. La pianta cresce su terreni ben drenati, in zone con clima temperato ed è originaria dell’Asia centrale. Dall’Asia si sarebbe poi diffusa in tutte le aree temperate e subtropicali del pianeta. L’Aglio possiede un bulbo formato da diversi bulbetti (spicchi) racchiusi in una tunica membranosa, uno stelo singolo con foglie lunghe e sottili, un’ombrella di fiori eduli e bianchi. Il Italia si coltivano il bianco, il rosa ed il rosso. I boccioli e gli steli sono ingredienti della cucina cinese, le foglie e gli steli in Cina vengono sottoposti a imbianchimento.

Gli spicchi aggiungono sapore ai cibi, specialmente nelle zone calde dove le piante sviluppano il massimo aroma. Essi costituiscono uno degli aromatizzanti più popolari e ampiamente usati nei manicaretti e negli intingoli oltre ad essere un condimento nelle salse. L’aroma aumenta quando i bulbi vengono affettati o tritati. La loro essenza solforata assai forte si estende anche all’alito, al sudore, ai gas intestinali. Per eliminare l’odore dell’alito basta mangiare dei semi di anice o alcuni chiodi di garofano oppure le foglie di prezzemolo.

Il loro odore caratteristico è dovuto a numerosi composti organici di zolfo tra cui l’alliina ed i suoi derivati, come l’allicina ed il disolfuro di diallile. L’aglio contiene anche altre sostanze tra cui garlicina, vitamine A, B, C, zuccheri, fitosteroli, lipidi, mucillagini.

L’allicina e la garlicina possiedono un’efficace azione antibiotica.

Aglio
Aglio

L’Aglio è anche un ottimo medicamento

  • Per la sua azione antibatterica e antimicotica esso trova impiego come antisettico nelle infezioni delle vie aeree superiori e dell’apparato gastroenterico;
  • è di aiuto nelle affezioni catarrali in alcune forme di micosi del piede e dell’orecchio;
  • stimola la digestione;
  • favorisce la fluidificazione del sangue per la sua azione antiaggregante piastrinica;
  • è ipolipidemizzante, ovvero contrasta la formazione dei grassi e del colesterolo;
  • riduce la pressione sanguigna; è immunostimolante;
  • facilita la maturazione di foruncoli e ascessi;
  • è antielmintico (gli elminti sono una classe di vermi parassiti dell’intestino)
  • sostituisce l’ammoniaca in caso di punture di api e vespe;
  • è antiossidante ed è un chelante per le molecole di mercurio, piombo e cadmio;
  • svolge anche un’attività diuretica, il che giustificherebbe il suo effetto lievemente ipotensivo;
  • è un antiaterogeno (contrasta la formazione di placche nelle arterie), quindi esercita un effetto protettivo a livello cardiovascolare e di prevenzione nei confronti della malattia aterosclerotica.

Antichi usi

Fin dai tempi antichi l’aglio era considerato un potente vermifugo. I bulbi venivano pestati nel vino o nel brodo, oppure consumati con il pane per avere un effetto più rapido. Inoltre, i bulbi, mescolati all’olio di oliva erano considerati un eccellente rimedio per le scottature.

La pianta era già nota agli antichi Egizi. Si narra che una razione quotidiana di bulbi, somministrata agli operai che lavoravano alle piramidi aumentava la loro resistenza fisica.

I bulbi pestati erano usati per fare cataplasmi nei dolori reumatici, per eliminare calli e verruche, per maturare i foruncoli e gli ascessi. Questa tecnica è ancora oggi in uso.

Le nostre nonne mettevano gli spicchi nei punti di ingresso delle formiche, per tenerle lontane.

Nel passato si riteneva che la sua essenza preservasse dalle malattie infettive quali il colera, il tifo, la difterite, ecc. e dalle malattie influenzali.

Negli orti e in campagna i bulbi, unitamente ai semi di anice, venivano posti nelle tane delle talpe perché si riteneva che questo mix fosse un potente veleno per questi animali (mettere il link talpa di schede scuola).

La specie selvatica Allium ursinum cresce nei boschi in luoghi umidi ed è usata alla stessa maniera della specie Allium sativum.

Allium Ursinum
Allium Ursinum

In Omeopatia

Allium sativum si usa per persone che tendono ad eccedere nell’alimentazione, e il cibo di cui hanno abusato è la causa dei loro mali.

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(*) V. Note esplicative

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Aethusa cynapium

11/03/2021 By Dott.ssa Rita della Volpe 4 commenti

Aethusa cynapium

Descrizione

Il rimedio Aethusa cynapium si ottiene dalla tintura della pianta intera in fioritura della cicuta minore. Il principio attivo è un alcaloide simile alla cicutina.

La pianta è volgarmente nota come Cicuta minore, Cicuta aglina, falso prezzemolo o “prezzemolo degli sciocchi”. Può essere confusa con il prezzemolo, dal quale si differenzia subito per l’odore ingrato, agliaceo, e per i fiori bianchi e non giallastri. È una pianta erbacea annua della famiglia Ombrellifere (Angiosperme dicotiledoni); è originaria dell’Europa, dell’Asia occidentale ed è l’unico membro del genere Aethusa. È imparentato con la cicuta. Introdotta in molte altre parti del mondo, è una pianta infestante che cresce anche in Italia.

Cresce in ambienti ruderali, fosse ombrose, siepi, luoghi incolti e campi a riposo, con optimum al di sotto della fascia montana. Il nome generico è una parola greca che significa ‘bruciante’, e allude al fatto che la pianta, fortemente tossica in tutte le sue parti, quando masticata irrita fortemente le mucose e il palato determinando una sensazione di bruciore.

