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Rimedi Omeopatici

Omeopatia - Rimedi della Nonna - Cure Omeopatiche

Risultati della ricerca per: peperoncino

Passiflora-Peperoncino

Sommario di Passiflora e Peperoncino:

◊ TM di Passiflora incarnata o Fiore della passione o anche Maracuja

◊ TM di Peperoncino o Pepe rosso o anche Pepe di cayenna

Tintura Madre di Passiflora

Passiflora 
Passiflora

Passiflora incarnata L. è un genere di piante della famiglia Passifloraceae, originaria dell’America, Asia e anche Australia.

Oltre la P. incarnata, le specie utilizzate a scopi medicinali sono P. caerulea e anche P. edulis.

La P. si può coltivare come rampicante, mettendola su un traliccio, ma è perfetta anche per una pergola o come pianta da appartamento. Cresce velocemente e la potatura migliora la fioritura successiva.

I nomi italiani della P. incarnata sono Fiore della passione (dal latino passio = passione e flos = fiore) e anche Maracuja. Sembra che il nome di “Fiore della passione” gli fu attribuito da frate agostiniano* che, per la somiglianza di alcune parti della pianta con i simboli religiosi della passione di Gesù: i viticci alla frusta con cui venne flagellato, i tre stili ai chiodi, gli stami al martello, la raggiera corollina alla corona di spine.

*L’Ordine di Sant’Agostino nasce giuridicamente nel mese di marzo del 1244, quando il Papa Innocenzo IV unifica alcuni gruppi di eremiti in un nuovo Ordine, un’unica famiglia religiosa sotto la guida di un priore generale e con la regola di sant’Agostino. L’Ordine, fin dall’inizio, riconosce Sant’Agostino come Padre, Maestro e Guida spirituale, perché da lui ha ricevuto la Regola e il nome, la dottrina e la spiritualità.

COMPONENTI PRINCIPALI: Flavonoidi: apigenina, luteolina, quercetina, caempferolo, saponaretina, saponarina, vitexina, orientina, rutina. Alcaloidi indolici (in quantità molto variabile fino allo 0,1% ca.): armano, armolo, armalina, armalolo.

Inoltre: n-nonacosano e fitosteroli (stigmasterolo e sitosterolo) nell’insaponificabile; zuccheri (raffinosio, saccarosio ecc.); pectine; maltolo ed emimaltolo; un glicoside cianogenetico; cumarine (nelle radici).

Si raccoglie da maggio a luglio, quando i primi frutti sono maturi, si taglia la pianta poco sopra il terreno.

Ha un odore caratteristico, e un sapore amaro. La sua polvere è di colore bruno-verdastra.

Preparazione

PARTI USATE: Tralci fioriti.

TINTURA 1:8 alcool 25°

Proprietà

SEDATIVA, IPNOTICA, ANTISPASMODICA, IPOTENSIVA, ANALGESICA.

Utilizzo

Insonnia, nevralgia, attacchi generalizzati, isteria, tachicardia nervosa, asma spasmodica, herpes e dolori nevralgici associati

Dosi

Secondo il parere medico.

(*) V. Note esplicative

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Tintura Madre di Peperoncino

Peperoncino
Peperoncino

Il nome della pianta è Capsicum minimum Roxb. Appartenente alle Solanaceae. La capsaicina è il suo dominante principio attivo ed è nota e apprezzata per la sua azione rubefacente. Tale termine indica la capacità di una sostanza di stimolare l’afflusso di sangue nella zona con cui entra in contatto. Piccole dosi di Capsaicina provocano una forte sensazione di bruciore. Questa sostanza ha un’attività diretta sul microcircolo e sembra abbia anche una preziosa attività antitumorale. Ha sicuramente un’attività antinfiammatoria, analgesica, antiobesigena, …

COMPONENTI PRINCIPALI: Principio pungente: capsaicinoidi (0,5-1,5%), capsaicina (principale) (vanilillammide dell’acido isodecenoico), diidrocapsaicina, nordiidrocapsaicina, omocapsaicine I e II, vanillamidi degli acidi ottilico, nonilico e decilico. Coloranti carotenoidi: idrocarburi, monoli, dioli, polioli, dichetodioli, diepossidodioli, monochetodioli, monoepossidodioli, in particolare: capsantina, capsorubina, zeaxantina, criptoxantina, luteina.

Vitamine: acido ascorbico (0,1-0,5% nei frutti freschi), vitamina B 2, vitamina PP, tocoferoli, provitamina A.

Inoltre: olio fisso nei semi (4-16%); proteine (12-15%); flavonoidi (glicosidi della luteolina nelle foglie, apioside nei frutti); saponine steroidali nei semi (capsicoside); acidi organici (citrico, malonico); zuccheri (fruttosio, galattosio, saccarosio, planteosio, ecc.); olio essenziale (in tracce con più di 125 componenti).

Si raccoglie nei mesi di agosto e settembre. Ha un odore forte e un sapore estremamente pungente. La sua polvere ha una colorazione rosso-bruna.

Preparazione

PARTI USATE: Frutti

1:20 alcool 60°

Proprietà

STIMOLANTE, TONICA, CARMINATIVA, ANTISPASMODICA, DIAFORETICA, ANTISETTICA, RUBEFACENTE, VESCICANTE.

Utilizzo

Atonia degli organi digestivi, specialmente nella debilitazione della senescenza e come coadiuvante del trattamento del paziente debilitato, dispepsia flatulenta in assenza di infiammazione, colica, insufficiente circolazione periferica, laringite cronica (gargarismo).

USO TOPICO: Lombaggine (come lozione), geloni (lozione od unguento), nevralgia, dolori reumatici.

Dosi

Secondo il parere del medico

Passiflora-Peperoncino

Passiflora e Peperoncino
Passiflora e Peperoncino

Le T.M. di Passiflora – Peperoncino si ottengono dalle relative piante, per estrapolazione del principio attivo.

(*) V. Note esplicative

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Repellente per zanzare e formiche

Zanzare

Passiflora-Peperoncino - image  on https://rimediomeopatici.comCon l’arrivo del caldo estivo si pone il problema di come difendersi dagli attacchi delle zanzare e dalle loro fastidiosissime punture. Da noi, ove è praticamente escluso il rischio della trasmissione di malattie, la puntura di zanzara non è particolarmente dannosa e si limita a produrre nella zona cutanea interessata una manifestazione irritativa infiammatoria, con arrossamenti e prurito, di gravità variabile a seconda del grado di sensibilità dell’individuo. E’ solo la zanzara femmina che punge, in quanto con la puntura essa succhia il sangue per nutrirsi e per rendere fertili le uova prima della deposizione. La saliva iniettata, avendo un potere rubefacente, agevola la suzione ma provoca nel malcapitato la reazione allergica descritta in precedenza. Non tutte le persone però attirano le zanzare: sembrerebbe che tali insetti siano particolarmente attratti dagli odori emanati da alcune sostanze presenti sulla pelle, in quantità variabili da persona a persona e dall’anidride carbonica emessa con la respirazione, anch’essa in quantità variabile da persona a persona. Un sistema valido per difendersi dalle zanzare è quello di fare uso di sostanze in grado, con il loro odore sgradevole, di tenere lontano gli insetti. In natura esistono diverse sostanze che hanno tali caratteristiche e che quindi possono essere utilizzate per preparare repellenti naturali di provata efficacia, con la sola accortezza, a differenza dei repellenti chimici, di doverli rinnovare più spesso per la loro minore durata. Se ne riportano alcuni adoperati dalla Nonna.  

 

□ In prossimità delle possibili aperture di casa (balconi, finestre, ecc.) e/o nella stanza in cui si soggiorna, mettere un piattino con mezza cipolla ed alcuni chiodi di garofano conficcati. L’odore terrà lontane le zanzare.

 

□ Analogamente si può usare dell’aceto con alcune fette di limone.

 

□ Un ottimo repellente per le zanzare, da cospargere sulle parti scoperte del corpo, può essere fatto con l’infuso di foglie e cime fiorite di menta, più qualche foglia di basilico. Se ne può usare anche lo spray.

 

□ La sera mettere su una candela a base larga qualche goccia di olio essenziale di neem o di citronella e geranio. L’odore sprigionato allontanerà le zanzare.

 

□ Le piante di gerani odorosi, citronella, lavanda, malvarosa, menta e basilico sono dei repellenti naturali perché le zanzare non sopportano il loro profumo.

 

□ Mangiare aglio o peperoncino o lievito di birra aiuta a tenere lontane le zanzare perché conferisce al sudore un odore a queste sgradito.

 

□ Preferire abiti di colore chiaro ed evitare quelli di colore scuro ed acceso che attirano le zanzare.

 

□ La crema corpo può diventare un ottimo repellente per zanzare se a 50 g di essa si aggiungono 10 gocce di olio essenziale di geranio e 10 gocce di olio essenziale di citronella.

 

□ Si può preparare un olio per il corpo che tiene lontane le zanzare, aggiungendo a 50 ml di olio di mandorle dolci 5 gocce di ognuno degli oli essenziali di menta piperita, lavanda, citronella, eucalipto e timo. Si può usare come base anche un altro olio, come ad es. olio extravergine di oliva o olio di jojoba.

 

□ L’olio di semi di soia, cosparso sulle parti scoperte del corpo, garantisce un’ottima protezione contro le zanzare, per efficacia e durata.

 

□ A 80 ml di acqua distillata aggiungere 20 ml di alcool alimentare e gli oli essenziali di tea tree, geranio, lavanda, menta piperita e timo, 15 gocce di ciascuno. Agitare bene e spruzzare sul corpo per allontanare le zanzare.

 

Formiche

Passiflora-Peperoncino - image  on https://rimediomeopatici.comPer difendersi dalla visita delle formiche la prima cosa da fare è di eliminare dall’ambiente ogni traccia di cibo. Com’è noto le formiche sono onnivore e sono particolarmente golose delle sostanze zuccherine, per cui occorre stare attenti a non lasciare in giro avanzi di cibo (briciole sul pavimento, macchie di alimenti, piatti sporchi, granelli di zucchero, ecc.). La seconda cosa da fare è di individuare il percorso delle formiche, stabilendo da dove entrano e da dove escono. Laddove è possibile, occorre quindi ostruire le vie di accesso che lo consentono (fessure, tubature, cavidotti, ecc.). La zona o le zone d’ingresso ineliminabili vengono invece trattate con repellenti naturali che tengono alla larga le formiche. Trattasi cioè di sostanze naturali che emanano un odore sgradito alle formiche, le quali, com’è noto, hanno un olfatto molto sviluppato (tale ad esempio da percepire la presenza dello zucchero a notevole distanza) e non sopportano gli odori forti. Molti di questi ingredienti possono essere utilizzati lungo i percorsi abituali o per lavare le superfici di casa. Di seguito si riportano alcuni repellenti naturali adoperati dalla Nonna.