L’avvelenamento da prezzemolo degli sciocchi provoca sintomi di calore in bocca e in gola e un esame post mortem ha mostrato arrossamento della membrana di rivestimento dell’esofago e della trachea e una leggera congestione del duodeno e dello stomaco.

È una pianta alta 30-80 cm.; ha una radice fusiforme, a fittone e cava internamente. Il suo fusto è eretto, scanalato, liscio, ramificato in alto e striato longitudinalmente. Le foglie sono lisce e pennatosette, ovvero sono molto divise e composte da tante piccole foglioline che si sviluppano a sinistra e a destra del nervo mediano, ognuna delle quali è incisa fino alla nervatura, come le foglie delle felci; sono lucenti e di colore verde scuro, a contorno triangolare, con segmenti sottili ed hanno un odore sgradevole. I fiori sono piccoli, bianchi e disposti a ombrelle composte irregolari. Il frutto è formato da due acheni (diacheni) addossati l’uno all’altro, di forma ovale, con coste evidenti osservabili con una lente.

La pianta è conosciuta e utilizzata per vari scopi fin dall’antichità. Sebbene le origini del suo nome latino (Aethusa cynapium) rimangano incerte, buona parte dei botanici lo relazionano a Arethusa, la figlia di Poseidone amata da Apollo.

Aethusa cynapium
Aethusa cynapium

Caratteristiche

Il rimedio omeopatico esercita un’azione di superficie sull’apparato gastroenterico e sul S.N.C. La prima caratteristica del rimedio è che esso risulta principalmente indicato nelle gastroenteriti dei lattanti ed anche nelle dispepsie degli scolari che mancano di concentrazione. Ovvero nelle indigestioni di coloro che sgranocchiano continuamente, che hanno continuo bisogno di mangiare. Prendendo spunto dalla pianta di origine, Aethusa cynapium è praticamente il rimedio degli sciocchi!

Una seconda caratteristica del rimedio è la violenza delle manifestazioni, che sono accompagnate da uno stato soporoso e di prostrazione: vomito violento, spasmi violenti, dolori violenti… e al contempo prostrazione e sonnolenza, angoscia e pianto. Nel rimedio c’è molta debolezza psichica e fisica.

Caratteristiche minori sono cefalea, herpes, insonnia, problemi oculari, otorrea, singhiozzo, tosse, trisma, dentizione dei bambini, purché in contemporanea alle caratteristiche principali del rimedio.

Anche Chamomilla è un rimedio usato per le problematiche legate alla dentizione. Ma tipicamente Chamomilla è il rimedio delle “i”: ipereccitabile, ipersensibile, inquieto, irritabile, intrattabile, intollerante, indocile, insocievole, irascibile.

In Aethusa il latte vomitato si presenta coagulato, ovvero è costituito in parte da grumi ed in parte è liquido. Compaiono anche feci viscose, liquide, giallo-verdastre. È il rimedio utile durante la dentizione dei bambini nel periodo estivo e dei bambini che non sopportano il latte, ma anche in tutte le gastroenteriti che hanno le manifestazioni appena descritte.

Il bambino si presenta pallido, con colore bluastro attorno alle labbra, occhi e contorni del naso infossati.

In sintesi, i sintomi caratteristici di Aethusa sono: la violenza delle manifestazioni che sono accompagnate da prostrazione e sonnolenza; l’incapacità di pensare e di concentrarsi; l’intolleranza al latte; talvolta la fame dopo il vomito.

Il rimedio ha due modalità di aggravamento: i sintomi peggiorano con calore solare e dopo aver mangiato.

Aethusa granuli

 

Uso del rimedio

Gastroenteriti del lattante

Vomiti del neonato

Disturbi della dentizione dei bambini (vomiti e spasmi)

Disturbi digestivi del bambino

Dispepsia dello scolaro

Diarrea estiva del bambino

Dosi

In tutti i casi diluizione 5-6CH, 3 granuli 3-6 volte al dì.

Aethusa cynapium

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W i segreti della nonna

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Allontaniamo mosche e zanzare

• Per tenere lontane mosche e zanzare collochiamo in casa una pianta di Eucalyptus in vaso: da questo momento non ci saranno più insetti e quindi non più punture. L’Eucalipto infatti è ottimo per allontanare gli insetti e non è affatto tossico per l’uomo; inoltre è un disinfettante, aiuta a respirare meglio ed agisce da fortificante.

• Anche le foglie di basilico tengono lontane le zanzare.

• Il succo delle foglie di prezzemolo è altresì efficacissimo per allontanare zanzare ed insetti.

Stop al singhiozzo

• Per eliminare il singhiozzo assumere alcune gocce di aceto, da sole o su una zolletta di zucchero.

• Va bene anche inalare l’aroma rilasciato dai semi di anice scaldati a bagnomaria, dopo averli tritati e ridotti in polvere.

• Efficace altresì allo scopo è l’infuso di valeriana (15 g di foglie per 1 litro d’acqua bollente), di cui berne 3 bicchieri al dì.

• Si dimostra valido anche il vino di finocchio.

Per contrastare la balbuzie

• Può essere di valido aiuto per diminuire la balbuzie, l’assunzione dell’infuso di foglie e fiori di primula (2 – 3 g in 200 ml d’acqua bollente), alla dose di 1 tazza 2 – 3 volte al dì.

Contro il mal di mare ed il mal d’auto

• Per prevenire la nausea e tutti i malesseri tipici del mal di mare e del mal d’auto, è utile inalare dal fazzoletto qualche goccia di olio di menta piperita.

• Va bene anche annusare melissa, basilico, cannella, camomilla, a seconda delle preferenze.

• Per calmare la nausea, durante il viaggio si può assumere una tazza di infuso di semi di finocchio (1 cucchiaino in 200 ml d’acqua bollente), meglio se finocchio selvatico.

• In caso di vertigini si possono massaggiare dolcemente per alcuni minuti le fossette dietro i lobi delle orecchie; invece in caso di agitazione e inquietudine si possono stimolare i gomiti flessi.

• Qualche giorno prima di intraprendere il viaggio, si può bere una tazza mattino e sera dell’infuso di foglie di melissa e fiori di camomilla (1 cucchiaio della miscela a parti uguali in 1 tazza d’acqua bollente). E’ un’ottima prevenzione.

• Le foglie sbriciolate di angelica poste all’interno dell’automobile riducono il mal d’auto.

Come preparare una birra casalinga

La nonna ci tramanda una vecchia ricetta con cui si può preparare in casa un’ottima birra, molto economica, rinfrescante, diuretica, piacevole e sanissima, utilizzando la radice (rizoma) della gramigna. Si mettono in un tino di una certa capacità 5 kg di radici di gramigna sminuzzate, ben pulite e ben lavate, su cui si versa un po’ alla volta tanta acqua tiepida quanto basta perché siano sempre nello stesso stato di umidità. Dopo 3 giorni circa si vedono formare dei piccoli germogli biancastri. Quando questi germogli sono lunghi circa 1 cm, si pone il tutto in una damigiana con imboccatura larga, della capacità di circa 25 litri, si aggiungono 2,5 kg di zucchero, 1,5 kg di bacche di ginepro schiacciate e 75 g di lievito di birra. Quindi si versano 4 litri di acqua bollente, si agita energicamente con un bastone introdotto dall’apertura della damigiana e si lascia riposare una settimana. Di tanto in tanto si aggiunge un po’ d’acqua, bollita precedentemente, per compensare quella che si perde. Quindi si filtra e si travasa in un nuovo contenitore ben pulito, dopodiché la birra è pronta per l’uso.

 

Come preparare un ottimo maraschino

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Il maraschino è un liquore che deve il suo nome alle marasche, varietà di amarene originaria della Croazia e più precisamente della Dalmazia. E’ detto anche “rosolio di Zara” poiché in questa città ebbe inizio la produzione fin dal lontano medioevo. La nonna lo preparava così. Mettere in un recipiente con coperchio i noccioli di marasche (in mancanza si possono utilizzare le amarene nostrane), coprirli di alcool puro per alimenti e lasciarli macerare al buio per circa 3 mesi. Quindi filtrare l’alcool. Preparare uno sciroppo con acqua sterilizzata tiepida e zucchero in uguali quantità, a loro volta uguali alla quantità di alcool. Amalgamare bene, lasciar raffreddare e aggiungere l’alcool di cui in precedenza. Filtrare e imbottigliare. Dopo un paio di giorni filtrare di nuovo e ripetere tale operazione finché il liquore non diventa limpido.

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Come preparare ottimi digestivi

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La nonna amava preparare questo liquore alle prugne buonissimo ed ottimo digestivo. In un recipiente si fanno cuocere 30 – 40 prugne ridotte in pezzi (senza buccia e senza nocciolo) con 5 litri di buon vino bianco; dopo circa 20 min si toglie dal fuoco e si aggiungono 5 g di cannella frammentata; si fa macerare il tutto, per 3 – 4 giorni, in un recipiente coperto; quindi si filtra, si aggiunge 1 kg di zucchero e si fa bollire di nuovo per pochi minuti; si lascia raffreddare; infine si versa 1 litro d’alcool per alimenti, possibilmente a 90°, e si conserva in una bottiglia ben tappata.

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Digestivo alle ciliegie. Lavare, asciugare e privare del peduncolo 1 kg di ciliegie. Schiacciarle e porle con il loro nocciolo in un recipiente di coccio. Lasciarle asciugare all’aria per 3 – 4 giorni e quindi aggiungere 250 g di zucchero e 2 litri di alcool a 60° (1 litro e 1/4 di alcool per alimenti a 95° + 3/4 di litro d’acqua bollita e raffreddata). Lasciar fermentare in un luogo fresco e buio (sarebbe ideale la cantina) per almeno 1 mese. Filtrare e conservare in bottiglie con tappo.

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Ratafià di ipericoRatafià di iperico, ottimo aperitivo e digestivo (stimola l’appetito, facilita la digestione, impedisce l’acidità di stomaco, ecc.). Si mettono a macerare, per circa 15 giorni, in una bottiglia ben chiusa, 2 litri di acquavite e 30 g di fiori secchi di iperico con 2 limoni tagliati. Si filtra, comprimendo bene il residuo, si aggiungono 150 g di zucchero e si imbottiglia per la conservazione.

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Sciroppo liquoroso di noce, efficacissimo per favorire la digestione, per eliminare i gas intestinali, per lenire il mal di testa conseguente a pesantezza digestiva. Togliere il mallo a 50 noci fresche e porle in un recipiente di coccio insieme a 2 litri di buona acquavite, 1 g di cannella, 1 g di chiodi di garofano, 1 g di macis (nome commerciale dell’involucro carnoso, arillo, che avvolge il seme della noce moscata, di colore rosso da fresco, giallo da secco). Dopo un mese circa di macerazione, si filtra e si aggiunge uno sciroppo costituito da 1 litro di acqua bollita in cui si scioglie zucchero a piacere, fino ad un massimo di 1 kg. Si mescola il tutto e si versa in una bottiglia con tappo per la conservazione e per l’uso.