 

□ La polvere di peperoncino cosparsa lungo i percorsi o nei punti d’ingresso delle formiche, costituisce un efficacissimo repellente.

 

□ Lo stesso risultato lo si ottiene con una miscela di sale, polvere di origano e polvere di timo, oppure polvere di borotalco e fondi di caffè. Cosparsa lungo i perimetri e negli angoli tiene lontane le formiche.

 

□ Lavare le superfici con una miscela composta da 1 litro d’acqua, 100 ml di aceto bianco, 100 g di sale, in cui si possono aggiungere, per aumentarne l’efficacia, 10 gocce di ciascuno degli oli essenziali di menta piperita, lavanda, citronella e origano. L’azione repellente per le formiche è garantita.

 

□ Le superfici possono essere pulite anche con aceto bianco distillato o con succo di limone.

 

□ I punti d’ingresso delle formiche possono essere cosparsi con uno o più dei seguenti altri repellenti: chiodi di garofano, cannella, pepe, spicchi d’aglio, limone, ortica, sedano, canfora, cajeput, assenzio, pino, cedro, eucalipto, tanaceto e tutti gli odori forti.

 

□ Un detergente per pavimenti che funziona da ottimo repellente per le formiche può essere preparato unendo ad un secchio d’acqua 250 ml di aceto bianco, 50 ml di sapone liquido neutro, 10 gocce di olio essenziale di eucalipto e/o menta piperita.

 

□ Un profumo per ambiente che tiene lontane le formiche può essere composto da 5 ml di olio essenziale di cajeput, 5 ml di olio essenziale di eucalipto e 20 ml di alcool etilico. Si può spruzzare anche lungo i percorsi e nelle zone più a rischio.

Passiflora-Peperoncino - image  on https://rimediomeopatici.com

Liquirizia – Lobelia

Sommario:

◊ TM di Liquirizia o Glycyrrhiza glabra

◊ TM di Lobelia o Lobelia inflata

 

Tintura Madre di LIQUIRIZIA o GLYCYRRHIZA GLABRA

Passiflora-Peperoncino - image  on https://rimediomeopatici.comLiquirizia o Glycyrrhiza glabra è un arboscello le cui foglie somigliano a quelle dell’acacia. Alto fino a 2 m, si trova nell’Europa meridionale e, in Italia, in Calabria e Sicilia. Appartiene alla famiglia delle Leguminose. L’estratto vegetale ottenuto dalla bollitura della radice di tale pianta prende altresì il nome di liquirizia.

Preparazione

Per la “droga” si usano le lunghe radici che si raccolgono verso ottobre; si lavano e si fanno essiccare, quindi si raschia la parte esterna.

Per la Tintura Madre (TM) si adopera un rapporto in peso droga:solvente di 1:5 e una gradazione della soluzione idroalcolica di 25°.

Proprietà

Azione ESPETTORANTE, TONICA, EMOLLIENTE, ANTIFIAMMATORIA, DIURETICA,  ANTINFIAMMATORIA, IMMUNOSTIMOLANTE, LASSATIVA blanda.

Utilizzo

E’ molto usata e raccomandata per combattere tosse, raffreddori, tracheiti, bronchiti. Inoltre è adatta per stitichezza, disturbi epatici e renali, aerofagia, ulcera gastrica, digestione difficile. La sua associazione con Orzo e Gramigna ne fortifica l’azione diuretica; quella con Lino e Peperoncino l’azione sull’apparato respiratorio; quella con Borragine, Camomilla, Altea e Peperoncino l’azione sull’apparato gastro-intestinale.; quella con Anice, Coriandolo e Menta le proprietà tonico-depurative, espettoranti, digestive.

Trova largo impiego nella fitoterapia cinese. In base alla medicina cinese stimola l’energia di milza e stomaco.

Dosi

30 gocce, 3 volte al dì. Dose max giornaliera consigliata 9 ml (circa 180 gocce).

(*) V. Note esplicative Passiflora-Peperoncino - image  on https://rimediomeopatici.com

Tintura Madre di LOBELIA o LOBELIA INFLATA

Passiflora-Peperoncino - image  on https://rimediomeopatici.comLobelia o Lobelia inflata è una pianta erbacea annua dell’America Settentrionale, con fusto eretto e leggermente peloso. Esistono varietà anche ornamentali. E’ detta tabacco indiano per la sua azione simile a quella di Tabacum nel produrre nausea intensa, vomito e brividi freddi. Appartiene alla famiglia delle Campanulaceae.

Preparazione

Per la “droga” si usano le parti aeree della pianta, che si raccolgono verso settembre, alla fine della fioritura.

Per la TM si adopera un rapporto in peso droga:solvente di 1:8 e una gradazione della soluzione idroalcolica di 60°.

Proprietà

Azione ESPETTORANTE, ANTIASMATICA, STIMOLANTE LA RESPIRAZIONE.

Utilizzo

E’ utilizzata nei casi di asma e bronchite cronica, per ridurre gli spasmi, facilitare l’espettorazione, normalizzare la respirazione.

Efficace l’azione con altri rimedi ottenuti da Peperoncino, Drosera, Euforbia Pilulifera, Tuja.

Nel campo erboristico è molto usata anche la tintura acida che si prepara adoperando acido acetico diluito al posto della soluzione idroalcolica.

La Lobelia, anche se liberamente venduta, può risultare tossica al punto da provocare un’intossicazione molto pericolosa che può risultare anche mortale alla dose di 4 g.

Dosi

La dose max giornaliera consigliata è di 5 – 6 ml (circa 100 – 120 gocce). 

(*) V. Note esplicative

Emorroidi e vene varicose ko

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

Per decongestionare le emorroidi

Le emorroidi sono una patologia piuttosto comune che affligge, in misura più o meno grave, gran parte della popolazione. Esse sono dilatazioni (varici) delle vene presenti nel rivestimento cutaneo dell’ano e si presentano Passiflora-Peperoncino - image  on https://rimediomeopatici.comsottoforma di una o più tumefazioni di colore rosso. Si dicono esterne se sono situate vicino all’apertura anale e visibili dall’esterno, oppure interne se sono situate all’inizio del canale anale. Le cause del disturbo sono le stesse delle vene varicose, riconducibili quindi ad una debolezza venosa di origine genetica oppure a fattori che aumentano la pressione sanguigna addominale. Per quanto riguarda questi ultimi, lo stile di vita e le abitudini alimentari sono fattori fortemente predisponenti per l’insorgere della patologia. Sarebbero da evitare la sedentarietà, gli sforzi eccessivi, lo stare troppo tempo in piedi o seduti, l’abuso di lassativi, come pure sarebbero da limitare gli alimenti irritanti quali peperoncino, superalcolici, cioccolato, insaccati e spezie piccanti. Anche le disfunzioni intestinali, come stitichezza e diarrea croniche, possono costituire un importante fattore di rischio. Bisognerebbe pertanto privilegiare l’attività fisica (sport, ginnastica, ballo, moto, ecc.) ed adottare una dieta alimentare equilibrata ricca di acqua e di fibre allo scopo di favorire la regolarità delle funzioni intestinali.

Un ulteriore valido aiuto, come al solito, ce lo fornisce la Natura con le sue numerose piante capaci di combattere i problemi legati alla cattiva circolazione venosa. I rimedi della nonna di seguito consigliati sono efficacissimi per la cura e la prevenzione delle emorroidi, consentendo, inoltre, nella fase acuta, di alleviare i sintomi e di favorire il rientro spontaneo delle stesse nella loro sede naturale.

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◊ Achillea: è nota l’efficacia di questa pianta per il miglioramento della circolazione sanguigna e quindi in caso di emorroidi. Si possono bere 2 tazze al giorno dell’infuso preparato con 30 g di fiori essiccati in 1 litro d’acqua bollente, accompagnate da impacchi imbevuti nel decotto preparato facendo bollire 50 g fiori e foglie essiccati in 1 litro d’acqua e lasciato raffreddare.

Passiflora-Peperoncino - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Amamelide (o Hamamelis virginiana): per le sue spiccate proprietà antinfiammatorie, antisettiche, astringenti, antiemorragiche, antispasmodiche, cicatrizzanti, vasocostrittrici, lenitive, questa pianta costituisce il rimedio naturale più noto e collaudato per il trattamento e la decongestione delle emorroidi, da sempre utilizzato dalle nostre nonne. Possiede la capacità di togliere rapidamente l’infiammazione, il gonfiore e di bloccare il sanguinamento (è ricca di tannini e flavonoidi). Per uso interno si può preparare l’infuso di foglie (2 – 3 g in 150 ml d’acqua bollente), da assumere 3 volte al dì lontano dai pasti. Per uso esterno sono utilissimi gli impacchi e gli sciacqui con l’infuso freddo, da fare più volte al giorno. Particolarmente indicata è la pomata, le cui applicazioni danno un sollievo rapido quanto efficace.

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◊ Calendula: efficacissime per le emorroidi e vene varicose sono le applicazioni di pomata di calendula, per preparare la quale si utilizzano foglie e fiori della pianta.

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◊ Cardo santo: in caso di emorroidi aggravate da atonia intestinale, usare l’infuso di foglie e fiori (4 g in 200 ml d’acqua) per via interna alla dose di 2 – 3 tazze al dì e per impacchi.

Passiflora-Peperoncino - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Ippocastano (o Aesculus hippocastanum): l’alto contenuto di escina, sostanza antinfiammatoria in grado di facilitare il riassorbimento dei liquidi che causano gonfiori, di irrobustire le pareti dei vasi sanguigni e aumentare l’elasticità dei capillari, rende i rimedi che utilizzano tale pianta un valido coadiuvante per la cura delle emorroidi e delle vene varicose. La nonna consiglia il decotto fatto con la corteccia dei rami essiccati (15 g in 1/2 litro d’acqua), da bere alla dose di 2 tazze al giorno. Localmente si possono effettuare impacchi con il decotto freddo ed applicazioni di pomata.