Altre ottime preparazioni casalinghe

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Come preparare l’acqua di melissa. Far cuocere per 5 min in 500 ml d’acqua 25 g di foglie di melissa, cui si aggiungono 5 g di ciascuna delle seguenti piante: scorza di limone grattugiata, chiodi di garofano, cannella, noce moscata. Si aggiunge poi 500 ml di buona acquavite. Si pone il tutto in un recipiente di vetro ben chiuso e si espone al sole o in un luogo caldo. Dopo 4 settimane si filtra e si conserva in bottiglia ben tappata. Se ne prende 1 cucchiaino da caffè, in poca acqua, prima dei pasti nei casi di problemi di stomaco, nelle debolezze nervose, nei disturbi del cuore di origine nervosa, nella nevrastenia, nei vomiti nervosi, nella malinconia, nei disturbi del ventre e delle regole, nei dolori uterini.

Aglio - image  on https://rimediomeopatici.comCome preparare una crema di alchemilla. La nonna la usava moltissimo perché ne apprezzava le molteplici virtù e ne teneva in casa sempre una scorta. Oggi alle creme di questa pianta si riconoscono diverse proprietà terapeutiche, come quelle di curare e lenire le infiammazioni e le irritazioni cutanee, di donare tonicità ed elasticità alla pelle, di idratare, di cicatrizzare, di normalizzare l’eccessiva produzione sebacea ed altro ancora. La  nonna la preparava così. Si prendono 2 g di estratto fluido di alchemilla (la comune tintura madre), 12 g di idrolato di rosa (costituisce la parte acquosa della crema e oltre a dare la profumazione aiuta a donare tonicità alla pelle), 10 g di lanolina e 30 g di vasellina, che costituiscono la base grassa (eccipiente). Si sciolgono la lanolina e la vasellina in un contenitore scaldato a bagnomaria. Si aggiungono l’idrolato di rosa e l’estratto fluido di alchemilla e si fa bollire il tutto a fuoco lento per pochi minuti, mescolando continuamente per evitare che si attacchi. Prima che il composto si raffreddi si versa in vasetti non trasparenti con coperchio per la conservazione ed il successivo uso.

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Come preparare un’acqua di colonia, ottima per la toilette. Mettere a macerare, per 15 giorni, 15 g di sommità fiorite di lavanda in 200 ml di alcool a 80° (167 ml di alcool per alimenti a 95° + 33 ml d’acqua bollita e raffreddata). Dopo si filtra, comprimendo bene il residuo, e si aggiungono 1 g di essenza (sinonimo di olio essenziale) di limone, 1 g di essenza di cedro, 1,5 g di essenza di bergamotto, 0,5 g di essenza di rosmarino, 1 g di essenza di neroli (olio essenziale dei fiori di arancio amaro), 1 g di tintura di benzoino, 3 g di alcolato di melissa. Si versa in una bottiglietta con coperchio per la conservazione e l’uso.

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Per preparare un unguento alla salvia, macerare un pugno di foglie fresche di salvia sminuzzate in 1/2 litro di alcool per 24 ore. Filtrare e mescolare con 500 g di burro sciolto, o strutto o altro grasso. Amalgamare bene e utilizzare l’unguento per frizioni locali. E’ un ottimo antisettico e cicatrizzante.

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Per preparare un unguento di calendula occorre il succo fresco della pianta o delle sue foglie e, nella proporzione 1:6, burro fresco, o strutto, o altra sostanza grassa. Il tutto si fa amalgamare con una cottura a bagnomaria. Le applicazioni locali di tale unguento sono utili per lesioni cutanee, piaghe, punture d’insetti, calli, funghi, vene varicose.

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Il decotto di crusca di grano, che si prepara facendo bollire un pugno di crusca in acqua per 3/4 d’ora, è un cibo leggero e molto nutriente per anziani, fanciulli e convalescenti. Un tempo veniva dato, addolcito con poco miele o zucchero e fatto cuocere per un altro quarto d’ora, alle persone debole e malaticce, alla dose di 1/2 litro al dì, da solo o con il pane (a zuppa).

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Un vino alla quercia è una bevanda tonica ed indicata per chi soffre di incontinenza urinaria. Si prepara mettendo a macerare, per 3 – 4 giorni, 30 – 60 g di corteccia di giovani rami di quercia ridotti in frammenti in 1 litro di vino rosso. Si filtra e si assume alla dose di 1 bicchierino prima dei pasti.

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Invece con le ghiande di quercia è possibile preparare una bevanda sia nutriente che tonica per lo stomaco e per l’intestino. Si prendono 10 – 15 g di ghiande secche o torrefatte e si mettono a bollire, per 15 – 20 min, in 1 litro d’acqua o di latte. Si può aggiungere una piccola dose (un cucchiaino) di orzo leggermente abbrustolito e macinato. Le ghiande prima della torrefazione devono essere private della buccia. La bevanda di ghiande di quercia è un alimento di prim’ordine per i convalescenti.