Passiflora-Peperoncino - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Linaria cymbalaria: sono ottime entrambe le varietà vulgaris (o erba linaiola) e cimbalaria (o scarpette della madonna) di cui utilizzare le foglie fresche schiacciate con un oggetto non metallico per applicazioni locali; le emorroidi scompariranno prestissimo e definitivamente. Si può ricorrere anche alla pomata che la nonna preparava in casa in questo modo: bollire 4 – 5 pugni di foglie con strutto (va bene anche la vasellina o la lanolina), facendo attenzione a che il composto non prenda fuoco, fino a quando il grasso non ha preso un bel colore verde; si tolgono le foglie e si aggiunge un tuorlo d’uovo; si mescola per amalgamare il tutto; si lascia raffreddare e si conserva per l’uso. Le applicazioni vanno ripetute più volte al dì.

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◊ Malva: va bene il decotto di foglie e fiori (30 g per 1 litro d’acqua) da assumere alla dose di 2 – 3 volte al dì lontano dai pasti.

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◊ Noce: utili gli impacchi effettuati con il decotto di foglie (40 g in 1 litro d’acqua) oppure i cataplasmi fatti con le foglie fresche tritate e scaldate a bagnomaria. In alternativa si possono preparare pomate facendo cuocere nell’olio di oliva, o nella vasellina, o nella lanolina, o nella glicerina le foglie ed il mallo della noce. Applicare secondo necessità.

Passiflora-Peperoncino - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Piantaggine: vanno bene sia la varietà major che quella lanceolata per preparare un unguento che si rivela efficacissimo contro le emorroidi. La nonna lo preparava così: pestare un paio di pugni di foglie fresche e cuocerli, a fuoco lento, in poco burro fino a quando il composto non diventa di colore verde; lasciar raffreddare; strofinare delicatamente la parte interessata 3 – 4 volte al giorno. Per completarne l’efficacia, specie in caso di sanguinamento, si può aggiungere una piccola quantità di radice di Borragine (o Consolida).

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◊ Rusco (o Ruscus aculeatus o comunemente Pungitopo): migliora la circolazione sanguigna e combatte efficacemente le infiammazioni e gli edemi (gonfiori dovuti ad eccessiva quantità di liquidi nei tessuti), per cui è utile assumere 2 tazze al giorno di infuso (40 g di rizoma per 1 litro d’acqua bollente).

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◊ Tarassaco (o Dente di leone): adoperare il decotto della radice (50 g in 1 l d’acqua, da far bollire almeno mezz’ora) per effettuare lavaggi a freddo. Ancora più efficace è il succo della radice fresca applicato localmente.

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◊ Tormentilla: il decotto di rizoma (50 g per 1 litro d’acqua), lasciato raffreddare, si può utilizzare per effettuare impacchi, specie in caso di emorroidi sanguinolenti. Per rafforzarne l’azione al decotto si possono aggiungere al decotto alcune foglie di Amamelide e di Piantaggine.

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◊ Verbasco: sono indicati l’infuso dei fiori (40 g per 1 litro d’acqua bollente), da berne 2 tazze al dì, e gli impacchi con il decotto di foglie bollite in acqua e latte (5g in 100 ml), lasciato raffreddare.

Passiflora-Peperoncino - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Vite rossa (o Vitis vinifera): le foglie dell’uva, in particolare quelle rosse autunnali, hanno una marcata attività vasoprotettrice di arterie e vene, riducendone la permeabilità e mantenendole più elastiche, per cui il loro uso è particolarmente indicato nelle patologie legate ai disturbi circolatori, tra cui le emorroidi. Si può preparare il decotto di foglie (50 g in 1 litro d’acqua) da prendere a cucchiai da tavola anche ogni quarto d’ora a seconda della necessità.

Più che un sollievo per le vene varicose

Le vene varicose o varici sono una dilatazione permanente e patologica di alcune vene, soprattutto di quelle delle gambe, dovuta essenzialmente ad una perdita di tonicità delle loro pareti. Ciò comporta un cattivo funzionamento delle valvole Vene-varicose-pollice-giùinterne di detti vasi, causa di un ristagno e di un reflusso di sangue che in condizioni normali sarebbe spinto efficacemente verso il cuore attraverso l’azione di pompaggio dei muscoli. Le vene, le cui pareti sono di per sé già indebolite, tendono quindi a dilatarsi e ad ingrossarsi in maniera irreversibile rendendosi visibili attraverso la pelle perché in rilievo e per il loro colore bluastro. I sintomi sono dolore, bruciore, prurito, crampi, gambe pesanti, edema di piedi e caviglie, cui occorre aggiungere il disagio estetico che può diventare importante se si considera che le varici affliggono principalmente le donne. In assenza di alcun trattamento, sia preventivo che curativo, possono insorgere complicazioni quali ulcere, flebiti, trombosi, emorragie, infezioni, ecc. Le cause della patologia possono essere genetiche oppure riconducibili ad uno stile di vita errato. Sono da evitare la sedentarietà e l’abitudine a stare per molto tempo in piedi, che favoriscono la stasi ematica e fanno venir meno l’azione di pompaggio dei muscoli come quelli del polpaccio. Un peso corporeo eccessivo è sicuramente un fattore di rischio in quanto aumenta la pressione addominale e di conseguenza affatica il funzionamento delle valvole. Bisognerebbe quindi privilegiare l’attività fisica ed una dieta alimentare equilibrata sia nelle calorie che nella qualità dei cibi assunti, limitando zuccheri e grassi, bevendo molta acqua e dando precedenza a cereali, verdure e frutta, in particolare ai frutti rossi perché il loro elevato contenuto di flavonoidi aiuta a mantenere le vene più elastiche (uva, agrumi, prugne, ciliegie, fragole, mirtilli, ribes, more, ecc.). Qualche comportamento virtuoso per favorire la circolazione alle gambe può dare i suoi vantaggi, come ad es. camminare molto, portare scarpe con tacchi né molto alti né molto bassi, non indossare calze o gambaletti troppo aderenti, né jeans troppo stretti, evitare di accavallare le gambe quando si è seduti, dormire con i piedi leggermente sollevati, non esporsi troppo al sole, preferire la doccia al bagno, ecc.