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Un vino di noce è tonico, depurativo e stomachico, nonché vermifugo. Macerare 50 – 60 g di foglie fresche di noce finemente tritate in 1 litro di vino bianco, per 3 – 4 giorni. Filtrare e assumerne 2 – 3 cucchiai 2 volte al dì prima dei pasti principali.

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Come preparare una conserva di rose, utilizzando rose rosse non completamente sbocciate. Togliere ai petali l’unghia (punta inferiore bianca del petalo), macinarli in un mortaio insieme al triplo del loro peso di zucchero ed a tanto idrolato di rosa da ottenere una pasta della consistenza del miele. Assumere alla dose di 50 –100 g al dì. Rinforza i polmoni.

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Con i ricettacoli delle rose si prepara invece la marmellata. Si passano questi al setaccio e si mettono a bollire in poca acqua, schiumando di tanto in tanto, finché non diventano filamentosi. Si aggiunge una uguale quantità di zucchero e si lascia cuocere fino alla consistenza desiderata. Si versa subito in vasetti sterilizzati muniti di chiusura ermetica e si conserva in luogo fresco e buio.

Lo sapete che …

• Per eliminare il sapore della cipolla, basta masticare del caffè in polvere o in chicchi.

• Mangiare le fragole aiuta a sciogliere il tartaro dei denti.

• Per tenere lontani i topi basta mettere nei luoghi a rischio una pianta di ruta, che emana un odore a loro sgradevole.

• La saponaria è una pianta che contiene un glucoside, la saponina, che si trova in tutte le parti della pianta e che agitata in acqua la rende spumosa come fa il sapone; perciò il suo decotto era usato per sbiancare e smacchiare tessuti di seta, di lana e merletti.

• La cottura delle piante nel vino ne aumenta l’efficacia terapeutica. Anticamente venivano messe nel mosto in fermentazione mazzi di piante diverse, sì da avere vini con proprietà medicinali diverse. A mosto fermentato venivano tolte le parti vegetali e quindi si procedeva nella solita maniera per ottenere il vino. Esistevano così vini di salvia, rosmarino, assenzio, finocchio, anice, sambuco, gramigna, ecc. Questi vini medicamentosi servivano per trattare le stesse malattie curate dalle piante che vi si immettevano.

• I fiori del carciofo coagulano il latte.

• Con l’acqua dei fiori d’arancio si prepara il cosiddetto latte di gallina, che è ottimo per le affezioni respiratorie e come nutrimento che giova agli ammalati. Si sbattono 1 o 2 tuorli d’uova fresche in un po’ di latte zuccherato e si aggiunge un po’ di acqua di fiori d’arancio.

• Se si deve prendere olio di ricino oppure olio di fegato di merluzzo, si può masticare prima un po’ di scorza d’arancia per rendere più gradevole l’assunzione.

• Il sale di acetosella (che si estrae dalle foglie della pianta), sciolto in acqua, è ottimo per togliere le macchie difficili da tessuti, legno, ecc.

• Per preparare un’ottima polvere dentifricia che mantiene i denti bianchi e lucidi, aromatizza la bocca e rinforza le gengive, mescolare uguali quantità di semi di anice ridotti in polvere con polvere di carbone di pioppo o di china grigia.

• L’unghia bianca dei petali di rosa ha proprietà astringenti, mentre il lembo ha proprietà lassative.

• I semi di girasole, torrefatti e macinati, consentono di preparare un caffè utile nei casi di emicrania.

• Le foglie del noce hanno un’azione parassiticida.

• Con le patate raschiate e riscaldate lentamente si forma una pasta che è una specie di sapone usato in passato per dare biancore e splendore alla biancheria.

• Il mosto d’uva combatte la stitichezza.

• I vecchi medici prescrivevano il bagno di ginepro ai malati di gotta.

• Un tempo era consuetudine, specie in Inghilterra e Svezia, fumare le foglie di farfaro a guisa di sigaro, nei casi di tosse e asma.

• Il crescione è un antidoto della nicotina. Tale pianta si usa sempre cruda perché cotta perde le sue proprietà curative. Inoltre è un vermifugo ed è controindicato per le donne incinte.

• I semi e le foglie fresche dell’ortica, ridotte in piccoli frammenti, mescolati con cibo delle galline e delle oche, stimolano la produzione delle uova. Inoltre le foglie di ortica, sia fresche che secche, sono un ottimo foraggio per il bestiame, come mucche e pecore, ed aumentano la produzione di latte.

• Il rizoma del rabarbaro rimuove le macchie di ruggine e disincrosta le padelle. Usato fresco è utile per pulire l’ottone.

• Il succo delle foglie di acetosa toglie le macchie di ruggine, di muffa, di inchiostro da lenzuola, da mobili di vimini e da argento.

• L’acqua di cottura dei fagiolini ravviva i tessuti di lana.

• L’acqua di cottura delle patate pulisce l’argento e restituisce brillantezza alla lana ed al cuoio.

• Se vicino alle rose si coltiva del prezzemolo, questo ne migliora il profumo e la salute.

• L’olio essenziale di origano è un potente antisettico, adatto a disinfettare gli ambienti in cui si soggiorna.

• La regola generale per impostare correttamente la temperatura del forno per la cottura dei dolci è la seguente: quanto più zucchero contiene l’impasto, tanto più bassa deve essere la temperatura.

• Per eliminare dalla bistecchiera l’odore dei cibi cucinati, basta strofinarvi a caldo una manciata di farina gialla e poi sciacquare sotto l’acqua corrente.