Anche per questa patologia la nonna ci suggerisce una serie di rimedi naturali per migliorare la circolazione, in particolar modo quella delle gambe, e ridurre quindi il problema delle vene varicose. Premettendo che in genere i rimedi che si utilizzano per la cura delle emorroidi sono adatti anche per le vene varicose e viceversa, si riportano di seguito quelli ritenuti più specifici.

Passiflora-Peperoncino - image  on https://rimediomeopatici.com□ Bardana (o Lappa): nei casi di ulcera varicosa si dimostra molto utile la preparazione di un unguento a freddo, mettendo in un contenitore con coperchio uguali quantità del succo ricavato dalla premitura di foglie fresche di bardana  triturate e di olio di oliva, si agita con forza fino a che l’olio non diventa di un bel colore verde, quindi si applica sull’ulcera. Un massaggio alle gambe con tale olio combatte anche l’insufficienza venosa. Utile anche per alcune affezioni della pelle, quali piaghe, crosta lattea, tigna, ecc.

Passiflora-Peperoncino - image  on https://rimediomeopatici.com□ Calendula: particolarmente efficace per le vene varicose è la pomata o la crema di calendula, che ha un’azione astringente e tonica. Si prepara utilizzando foglie e fiori della pianta. La si tiene in frigorifero per un effetto rinfrescante. La si applica con un massaggio leggero, senza esercitare pressione sulle vene, andando nella direzione del cuore.

Passiflora-Peperoncino - image  on https://rimediomeopatici.com□ Centella asiatica (o Hydrocotyle asiatica): è una pianta erbacea in grado di rafforzare le vene e di migliorare la circolazione sanguigna degli arti inferiori e quindi è particolarmente adatta nei casi di varici. Si utilizzano le parti aeree. Si prepara l’infuso con mezzo cucchiaino di erba in una tazza di acqua bollente e se ne assumono max 2 tazze al giorno. La centella ha un sapore amaro e astringente, che si può correggere con zucchero, miele, limone, oppure mediante miscelazione con altre erbe.

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□ Cipresso: per l’ottima azione astringente e vasocostrittrice, nonché protettiva delle pareti delle vene, è utile berne il decotto di foglie o rami (2g in 100 ml d’acqua) alla dose di 2 – 3 tazzine al giorno. Il decotto, più diluito e lasciato raffreddare, può essere altresì utilizzato per fare 2 volte a settimana dei bagni tenendo le gambe in immersione per 20 min e massaggiando poi con la pomata o la crema di calendula.

Passiflora-Peperoncino - image  on https://rimediomeopatici.com□ Ginkgo biloba: tale pianta migliora la circolazione sanguigna apportando notevoli benefici a chi soffre di vene varicose. Inoltre possiede la proprietà di rallentare il processo di invecchiamento cerebrale, di allontanare la stanchezza e soprattutto la mancanza di concentrazione. Oggi si trova in commercio sottoforma di estratto secco, gocce, capsule e compresse, le cui posologie sono precisate sulle confezioni. Ad es. nel caso dell’estratto secco il dosaggio giornaliero oscilla tra un minimo di 100 mg ad un massimo di 200 mg, con un ciclo che prevede il trattamento per 4 settimane seguito da una sospensione di 2 settimane. Sono efficaci anche i massaggi con la crema.

Passiflora-Peperoncino - image  on https://rimediomeopatici.com□ Ippocastano (o Aesculus hippocastanum): l’alto contenuto di escina, sostanza antinfiammatoria in grado di facilitare il riassorbimento dei liquidi che causano gonfiori, di irrobustire le pareti dei vasi sanguigni e aumentare l’elasticità dei capillari, rende i rimedi che utilizzano tale pianta un valido coadiuvante per la cura delle emorroidi e delle vene varicose. La nonna consiglia il decotto fatto con la corteccia dei rami essiccati (15 g in 1/2 litro d’acqua), da bere alla dose di 2 tazze al giorno. Allevia il dolore. Efficaci anche la pomata o la crema applicate fredde (da tenere in frigo).

Passiflora-Peperoncino - image  on https://rimediomeopatici.com□ Mirtillo nero: il frutto aumenta la resistenza delle pareti dei capillari, è decongestionante e calma il dolore, migliorando l’intera circolazione. E’ noto a tutti che il frutto di mirtillo favorisce un maggiore adattamento dell’occhio alla visione notturna. Se ne può assumere l’infuso (1 cucchiaino pieno in 100 ml d’acqua bollente) alla dose di 2 – 3 tazze al dì. Va bene anche il succo concentrato, di cui se ne assume 1 cucchiaino 3 – 4 volte al dì.