• La cenere del camino, opportunamente vagliata, può essere utilizzata per pulire e lucidare l’acciaio, come piani cottura, lavelli, pentole, stoviglie, rubinetteria, ecc. Se ne pone una piccola quantità su una spugnetta umida, si passa sugli oggetti e poi si sciacqua.

• Per decongestionare le palpebre gonfie ed arrossate a causa della stanchezza, vi si applica sopra una fetta di patata cruda per circa mezz’ora.

• Per eliminare il giallo dai denti o certe altre macchie antiestetiche, si spazzolano i denti con lo spazzolino su cui si è apposto un pizzico di bicarbonato.

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Digestione senza tante arie

Aglio - image  on https://rimediomeopatici.comL’aerofagia è una difficoltà digestiva, una dispepsia, consistente in un’eccessiva deglutizione di aria durante i pasti che provoca un rigonfiamento gassoso dell’addome, il più delle volte doloroso, con conseguente meteorismo e frequenti eruttazioni e flatulenze. Spesso è semplicemente la conseguenza di cattive abitudini alimentari, come l’uso eccessivo di bevande gassate, di bicarbonato e di chewingum, o il consumo troppo frettoloso dei pasti. Anche gli stati ansiosi possono essere causa del fenomeno.

Si indicano di seguito i rimedi della nonna che hanno, tra le altre, un’efficace azione carminativa (eliminazione dei gas dallo stomaco e dall’intestino) e anti-dispeptica (facilitazione della digestione), nonché calmante.

Per avere un quadro completo dei rimedi della nonna utili a risolvere i problemi digestivi, consultare anche l’articolo “Digestione facile” della presente sezione.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

 

Aglio - image  on https://rimediomeopatici.comAglio - image  on https://rimediomeopatici.com

◊ Anice e Finocchio: preparare un decotto con 1 cucchiaio di semi schiacciati sia di anice che di finocchio oppure 2 cucchiai di foglie sminuzzate dell’uno e dell’altro, in 250 ml di acqua, bollire 10 min, filtrare spremendo bene il residuo. Bere alla dose di 2 – 3 tazze al dì.

Aglio - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Camomilla matricaria: prepararne il decotto con 10 g di capolini triturati in 200 ml di acqua, bollire per 8 min, filtrare spremendo bene il residuo. Berne una tazza al giorno. Si può preparare anche un vino di camomilla, facendo macerare per 2 giorni un pugno di fiori freschi (40 – 60 g) in 1 litro di vino bianco. Filtrare e versare in bottiglie con tappo da conservare in luogo fresco e buio. Se ne assume 1 bicchierino 2 – 3 volte al dì. Favorisce la digestione.

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◊ Cipolla: triturare una cipolla e metterla a macerare in aceto, nella quantità fino a coprirla, per un paio d’ore. Assumere il preparato alla dose di 1 cucchiaino da caffè 2 – 3 volte al dì.

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◊ Issopo: prepararne un infuso con 2 g di foglie e fiori entrambi sminuzzati in 100 ml di acqua bollente, lasciare in infusione per 10 min, filtrare spremendo bene il residuo. Bere alla dose di 2 – 3 tazze al dì.

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◊ Lavanda: prepararne l’infuso con 5 g di foglie e fiori entrambi sminuzzati in 150 ml di acqua bollente, lasciare in infusione 10 min, filtrare comprimendo bene la parte solida. Bere alla dose di 3 – 4 tazze al dì.

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◊ Melissa: prepararne un infuso con 3 g di foglie e fiori entrambi sminuzzati in 200 ml di acqua bollente, lasciare in infusione 8 min, filtrare spremendo bene il residuo. Bere alla dose di 1 tazza al giorno, a digiuno, o la mattina oppure prima dei pasti principali. All’infuso si possono aggiungere semi di finocchio e di menta piperita in parti uguali, per aumentarne l’efficacia.

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◊ Origano: prepararne l’infuso con 3 g di foglie e fiori entrambi sminuzzati in 100 ml di acqua bollente, lasciare in infusione 10 min, filtrare spremendo bene il residuo. Bere alla dose di 2 – 3 tazze al dì.

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◊ Prezzemolo: preparare un infuso con 4 g di semi in 500 ml di acqua bollente, lasciare in infusione per 20 min, filtrare comprimendo bene la parte solida. Assumere alla dose di 1 tazzina da caffè dopo pranzo e dopo cena.

◊ La miscela delle seguenti piante: 9 parti di semi di anice o di cumino e 1 parte di semi di finocchio, con l’aggiunta di un po’ di menta piperita, da cui prelevare un cucchiaio per preparare un infuso con una tazza d’acqua bollente, è un ottimo carminativo.

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Vediamoci chiaro

Aglio - image  on https://rimediomeopatici.comAvere cura dei propri occhi deve diventare una consuetudine necessaria ed indispensabile per salvaguardarne l’integrità e la salute, considerato che si tratta di organi molto delicati. Come al solito la migliore cura è la prevenzione e quindi oltre ad effettuare le periodiche visite dall’oculista, bisogna adottare una serie di cautele che consentano di evitare agli occhi ogni affaticamento o l’esposizione a fattori ambientali che possono risultare nocivi. Si pensi ad es. all’uso smisurato di computer, alla visione prolungata e troppo ravvicinata dell’apparecchio tv, a letture in ambienti scarsamente illuminati, all’esposizione eccessiva degli occhi ai raggi solari, a vento, polvere, fumo, ecc. ecc. Avere occhi belli e sani, oltre a darci una visione chiara, permette di fornire una magnifica espressione al nostro volto.

L’affezione più ricorrente che può interessare gli occhi è la congiuntivite. Trattasi di un’infiammazione della congiuntiva, che è la membrana sottile e trasparente che ricopre la parte bianca dell’occhio e la parte interna delle palpebre. E’ una malattia molto comune in quanto la congiuntiva è particolarmente esposta agli agenti esterni. Essa può essere causata da infezioni (batteri, virus, funghi) ed in tal caso è molto contagiosa, da allergie (la più frequente è la congiuntivite primaverile), o da irritazioni (da fumo, corpi estranei, eccessi di luce, vento, polvere, cosmetici, saponi, lenti a contatto, ecc.). I principali sintomi sono arrossamento degli occhi, lacrimazione intensa, intolleranza alla luce, gonfiore delle palpebre, sensazione di sabbia negli occhi, cui si aggiunge nel caso della congiuntivite infettiva la secrezione, nel caso della congiuntivite allergica prurito e gonfiore della congiuntiva, nel caso della congiuntivite irritativa il bruciore.

La cheratite è l’infiammazione, acuta o cronica, della cornea, che è il tessuto trasparente delimitante la parte anteriore del bulbo oculare, sempre bagnata dal film lacrimale e che costituisce la prima lente del percorso ottico. I sintomi comuni sono vascolarizzazione della cornea (che in condizioni normali non ha vasi), dolore agli occhi, calo della vista, sensazione di corpo estraneo, lacrimazione, fotofobia (intolleranza alla luce). Possono manifestarsi piccole erosioni superficiali e opacità disseminate della cornea, spesso accompagnate da edemi corneali, cioè da un eccesso di contenuto acquoso all’interno della cornea. Le cause delle cheratiti sono attribuibili a diversi fattori: agenti biologici (infezioni da virus, batteri, protozoi, funghi), agenti fisici e chimici (raggi ultravioletti, lesioni della cornea, lenti a contatto, cosmetici, polvere, polline, inquinamento, sostanze acide o alcaline, ecc.), malattie sistemiche (come artriti reumatoidi o vasculiti). Se non curate le cheratiti possono provocare danni permanenti alla vista, andando a compromettere la trasparenza della cornea (leucoma corneale) ed a creare ulcere corneali (perdita di tessuto), le quali a loro volta degenerano in cicatrici che se centrali ostacolano la visione. Trattasi in questi casi di cheratiti profonde, per distinguerle da quelle superficiali, molto più comuni, che dopo la guarigione non lasciano cicatrici. La forma infettiva più insidiosa, in grado di provocare la disgregazione del tessuto corneale, è dovuta al protozoo Acanthamoeba hystolitica, molto resistente, che può trovarsi nelle acque di piscine, fiumi, laghi e che può essere contratto in caso di microlesioni della cornea, spesso presenti nei portatori di lenti a contatto. Altra causa frequente di cheratite infettiva è quella legata agli Herpes virus.

Si parla di cheratocongiuntivite quando sono presenti l’infiammazione sia della cornea che delle congiuntiva (la malattia ha quindi i caratteri sia della cheratite che della congiuntivite).    

La blefarite è l’infiammazione dei bordi delle palpebre degli occhi. Può essere causata da infezione batterica (spesso da stafilococco), da malattie della pelle (dermatite seborroica, acne), da allergie, da problemi alimentari, da fattori ambientali (fumo, vento, polvere, lenti a contatto, cosmetici, ecc.). L’infezione batterica produce una blefarite ulcerativa; le altre cause in genere producono una blefarite squamosa o seborroica (non ulcerativa). I primi sintomi sono prurito, lacrimazione eccessiva, sensazione di corpo estraneo nell’occhio, sensibilità alla luce, talvolta accompagnati da arrossamento e gonfiore delle palpebre. La forma ulcerativa si manifesta con piccole pustole (lesioni rilevate della pelle contenenti pus) all’altezza dei follicoli piliferi delle ciglia; la forma non ulcerativa si manifesta con squame untuose ai margini delle palpebre. La malattia è soggetta a recidiva.

Con il termine generico oftalmia si è soliti indicare le malattie infiammatorie degli occhi.

I rimedi naturali che la nonna qui propone consentono di apportare sollievo e beneficio in risposta ai piccoli e fastidiosi disturbi cui possono andare incontro i nostri occhi, prima che si complichino.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

 

Aglio - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Alchemilla: con l’infuso di foglie secche (60 – 100 g per 500 ml d’acqua bollente) lavare gli occhi più volte al dì. Serve per le congiuntiviti e per le altre infiammazioni degli occhi. Se si vuole rafforzare l’effetto, assumere anche per via interna l’infuso più leggero (metà dose di foglie), bevendone 2 tazze al dì.

 

 

Aglio - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Aloe: preparare una soluzione con qualche goccia di gel ricavato dalle foglie della pianta in acqua tiepida. Lavare gli occhi 3 – 4 volte al dì. Sul principio potrebbe manifestarsi bruciore o pizzicore, non preoccuparsi. Serve per le infiammazioni degli occhi e delle palpebre (blefarite).

 

 

Aglio - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Altea: cuocere 1/2 cucchiaino di fiori secchi in una tazza e mezzo d’acqua per 5 min. Lavare gli occhi più volte al dì oppure bagnare una garza e tenerla sugli occhi fino a miglioramento, avendo cura di cambiarla ogni tanto. Utile nelle congiuntiviti.