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□ Rusco (o Pungitopo): migliora la circolazione sanguigna e combatte efficacemente le infiammazioni e gli edemi (gonfiori dovuti ad eccessiva quantità di liquidi nei tessuti), per cui è utile assumere 2 tazze al giorno di infuso (40 g di rizoma per 1 litro d’acqua bollente). Efficaci anche la pomata o la crema applicate fredde (da tenere in frigo).

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□ Tarassaco (o Dente di leone): adoperare il decotto della radice (50 g in 1 litro d’acqua, da far bollire almeno mezz’ora) per effettuare lavaggi a freddo alle gambe. Ancora più efficace è il succo della radice fresca applicato localmente.

Passiflora-Peperoncino - image  on https://rimediomeopatici.com□ Vite rossa (o Vitis vinifera): le foglie dell’uva, in particolare quelle rosse autunnali, hanno una marcata attività vasoprotettrice di arterie e vene, riducendone la permeabilità e mantenendole più elastiche, per cui il loro uso è particolarmente indicato nelle patologie legate ai disturbi circolatori, tra cui le vene varicose. Si prepara il decotto di foglie (50 g in 1 litro d’acqua) da assumere alla dose di 3 tazze al dì per 2 mesi. Si consiglia di ripetere il ciclo  2 – 3 volte l’anno.

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Glossario N-O

NOTA: i termini con l’asterisco costituiscono altrettante voci del Glossario e quindi sono eventualmente consultabili nelle sottosezioni alfabeticamente corrispondenti.

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Nefrite: malattia del rene di natura infiammatoria che comporta un’alterazione di funzionalità dello stesso. Le cause sono numerose ed hanno conseguenze di diversa gravità. La più frequente ed anche la più benigna è un’infezione batterica da streptococco che può provocare ematuria* (presenza di sangue nelle urine), proteinuria (perdita di proteine con le urine), ipertensione* arteriosa ed edemi* (gonfiori per accumulo di liquidi in genere agli arti inferiori e intorno agli occhi).

Nervoso: V. Temperamento nervoso.

Nevralgia: è il dolore acuto causato da un nervo danneggiato in qualsiasi parte del corpo. Es. la nevralgia del trigemino.

Nevrite: è l’infiammazione* di un nervo o un gruppo di nervi. Può essere di natura traumatica, infettiva, tossica ed altro. Spesso il termine si adopera per indicare una degenerazione di uno o più nervi.

Niacina: altra denominazione della vitamina B3 (V. Vitamina B).

Nicturia: necessità di alzarsi ripetutamente durante la notte per urinare. Le cause più comuni sono attribuibili alle infezioni delle basse vie urinarie (cistite*, uretrite*). La nicturia solitamente si accompagna a dolore in regione ipogastrica o lombare.

Occhi di pernice: sono calli* che si formano tra le dita, in genere dei piedi, che risultano più morbidi per effetto della loro macerazione.

Odontalgia: è il mal di denti, ovverosia è il termine generico che indica qualsiasi tipo di dolore* a carico dei denti.

Oftalmia: termine generico che indica le malattie infiammatorie (V. anche Infiammazione) degli occhi.

Oleolito: (o semplicemente olio) è un preparato fitoterapico* per uso esterno ottenuto estraendo il principio attivo* (sostanza farmacologicamente attiva) contenuto nella droga (parte della pianta*, fresca o secca, che viene opportunamente selezionata e preparata) a mezzo di un solvente costituito da olio grasso. Si può aromatizzare aggiungendo un 2% di olio essenziale*. Gli oleoliti, come detto, si adoperano per uso esterno, per le attività terapeutiche legate ai principi attivi della pianta da cui provengono. Tuttavia esistono oli, come ad es. la propoli (sostanza resinosa prodotta dalle api), che si utilizzano anche per via interna, oltre agli oli aromatizzati che si usano in cucina, quali ad es. l’olio santo (olio di peperoncino o capsicum).

Oligoelementi: sono dei particolari minerali presenti in quantità infinitesimali (il termine oligos deriva dal greco e significa poco) in tutti gli organismi viventi, nelle piante, negli animali, nell’uomo. Sono indispensabili all’organismo umano per il mantenimento dell’equilibrio fisico e psichico. In genere sono i catalizzatori di diverse funzioni biologiche, attivano processi e reazioni dell’organismo che consentono la vita e il benessere. Una loro carenza determina una serie di disfunzioni, poiché le suddette reazioni o non avvengono del tutto o avvengono molto più lentamente ed in modo scorretto. Es. calcio*, ferro*, fosforo*, magnesio*, potassio*, rame*, selenio*, sodio*, zinco*.

Oliguria: è la riduzione del volume complessivo di urina emesso nella giornata. In genere si parla di oliguria quando l’eliminazione di urina scende al di sotto di 500 ml al giorno per gli adulti. Il sintomo è riferibile a diverse cause, quali la diminuzione della disponibilità organica di liquidi, le malattie renali, le alterazioni cardio-circolatorie, un ostacolato deflusso dell’urina ed altro.

Olio essenziale: è un preparato fitoterapico* per uso esterno ottenuto per estrazione (la tecnica più utilizzata è quella della distillazione in corrente di vapore) a partire dalla pianta aromatica*. Gli oli essenziali sono le essenze che conferiscono la profumazione alle piante*. Le ghiandole che contengono tali essenze aromatiche possono trovarsi in qualsiasi parte della pianta: nei fiori, nelle foglie, nelle gemme, nei frutti, nei semi e finanche nel legno e nelle radici. Per ottenere poche gocce di olio essenziale occorrono grandi quantità di materiale vegetale. Gli oli essenziali  posseggono proprietà terapeutiche specializzate per tipo di pianta. Sono miscele complesse e concentrate di sostanze chimiche, per cui il loro uso senza la prescrizione del medico può essere pericoloso. Bisogna infatti considerare che essi hanno un basso indice terapeutico (rapporto tra la dose massima tollerata e la dose minima efficace), per cui anche piccoli aumenti del dosaggio possono produrre fenomeni tossici più o meno gravi.

Omeopatia: detta anche medicina omeopatica (il termine deriva dalle parole greche ómois = simile e pàthos = malattia), è la disciplina terapeutica che risponde alla legge SIMILIA SIMILIBUS CURANTUR, chiamata Legge di Similitudine, che vuol dire che il simile è curato dal simile. Secondo questa legge una sostanza naturale, che se assunta in grandi dosi da un individuo sano  provoca una serie di sintomi, è in grado, se opportunamente diluita, cioè assunta in dosi omeopatiche (infinitesimali), di curare quegli stessi sintomi in un individuo malato. Parlare, quindi, delle caratteristiche della sostanza o di quelle della malattia è la stessa cosa e perciò i rimedi omeopatici* devono essere scelti in base alla somiglianza tra i loro effetti nell’individuo sano ed i sintomi che l’individuo malato manifesta. All’interno del quadro dei sintomi occorre tenere conto non solo dei sintomi fisici ma anche delle caratteristiche individuali, quali la costituzione*, il temperamento*, il carattere*, la diatesi* (il cosiddetto terreno), in quanto queste comportano uno specifico dinamismo morboso diverso da persona a persona. Perciò la cura omeopatica* deve seguire il processo di individualizzazione: si devono sovrapporre il più possibile l’insieme dei sintomi fisici e delle caratteristiche individuali con le caratteristiche del rimedio omeopatico. Al medico tedesco Christian Friedrich Samuel Hahnemann (1755–1843), considerato il fondatore della Medicina Omeopatica, si devono i metodi di preparazione dei rimedi omeopatici ancora oggi utilizzati, consistenti essenzialmente nei processi di diluizione* e di dinamizzazione*.

Orticaria: infiammazione* della pelle di natura allergica, caratterizzata da ponfi* (rigonfiamenti tondeggianti rossi o bianchi) pruriginosi.

Osteoporosi: patologia dell’apparato scheletrico caratterizzata da una rarefazione del tessuto osseo e da un deterioramento della microarchitettura delle ossa. A causa della bassa densità minerale le ossa diventano più fragili e sono soggette ad un maggiore rischio di frattura per traumi anche minimi. Le fratture interessano con maggiore frequenza il femore, le vertebre ed il polso. L’osteoporosi sopraggiunge per un’alterazione del processo metabolico delle ossa, quando cioè viene assorbito più osso di quanto non se ne formi. In genere è dovuta all’invecchiamento, ad un’alimentazione sbilanciata povera di sali minerali (in particolare di calcio), al fumo, all’abuso di alcool, ad inattività fisica ed anche a fattori genetici. Le donne sono più colpite degli uomini (rapporto 8:2) perché hanno uno scheletro meno robusto e dopo la menopausa perdono più facilmente minerali.

Otalgia: dolore all’orecchio dovuto a processi patologici in altre sedi, quali ad es. laringite*, faringite*, nevralgia* del trigemino, ecc.

Otite: infiammazione* dolorosa a carico dell’orecchio. In relazione alla localizzazione le forme più comuni sono l’otite esterna che interessa il condotto uditivo esterno e l’otite media che interessa l’orecchio medio (la parte di orecchio che si trova dietro al timpano). L’otite esterna può essere provocata da manovre errate nella rimozione del cerume oppure da eccessiva umidità o secchezza del canale udivo. E’ generalmente causata da un’infezione batterica. Si presenta con dolore, prurito, secrezioni biancastre o giallastre, diminuzione della percezione uditiva. L’otite media, che riguarda prevalentemente i bambini, è spesso conseguente ad un’infezione delle alte vie respiratorie (raffreddore*, faringite*, laringite*) che causando l’edema* (gonfiore) provoca la chiusura parziale o totale della tuba di Eustacchio (canale di comunicazione tra faringe e orecchio medio) e quindi la stasi delle secrezioni con conseguente infezione batterica. I sintomi sono dolore, febbre, diminuzione della percezione uditiva.

Otorrea: fuoriuscita di secrezione dall’orecchio. Può essere sierosa, mucosa, purulenta o mucopurulenta. Può avere diverse cause: le più comuni sono infezioni, traumi e allergie (V. anche Otite).

Ovaie: V. Gonadi.

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