 

 

 

Aglio - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Assenzio selvatico (o Erba di S. Giovani o Canapaccio o Artemisia vulgaris): con il decotto di foglie e sommità fiorite essiccate (4 – 5 g in 1 tazza grande d’acqua), lavare gli occhi 3 volte al dì. Utile nelle infiammazioni degli occhi, congiuntiviti comprese.

 

 

 

 

 

Aglio - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Camomilla: con l’infuso di fiori di camomilla (6 – 9 g per 1 litro d’acqua bollente) tiepido, lavare gli occhi più volte al dì. Serve nelle congiuntiviti e nelle altre infiammazioni degli occhi.

 

 

 

 

Aglio - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Cipolla: nei casi di occhi gonfi ed infiammati lavarli 3 – 5 volte al dì con un decotto di cipolla (alcune cipolle sbucciate, lavate ed affettate in una pentola d’acqua). Si può aggiungere qualche rametto di rosmarino.

 

 

 

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◊ Equiseto: il decotto di giovani rami e foglie entrambi essiccati (5 g in 200 ml d’acqua), cui aggiungere una manciata di petali di rosa rossa, da utilizzare per impacchi locali più volte al dì, è utile per l’infiammazione degli occhi e delle palpebre (blefarite).

 

 

 

 

 

Aglio - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Eufrasia (o Euphrasia officinalis): preparare un infuso con fiori e foglie della pianta secca (10 g per 1 litro d’acqua bollente) in cui bagnare delle garze da applicare sugli occhi per tutta la notte, trattenendole con una benda. Efficace per le congiuntiviti e per gli occhi arrossati. Inoltre migliora e rinforza la vista, per cui è particolarmente indicato nelle debolezze della vista e nella miopia. Il rimedio era già conosciuto nell’antica medicina. Oggi molto più comodamente si può utilizzare il collirio, meglio se in associazione con camomilla.

 

 

 

Aglio - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Finocchio: nell’antica medicina il finocchio era molto usato come oftalmico. Per preparare il collirio, far bollire in 250 ml d’acqua per 10 min 1/2 cucchiaio di semi ridotti in polvere, lasciar intiepidire e lavare gli occhi più volte al dì. Serve nelle congiuntiviti e per conservare e migliorare la vista.

 

 

 

Aglio - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Fumaria: la pianta deve il nome al fatto che il suo succo messo sugli occhi li fa lacrimare, come un fumo molto acre, rischiarando la vista. Utile in tutte nelle infiammazioni degli occhi, che diventano rossi e doloranti.

 

 

 

 

Aglio - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Lattuga: le foglie di lattuga, lessate ed applicate ben calde sulla parte interessata, riducono l’infiammazione ed il dolore (mal di denti, infiammazione agli occhi, contusioni e lussazioni, ecc.). Con l’acqua di cottura si possono lavare gli occhi.

 

 

Aglio - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Maggiorana: preparare un infuso (30 g di sommità fiorite per 1 litro d’acqua bollente) con cui effettuare fumenti o lavaggi agli occhi più volte al dì. Sono indicati nelle congiuntiviti.

 

 

 

 

 

Aglio - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Noce: ungere con 2 – 3 gocce di olio di noce, ogni giorno almeno 1 volta, le palpebre e le ciglia. E’ un rimedio prezioso contro le macchie degli occhi.

 

 

 

 

◊ Olio di ricino: in caso di congiuntivite passare sulle ciglia un batuffolo di cotone imbevuto di olio di ricino. Elimina anche le desquamazioni delle palpebre.

 

◊ Olivo: la resina che cala dal tronco degli olivi era apprezzatissima nella vecchia medicina. Con essa si producevano dei colliri per curare le congiuntiviti e tutte le infiammazioni degli occhi. La resina veniva spesso utilizzata anche in vapori.

 

Aglio - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Prezzemolo: le foglie fresche pestate ed applicate sugli occhi sono utili nelle congiuntiviti e nelle oftalmie purulenti.

 

 

 

 

 

Aglio - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Rosa canina: si prepara l’infuso dei  petali secchi (10 g per 1 litro d’acqua bollente) e si lavano gli occhi più volte al dì. E’ eccellente nelle infiammazioni degli occhi con lacrimazione e delle palpebre (blefarite). E’ ancora più efficace se vi si aggiunge un cucchiaio di equiseto.

 

 

 

Aglio - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Ruta: mangiare spesso qualche foglia e lavare gli occhi con un leggero decotto di tale pianta, rischiara la vista. Buoni risultati si ottengono anche orientando i vapori del decotto verso gli occhi. La Scuola Salernitana insegnava: «nobilis est Ruta, quae lumina reddit acuta». Plinio invece diceva: «Ruta commesta visum acuit».

 

 

 

Aglio - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Sambuco: sciacqui tiepidi agli occhi da fare con l’infuso di fiori (3 g in 200 ml d’acqua bollente), sono un ottimo rimedio contro le congiuntiviti e le oftalmie (infiammazioni) croniche.

 

 

Aglio - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Timo: con l’infuso caldo di foglie secche (5 – 10 g in 100 ml d’acqua bollente) effettuare fumenti indirizzati verso gli occhi. Sono utilissimi nei casi di congiuntiviti catarrali. Assumerne, inoltre, per via orale 2 – 3 cucchiai al dì.

 

 

 

 

Aglio - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Verbena: l’infuso di foglie e fiori (5 g in 1 tazza d’acqua bollente) mitiga il gonfiore degli occhi.

 

 

 

 

 

 

 

◊ Vite: la linfa della pianta che si ricava in primavera dal fusto, incidendolo, è efficace nella cura delle oftalmie.

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